LE NOTE DEL "DE NORA-LORUSSO"

A scuola di Poesia con il Poeta della Serra

di Takoua Gafsi

Mercoledì 3 aprile abbiamo incontrato, in classe, uno scrittore molto conosciuto in Italia tra i giovani, in particolare sui social, il "Poeta della Serra". Appena arrivato, noi ragazzi lo abbiamo accolto con un po’ di timidezza e di imbarazzo, non sapevamo come rompere il ghiaccio. Lo ha fatto lui, mettendoci subito a nostro agio. Si è presentato: Giovanni, un ragazzo di 25 anni nato e vissuto nel quartiere Serra di Matera, poi trasferitosi a Roma per studiare filosofia. Sta continuando a specializzarsi per diventare insegnante e scrive poesie da 10 anni. Scrive sui cassonetti, nelle periferie cittadine, e ha pubblicato anche due libri illustrati, “I frutti del male” e “Biscotti della sfortuna”. Ci ha parlato della Poesia, dell’ispirazione, della bellezza nascosta dietro i versi e di quanto ci sia di noi nelle parole scritte anche da altri. Abbiamo letto insieme due poesie di Aldo Fabrizi, “Pasta alla capricciosella” e “La matriciana mia”, in realtà due ricette trasformate in poesia. È seguito un laboratorio poetico: il Poeta della Serra ha fatto prendere ad ognuno di noi, da un sacchetto, un foglietto contenente una parola, con cui, a coppie, creare delle poesie. Ci siamo divertiti e lui, dopo aver letto i nostri lavori, ci ha fatto i complimenti. Ci ha fatto pensare anche ad un nome d’arte con cui firmare le poesie. È stata davvero un’esperienza bella, creativa e innovativa, capace di farci capire che la Poesia può vivere ancora, anche tra i giovani. 

"Una bella resistenza": le nostre prime hanno incontrato Daniele Aristarco

di Raffaele Fusano

Lo scorso 27 marzo, le classi prime dell'IP "De Nora - Lorusso" hanno incontrato Daniele Aristarco, autore del libro "Una bella resistenza". Durante l'incontro, tenuto nel teatro della chiesa della Trasfigurazione, noi ragazzi abbiamo avuto la possibilità di rivolgere domande al brillante scrittore. A proposito della sua pubblicazione, l'autore ha detto che è un libro che parla di una storia di guerra, di liberazione nazionale rivolta ad un pubblico di lettori giovani e adulti, che stanno costruendo il proprio punto di vista sulle vicende del passato e sulle sfide del futuro. Aristarco invita a seguirlo nel suo viaggio in treno attraverso le città d'Italia per mostrare i luoghi della resistenza, facendo ascoltare le voci di chi si è opposto al regime fascista e di chi oggi porta avanti quella lotta. L'autore, attraverso storie, incontri e memorie, ricorda che i ragazzi e le ragazze tra il 1943 e il 1945 hanno vissuto rischiando, lottando e sono stati persino pronti a morire per la libertà. Durante l'incontro, l'autore ha anche sottolineato che anche oggi, bisogna "prendere parte" e che facendo parte si può diventare  partigiani e partigiane, come i protagonisti dell'epoca. Alla domanda da dove avesse tratto ispirazione e perché avesse scelto come protagonisti di una storia come la Resistenza dei ragazzi e non degli adulti, Daniele ha risposto che nella realtà di quel tempo, i protagonisti erano ragazzi come noi, o appena più grandi, amici perché lottavano tutti all'unisono e per lo stesso obiettivo: la libertà! È per questo che si tratta di "una bella Resistenza". L'autore ci ha anche confidato che continuamente cerca di restare in dialogo con noi giovani esordienti, scrivendo libri ma non solo. Tempo fa è stato anche un insegnante di Storia, Filosofia ed Educazione Civica, così oggi ha voluto lasciare ai giovani una eredità.

Personalmente, penso che sulla tematica proposta dal libro tutti dobbiamo riflettere molto e accuratamente, per far sì che questa Italia, un po' troppo martoriata rinasca come un fiore, il fiore del partigiano, il fiore della libertà vera.

