I social: un tunnel oscuro
La domanda che ci dovremmo porre, anche se per molti la risposta sarà scontata, è: Chi sono gli influencer? Il vocabolario Treccani online, alla voce influencer, riporta la seguente definizione: personaggio di successo, popolare nei social network e in generale molto seguìto dai media, che è in grado di influire sui comportamenti e sulle scelte di un determinato pubblico. La parola chiave è influire; noi potremmo pensare che non ci sia niente di male, e in effetti anch’io non trovo nulla di sbagliato nel fare quello che questi personaggi fanno, ma bisogna vedere in che modo lo fanno, e che tipo di messaggio trasmettono, perché ricordiamoci che il cosiddetto pubblico siamo proprio noi, la generazione Z. Prima di scoprire tutto il mondo, anche quello oscuro, che si trova dietro ai social e di conseguenza agli influencer, non davo molta importanza a cosa potesse comportare questo loro influire sulle persone, ed è proprio questo il problema della società, l’ignorare le cose anche quando accadono sotto il nostro naso. È lo stesso ignorare che porta la società a domandarsi: che cosa ci sarà mai di male negli influencer? Oggi sono qui per spiegarvelo. Abbiamo già accennato alla definizione di influencer, ma sappiamo anche quanti tipi di influencer esistono? La lista è lunghissima, ma direi di restringere il campo: esistono i micro e i macro-influencer, differenziati tra di loro in base al numero di follower che posseggono. Se invece applichiamo una differenziazione basata sui contenuti, tra le varie categorie troviamo anche i nutritional influencer da non confondere con i food influencer: quest’ultimi condividono esclusivamente foto di piatti e ricette, mentre i nutritional influencer hanno come scopo quello di trasmettere i principi di un’alimentazione sana ed equilibrata. Ciò che è bene, però, sempre ricordare è che quelle persone che troviamo dietro ad uno schermo a parlare di queste cose non sono persone specializzate in materia come i dietologi. Altro aspetto negativo di questi tipi di influencer è che portano i ragazzi a credere che ciò che sentono sia l’unico mezzo di sopravvivenza arrivando così ai problemi alimentari: anoressia, bulimia. Penso che sia giusto dimagrire/ingrassare, perché è una cosa che si fa per la nostra salute, ma entrambe le cose vanno fatte con attenzione e soprattutto sotto la guida di specialisti. Non bisogna scherzare con tutto ciò, perché ne va della nostra salute, e a volte della vita. Purtroppo, a questo mondo esistono persone che incitano ragazzi a dimagrire fino a diventare anoressici: ne sono esempio le chat pro-ana. Si tratta di gruppi online che spingono le persone dentro il vortice dell’anoressia. Ci sono degli step: si deve superare un test e solo una volta superato si viene inseriti in questi gruppi; si devono imparare i cosiddetti 10 “comandamenti”.
Un esempio di questi 10 comandamenti è: essere magri è più importante di essere in salute, una frase da brividi. La cosa più brutta è che in queste chat prevalgono ragazzine e ragazzini di 13 anni che fanno a gara a chi è più magro e le persone che sono a capo di questi siti plagiano questi ragazzi facendogli fare tutto ciò che vogliono, anche dandogli quelli che per loro sono consigli, ad esempio: se inizi ad avere fame fai gli addominali o comincia a darti pugni nello stomaco, vedrai che non avrai più fame oppure mettiti un elastico intorno al braccio e quando inizi ad avere fame datti una schicchera con questo, così non avrai più fame. Facendo questo inducono i ragazzi ad auto-infliggersi dolore e punizioni. Ora vi porrò una domanda che personalmente parlando mi tormenta: ma i genitori non notano che i figli non stanno bene, che sono magrissimi, che vomitano? Con questo non voglio incolpare i genitori, ma mi chiedo solo come si faccia a nascondere o a non vedere tutto questo.
Non so se a questa domanda ci sia risposta, ma sono sicura che c’è un modo per uscire da questo tunnel, dal vortice dei problemi alimentari. È questo quello che bisogna fare, cercare di aiutare questi ragazzi, cercare di guarirli facendogli capire l’importanza della vita. Un centro che si occupa proprio di questo lo abbiamo anche in Umbria, è il Centro Residenziale di cura dei DCA (disturbi del comportamento alimentare) di Todi con sede a Palazzo Francisci. Ho visto un’intervista rilasciata al TG3 dalla dott.ssa Laura dalla Ragione, psichiatra e responsabile del Centro, e una cosa che mi ha colpito molto è stato sentir dire che loro aiutano i ragazzi a riscoprire il proprio corpo (https://vimeo.com/425399567).
Penso sia una cosa bellissima, poiché alla base di tutto c’è l’odio per il proprio corpo, quindi bisogna riuscire ad amarlo ad accettarlo e a capire che alla fine non è così male.
A tutti noi giovani voglio dire: “La vita è bella, voi siete belli, non distruggetevi ma amatevi”. Non ci riuscite? Beh, allora cercate e chiedete aiuto perché non è una vergogna, semplicemente VIVETE. Ricordiamoci che la nostra vita è più importante di qualsiasi giudizio sociale.
Flavia Cappello Napolitano IV AC