“Fondare biblioteche è un po' come costruire ancora granai pubblici: ammassare riserve contro l'inverno dello spirito che da molti indizi, mio malgrado, vedo venire.”

MARGUERITE YOURCENAR

Qui non si parla di biblioteche, tuttavia credo che il concetto calzi a pennello: si parla, nel dettaglio, di una scuola che cerca di coniugare la tradizione con l’innovazione, la teoria con la pratica, l’energia sfrenata degli allievi che li spinge all’azione con l’equilibrio necessario affinché essa non venga sprecata.

Ma prima di proiettarci nel futuro, dobbiamo guardarci indietro per capire da dove siamo partiti: perché ogni viaggio ha un principio, ed è da lì che è giusto iniziare.

La storia dell’istituto Beccari affonda le radici nel lontano 1918, quando sorse a Torino la prima Scuola Tecnica Industriale per l’Arte Bianca e per le Industrie Dolciarie: la “Regia Scuola per la Panificazione e le Industrie Affini” .

La scuola cambiò sede molte volte, cercando sempre di rinnovarsi e di offrire la migliore offerta formativa possibile agli allievi che provenivano non solo da tutto il Piemonte, ma da tutte le regioni di Italia e da Paesi europei ed extraeuropei. Nel 2000 la scuola giunse infine ad occupare la sede attuale, che nel 1958 ospitava l’”Istituto tecnico industriale di stato per tessili e chimici tintori”, come ci viene ricordato dai bassorilievi visibili ancora oggi nell’ingresso principale.

Da allora il Beccari ha lavorato per creare una connessione con gli enti locali, proponendo iniziative che permettessero agli alunni di imparare più di semplici nozioni per formarli prima di tutto come cittadini attivi.

Questo è lo scopo primario del corso di Industria e Artigianato per il made in Italy: la costruzione di una scuola creativa, che è il coronamento di una scuola attiva e connessa con il territorio, una scuola che investe sulle nuove tecnologie tenendo sempre d’occhio la tradizione e valorizzando l’impegno e lo sforzo dei tanti giovani che hanno deciso di puntare su un patrimonio ricco, e spesso sottovalutato, che è una fonte inesauribile di risorse.

Prof.ssa Cristina Roversi