Dante e Beatrice al tempo dei social


di Annadaniela Ciaccia


In un giorno di maggio del 2023, Dante Alighieri, un giovane cantante diciottenne, vide per la prima volta Beatrice insieme alla sua comitiva. A Dante lei subito piacque, così decise di mandarle la richiesta su Instagram, nonostante fosse fidanzata. La ragazza accettò e ricambiò la richiesta. Dante era contentissimo, quello di Beatrice si dimostrava un chiaro segno d’interesse. Guardò il suo profilo e capì che era la sua compagna di catechismo, si erano già incontrati in tenera età, a 9 anni. Dante, per farsi notare, metteva like ad ogni cosa lei pubblicasse. Quando Dante usciva, c'era pure lei, ma si scambiavano solo sorrisi e sguardi e forse qualche parola. Dante non voleva assolutamente far trapelare segni della sua cotta. Un giorno, però, si fece coraggio e le rispose ad una storia, ma Beatrice lo ghostò. Le amiche, avendo il suo profilo, videro il messaggio e lo prendevano in giro continuamente. Beatrice si imbarazzò così tanto per la situazione che, come aveva osato salutarlo per prima, così osò togliergli il saluto. Gli amici di Dante lo invitarono, una sera, a partecipare ad un evento, sapendo che Beatrice era solita esserci: egli sperava di non incontrarla, ma così non fu. Si girò e d'improvviso la vide, se ne andò in fretta e lei e le sue amiche risero di lui. Dante stava morendo d’imbarazzo. Chiese, così, un consiglio a delle amiche in comune, le famose “Donne che hanno intelletto d’amore” e che gli suggerirono di lasciar stare perché quella di Beatrice con il suo fidanzato era una relazione seria. Ma Dante non si è ancora arreso e continua a scrivere canzoni per lei.

Un futuro medico tra gli studenti dell'Alberghiero

di Natalia Forzati

Da dove partire? Sono una ragazza comune, con aspirazioni e sogni, tanti sogni, che, con il tempo, spero di realizzare. Tutto è cominciato nel 2021, durante il mio quinto anno, quando la domanda che mi sono posta più spesso è stata “come ti vedi tra 10 anni?”.

Non posso dire con precisione cosa diventerò tra 10 anni, ma la cosa certa è che sarò un medico. 

Penserete: “Strano a dirsi per una ragazza diplomatasi all'alberghiero”. Io, invece, penso: “Nulla è impossibile se lo vuoi davvero”. 

Pur non essendo entrata al primo tentativo, grazie alla mia determinazione, ad aprile di quest'anno, seppur con gli scorrimenti, sono riuscita a superare il fatidico test d'ingresso all’Università di Bari. E mi ritrovo adesso a frequentare il secondo anno di medicina, con alcuni esami da recuperare del primo, ma comunque con la soddisfazione di poter dire "sono in parte riuscita a realizzare il mio sogno". 

Voi direte: “E che ci fai all’alberghiero?”. Vi spiego: a 13 anni siamo troppo piccoli per decidere del nostro futuro, io stessa ho maturato la decisione di diventare un medico solo al terzo anno di scuola superiore. Non mi sono, però, mai pentita della scuola che ho fatto, perché ho avuto professori eccezionali, che hanno trasformato la ragazzina chiusa in sè stessa in una ragazza forte e determinata, che non si fa più abbattere dagli ostacoli. Ebbene sì, perché fino a qualche anno fa ero molto diversa da ora, ero una ragazzina con la paura di essere giudicata e di non essere abbastanza per superare gli ostacoli. 

Una cosa di cui mi sono pentita? Essermi diplomata in Accoglienza Turistica, ma, lavorando, ho scoperto di avere una passione per il bar, ed è così che ho maturato la mia decisione di reiscrivermi al quinto anno di sala, per poi poter frequentare corsi di bartending. Per molti, la mia, sarà una decisione insensata, ma prima di fare tale scelta posso solo dire che ho riflettuto attentamente, poiché vorrei acquisire le competenze di base per poter svolgere al meglio questa professione. 

