Le ciclodestrine, in seguito al completamento dell’esperimento, possono essere recuperate facendole reagire con acido nitrico. Anche le stesse bacche, quindi, risultano “rigenerate”.
No, sono anzi molto economiche. E' inoltre possibile produrle attraverso la degradazione dell'amido.
Il nostro progetto è volto alla sostenibilità ambientale e ha come obiettivo la rimozione di fitofarmaci, molecole inquinanti e ioni metallici dalle acque.
Le bacche di Liquidambar sono un ottimo supporto per le beta-ciclodestrine, in quanto molto porose e con un'elevata superficie di contatto, sia esterna che interna, grazie alla presenza di molti fori.
In alternativa si possono utilizzare anche le bacche di magnolia, anch'esse porose.
Le beta-ciclodestrine possono essere impiegate in svariati settori che spaziano dalla medicina, all'agricoltura per il rilascio controllato di fitofarmaci, alla cosmesi con la ormai nota molecola 2c, all'alimentazione con l'introduzione di particolari integratori alimentari.
L'albero delle bacche di Liquidambar è lo Storace americano (Liquidambar Styraciflua ). È un albero di origine nordamericana introdotto in Europa come pianta ornamentale nel 1681. E' molto popolare anche per l'estrazione della sua resina, simile alla torba nera, che una volta posata sui carboncini ardenti emana una deliziosa fragranza.