Eccomi qua, dunque, quest’anno, a frequentare sia il quinto anno di Sala, sia i corsi di Medicina. Cosa c'entra questo lavoro con Medicina? Io direi niente, sono due strade parallele, ma bisogna comunque prendere in considerazione che ci vogliono sei lunghi anni per potermi laureare, e, nel frattempo, per mantenermi agli studi, mi piacerebbe fare un lavoro che mi permetta di esprimermi a mio modo. Nell'arte del bartending c'è la possibilità di potersi esprimere creando miscelazioni, unendo tecnica e precisione.  Spero che la mia esperienza possa essere d'esempio per altri, poiché sono in molti che tentano di sminuirci. Io posso solo dirvi che la vita è vostra, fatene un capolavoro. Basta impegno e voglia di mettersi in gioco.

Le emozioni al tempo dei social

di Valeria Natuzzi

Vorrei essere nata nelle generazioni precedenti, quando le nostre emozioni non erano bloccate dietro uno schermo. Adesso, con l'uso dei social, tutto accade tramite videochiamate e messaggi. Esprimiamo le nostre emozioni con emoji o sticker. Alcune volte penso di essere nata nella generazione sbagliata.

In passato non esisteva internet, ci si conosceva per caso e non grazie ad un social, si moriva dalla voglia di vedere “quella persona” e si faceva di tutto per chiederle di uscire o per parlare al telefono, inserendo solo degli spiccioli alla cabina telefonica. La cosa più romantica di tutte: esistevano le lettere. Si esprimevano su di un foglio tutte le proprie emozioni e queste lettere venivano conservate, le ritrovavi tutte impolverate in una scatola e ti cadeva una lacrima pensando a vecchi ricordi.

Della passata generazione mi piace il fatto che, se ti mancava qualcuno, andavi sotto casa sua per fargli una sorpresa. Molte persone possono pensare che io sia “paranoica”, ma la nostra generazione non ci dà niente di tutto questo. La nostra generazione adesso esprime sentimenti e stati d’animo con delle stupide emoji di WhatsApp e sembra che le emozioni siano limitate a quelle emoji, senza che noi possiamo esprimere nient’altro. Sembra che stiano svanendo le relazioni umane, si preferisce guardare un’emoji triste, felice oppure innamorata, anziché guardare la luce che ti entra negli occhi di quella determinata persona, una luce che ti può migliorare la giornata. Secondo me, se continuiamo ad usare talmente tanto i social, ci chiuderemo in quel mondo, nascondendo le nostre emozioni. E la cosa più bella che ci possa capitare è guardare il volto felice delle persone che amiamo.

Oggigiorno tante relazioni, che siano di amicizia o di amore, finiscono perché non c’è più continuità nel vedersi, parlarsi dal vivo, vivere gli attimi nella vita reale. Mettiamo il caso che il loro problema siano le emozioni inespresse? Alcune volte chi amiamo perde attimi di vita perché non nota più come la felicità, o anche la tristezza, abbiano il potere di cambiare l’espressione del nostro viso e degli occhi.

Mi auguro di incontrare molte persone che abbiano il mio stesso pensiero oppure che un giorno lo possono capire. Le emozioni si vivono tramite gli sguardi, sia quelle positive sia quelle negative, e non tramite un social. Ricordiamoci che la felicità è un attimo e godiamoci quell’attimo.

Una giornata speciale

di Francesca Traetta

Quella di giovedì 26 Ottobre 2023 è stata una giornata speciale per l’intera comunità scolastica dell’IP “Donora – Lorusso”. Si è tenuta infatti, la prima edizione della “Premiazione dei talenti – Sport e inclusione sui banchi di scuola”, durante la quale hanno ottenuto i giusti riconoscimenti, anche i concorsi e i progetti svolti nell’anno scolastico 2022-23. Presenti alla serata, oltre ad una moltitudine di alunni e genitori, la Dirigente Scolastica Maria Lucia Giordano, la Vice-Preside Teresa Picerno e il dott. Perricci, in rappresentanza dell’USR (Ufficio Scolastico Regionale). Dopo i saluti di rito, proprio la Dirigente ha presentato un power-point, grazie al quale ha passato in rassegna i vari indirizzi dell’Istituto. A proposito delle premiazioni, la Preside ha dichiarato: “Lo sport può includere i ragazzi, insegnando loro anche a perdere; perché nella vita non sempre si può ottenere tutto”.  Il dott. Perricci, dopo aver ringraziato famiglie, Dirigente e professori, per i successi degli studenti, ha annunciato la prima manifestazione sportiva paralimpica in Puglia. Anche la Professoressa Picerno, Vicepreside, ha affermato di essere molto orgogliosa di appartenere a quest’istituto, spiegando che “Gli alunni hanno una preparazione a tutto tondo, senza sentirsi inferiori a nessuno”.

Essendo una manifestazione concepita nel segno dell’inclusione, la prima premiazione ha riguardato i ragazzi che hanno preso parte alle attività sportive paralimpiche dello scorso anno. L’Ufficio Scolastico Regionale ha premiato: Lorenzo Bruscella, Luca Dragonetti, Luigi Ricciardi, Simona Ostuni, Sara Sarachella, Alessandro Nuzzi, Arianna Chierico, Mattia Cristallo Nolasco, Erika Liantonio e Francesco Loconscole, che lo scorso anno ha conseguito il Diploma. Insieme ai ragazzi, sono state premiate per l’impegno e il sacrificio, la Dirigente e la professoressa Lucia de Pinto.

La giornata speciale non si è esaurita con le premiazioni della squadra paralimpica ma è proseguita con altri riconoscimenti:

Sebjo Prapaniku, preparato dal prof. Ciliberti, è stato premiato per il secondo posto al concorso nazionale “Cooking Quiz ReNaIA”

Leonardo Dellisanti, Mattia D’Ambrosio e Michele Giove, guidati dal prof. Lionetti, si sono piazzati al primo posto nel “Memorial Francesco Testa”, un contest di enogastronomia riservato agli Istituti Alberghieri di Basilicata e Puglia.

Caterina De Nora, Grazia Deveteris, Michele Carlucci e Miriana Di Padova, guidati dal prof. Caputo, hanno vinto il premio come “Miglior Team Coordinato” al Trofeo Enogastronomico NOI.

Ilaria Chiaradia, Antonella Masiello, Angela Simone e Anna Tragni, guidate dalla prof.ssa Cornacchia, hanno vinto il Concorso bandito dal Consiglio Regionale della Puglia “Mi impegno per la legalità”, venendo selezionate tra le 105 scuole partecipanti.

Anna Tota si è piazzata al secondo posto nel Concorso Nazionale Combiguru, svoltosi a Padova.

Altri due premi sono toccati a Sara Sarachella, guidata dalla prof. De Pinto: nella “Festa nazionale dello sport scolastico” svoltasi a Teramo ha vinto il premio “Miglior atleta categoria ballo” e si è classificata al primo posto nella categoria Hip Hop. Sara si è anche classificata al quarto posto nella “Finale nazionale di corsa campestre”, disputata a Venezia.

Salvatore Walter Giordano, nel Concorso scolastico “Lezione di… vita”, ha conquistato il terzo premio “Donare per imparare e donare”, promosso dall’AIDO (Associazione Italiano Donatori Organi).

Michele Pio Calia, Giuseppe Centoducati, Cosimo Damiano Del Negro, Michele Lorusso, Tommaso Attivissimo, Claudio Lorusso, Angelo Masiello, Massimo Livrieri, Joseph Silvano, Diego Popolizio, Salvio Reale e Francesco Sciannanteno, guidati dai professori Stasolla, Caso, Lovicario e Barone, hanno vinto il Primo Premio Social nel concorso “Dal Palcoscenico alla realtà: @scuola di prevenzione 2023”, nell’ambito della sicurezza sul lavoro.

Le premiazioni si sono chiuse con la premiazione degli studenti diplomati con 100/100: Aldo Amatruda, Gennaro Cirillo, Chiara Cutrone, Arianna Ferrulli, Francesco Loconsole, Sofia Lorusso e Nicola Oliva.

Un ultimo momento, particolarmente sentito e toccante, è arrivato subito dopo le premiazioni, quando la Palestra del plesso di via Ruvo, è stata intitolata al professor Domenico Disabato, docente del nostro Istituto, scomparso prematuramente. Presenti alla manifestazione, la moglie del professore (che ha letto una lettera di ringraziamento) e i figli, oltre ad altri familiari e conoscenti. Anche il professor Denora, visibilmente commosso, ha letto una lettera in cui ricordava “Mimmo”, stimatissimo collega e soprattutto caro amico.

La manifestazione si è conclusa con il tradizionale “cocktail di benvenuto” ma tutti i presenti sono tornati a casa, con la consapevolezza che nella nostra scuola, l’inclusione non è un concetto astratto ma un concetto radicato in profondità.

Migliorare la vita degli studenti autistici: Corso per i Docenti all'IP "De Nora Lorusso"


di Caterina Pellegrino


“Progettare l’inclusione dell’alunno/a autistico/a a scuola” è questo il titolo del corso sull’autismo presentato il 10 ottobre dalla prof.ssa Maria Lucia Giordano, Dirigente del nostro Istituto e dagli illustri ospiti. Tra questi, la dott.ssa Giuseppina Lotito in rappresentanza dell’USP di Bari, il dott. Vito Spadavecchia in rappresentanza del sindaco della città Metropolitana di Bari, il dott. Porcelli, Neuropsichiatra dell’Infanzia e dell’Adolescenza, la prof.ssa Manghisi, DS dell’IP “Modugno” di Polignano, la dott.ssa Antonia Bello Responsabile della sede appena inaugurata di Neuropsichiatra Infantile di Altamura e la dott.ssa Daniela Sasanelli, ricercatrice del Dipartimento di Scienze dell’educazione e analisi del territorio. Ogni intervento degli ospiti ha sottolineato l’importanza di una assistenza mirata nei confronti dei soggetti con autismo perché vi è la necessità di dover considerare ogni soggetto autistico come un individuo unico con esperienze del vissuto che possono segnare in maniera diversa l’individuo stesso. È proprio per questo motivo che la scuola è chiamata a far sì che queste persone, e soprattutto questi alunni, possano vivere in un ambiente adatto, in cui sentirsi circondati e supportati da docenti formati e informati su come poter intervenire. L’intervento precoce, un ambiente comprensivo e l’accesso a servizi come terapie comportamentali, terapie occupazionali e terapie del linguaggio possono fare una grande differenza nella vita di persona con autismo, riuscendo ad aiutarla e a mitigare alcune delle sfide associate alla condizione. Nella presentazione sono emerse criticità pugliesi legate ad un censimento effettuato non senza difficoltà dalla ASL, che ha riportato numeri abbastanza preoccupanti, in conseguenza dei quali si rendono necessari interventi ben organizzati, anche se in presenza di un territorio molto vasto. Il corso sull’autismo organizzato dall’IP “De Nora Lorusso” ha posto l’attenzione su un disturbo spesso difficile da diagnosticare nelle sue tante sfumature, con diversità anche di genere ma che, finalmente, sta trovando nella formazione uno dei tanti step per migliorare la condizione dei soggetti autistici e delle loro famiglie.  Punto cardine del corso sarà dunque informare e formare i docenti per gestire classi con la presenza di studenti con autismo, chiamati anche e ulteriormente a supportare la famiglia che è condannata per sempre a vivere e a gestire situazioni non facili per tutta la vita.

L’importanza dello stile di vita

di Francesca Traetta

Secondo un articolo, pubblicato recentemente su “Il Corriere della Sera”, solo il 2% dei giovani in Occidente ha uno stile di vita sano. Gli stili di vita errati che segnano la nostra epoca, purtroppo, sono assunti sin da bambini: dare uno smartphone a ragazzini di un’età pari a 10-11 anni, togliendo tempo alle passeggiate, alle uscite per giocare con gli amici vicino casa oppure alla pratica sportiva, non aiuta ad assumere buone abitudini. Crescendo, avere un’alimentazione scorretta, svolgere poca attività fisica, stare troppo tempo vicino ad uno schermo, assumere alcool e tabacco, peggiorano la situazione. Pertanto, correggere abitudini sbagliate, intraprendendo uno stile di vita più salubre, potrebbe aiutare ad aumentare l’aspettativa di vita. Sempre, secondo il Corriere, si potrebbero guadagnare circa 7,6 anni di vita nelle donne e 6,3 negli uomini.

Ad esempio, seguire una dieta equilibrata comporta:

-          avere un cuore più sano, perché soggetti in sovrappeso oppure obesi, hanno delle cellule, dette Leucociti T, che in grosse quantità infiammano il cuore e i vasi;

-          avere ossa più forti: una persona obesa rispetto ad un normopeso ha il doppio delle possibilità di contrarre un’artrite;

-          la riduzione del rischio di sviluppare tumori: una scorretta alimentazione può causare fino ad undici diversi tipi di cancro;

-          l’aumento la fertilità: non mangiare sano può compromettere la possibilità di avere bambini, soprattutto perché nelle donne il sovrappeso riduce l’attività dell’ovaio.

Inoltre, la sedentarietà comporta l’aumento della percentuale di grasso corporeo, il metabolismo rallenta e i disturbi si moltiplicano.

Viceversa, fare attività sportiva implica:

-          una maggiore tolleranza al glucosio;

-          un forte calo del rischio di sviluppare malattie cardiache;

-          una riduzione dei sintomi dell’ansia.

Lo sport è importante anche per i portatori di disabilità, diventando quasi una vera e propria terapia mentre, bere alcool facilita l’assorbimento delle sostanze chimiche cancerogene del fumo, da parte dei tessuti della bocca e della gola.

Dopo aver preso conoscenza dei rischi e dei benefici, appare evidente che sarebbe meglio allontanarsi da sostanze pericolose, cercando invece di assumere stili di vita positivi.

Studenti e protagonisti

di Francesco Cristallo

I Decreti Delegati del 1974 hanno introdotto la possibilità di organizzare le Assemblee di Istituto per ogni scuola superiore italiana. In pratica, ogni mese, ogni Scuola Secondaria può organizzare una riunione aperta a tutti gli studenti. La durata dell’Assemblea copre l’intera giornata di lezioni e non può avere luogo durante il mese conclusivo delle lezioni. Secondo la legge, la richiesta di assemblea, oltre che dai rappresentanti di Istituto degli studenti, può essere fatta anche dalla maggioranza dei componenti del Comitato Studentesco (costituito da tutti i Rappresentanti di Classe) oppure dal 10% degli studenti iscritti. Ovviamente, è necessario presentare preventivamente alla Presidenza l’opportuna domanda, indicando oltra a data e orario dell’Assemblea, anche l’Ordine del Giorno. All’Assemblea possono partecipare il Preside (che può anche sciogliere l’Assemblea nel caso in cui sia violato il Regolamento di Istituto) o i professori che lo desiderano. Durante le assemblee di Istituto ci si può riunire per discutere dei problemi della scuola o degli studenti oppure ci si può riunire per momenti di formazione, compresi cineforum, oppure anche invitando degli “esperti” esterni. Dovendo organizzare un’Assemblea al mese, non è sempre facile avere idee su come realizzarle ma i nostri rappresentanti, riescono sempre a trovare un modo per svolgerle, a volte anche tenendo presente i suggerimenti della Preside, spesso utili anche per trovare contenuti nuovi. Un’altra problematica della nostra scuola è relativa agli spazi, infatti, non avendo un Auditorium o un’Aula Magna grande abbastanza per contenere tutti gli studenti, dobbiamo recarci in spazi esterni: un Palazzetto dello Sport, una chiesa o come abbiamo fatto nell’ultima assemblea dello scorso anno scolastico in un’area circoscritta come il “Boschetto”. Un errore da non commettere mai è quello di considerare le Assemblee di Istituto come delle perdite tempo: sono occasioni per socializzare, per divertirsi, acculturarsi e che ci consentono di confrontarci sui problemi della vita scolastica, provando a suggerire delle soluzioni. Sono sicuramente dei momenti di crescita personale e di gruppo.


Cambiamento climatico e impegno giovanile: i fridays for future 

di Carmen Lovecchio

La lotta all’inquinamento ambientale, al giorno d’oggi, è uno degli argomenti più discussi dai ragazzi nati tra il 1995 e il 2010, nel mondo intero. I giovani hanno una sensibilità ambientale diversa, forse perché si trovano in un periodo di sviluppo fisico e mentale mentre, con il passare degli anni il modo di pensare cambia. Probabilmente, proprio per questo, sono più sensibili degli adulti. Anche dal punto di vista fisico i giovani sono più sensibili e più esposti a malattie causate dall’inquinamento dell’aria o dell’acqua che, provocano malattie respiratorie, cardiovascolari o addirittura tumori. Rendere la società in cui viviamo più “sostenibile” è considerato un obiettivo importante dalla maggioranza della cosiddetta Generazione Z. La giovanissima Greta Thunberg, attivista svedese nata il 3 Gennaio 2003, si batte da tempo per inseguire una forma di sviluppo sostenibile e contro il cambiamento climatico, ed è stata candidata anche al Nobel per la pace nel 2021. Dalla sua caparbietà è nato il “Friday for future” ovvero il “venerdì per il futuro”, un movimento internazionale di protesta contro il cambiamento climatico. È composto da persone che organizzano e partecipano a manifestazioni in cui chiedono di prevenire il riscaldamento globale. Su quello che sta accadendo al nostro pianeta e di come contrastare gli effetti negativi del cambiamento climatico, siamo chiamati tutti a fare una seria riflessione ed è anche per questo che quello sull'ambiente sta diventando, piano piano, uno dei classici compiti assegnati dai prof. Non tutti i giovani sono uguali, difatti numerosi pensano che non sia un problema forte per il quale organizzare manifestazioni o preoccuparsi. Molti, purtroppo, non forniscono il loro contributo per “vincere” questa battaglia, trascurando e non notando l’evidenza del tema in questione. Scopo di questo articolo, è anche quello di provare a invogliare tutti i ragazzi, ad essere più attenti alle piccole cose, partendo solamente dall’evitare di gettare sporcizia in terra ed essere più civili per il bene di tutti, anziani e giovani. Sono tante le conseguenze del degrado ambientale. Tra le prime, troviamo i mari che sono ritenuti da anni delle grandi e gratuite discariche di rifiuti. Subito dopo troviamo l’emissione di gas nocivi nell’atmosfera. Inoltre, l’uomo ha sterminato alcune specie di animali, questo porta a negative cause sull’uomo, poiché la perdita di specie di animali porta alla nascita di nuove specie, che a volte risultano nocive per lui stesso. Ma non sempre è lui a danneggiare l’ambiente, spesso anche la natura stessa causa problemi, come ad esempio alluvioni o terremoti che alterano la terra e l’uomo non può far nulla, rimane impotente davanti alla forza della natura. La qualità del suolo, dell’acqua, dell’aria può essere compromessa causando la morte di piante, animali e la distruzione di habitat naturali. Per questo motivo è fondamentale adottare misure per ridurre l’inquinamento ambientale e promuovere uno sviluppo più sostenibile.

    Salmo: il rapper innovativo che conquista i giovani

di Federica Tedesco

La musica rap in Italia nasce intorno al 1990 grazie alla romana Onda Rossa Posse e, in ambiti più commerciali, grazie a Jovanotti che utilizza il genere in alcune delle sue canzoni.
Uno degli artisti contemporanei più interessanti della scena musicale italiana e molto ascoltato dai giovani è Salmo, un rapper che ha conquistato il pubblico con la sua musica eclettica e innovativa, che mescola vari generi. Infatti, viene da molti considerato uno degli artisti più innovativi e versatili della scena musicale italiana.
Salmo, nome d'arte di Maurizio Pisciottu, è originario della Sardegna ma ha trascorso gran parte della sua vita a Milano, dove ha cominciato a farsi conoscere come rapper underground. La sua carriera è iniziata nel 2011 con l'album "The Island Chainsaw Massacre", che ha subito attirato l'attenzione della critica per la sua originalità e la sua raffinatezza. Da allora, Salmo ha continuato a produrre musica di alta qualità, mescolando elementi di rap, rock, elettronica, metal e persino musica classica. Uno dei temi principali delle sue canzoni è la tecnologia e l'impatto che essa ha sulla società e sulla cultura. Nella sua musica si possono trovare infatti riferimenti al mondo digitale, all'intelligenza artificiale e alla realtà virtuale, mescolati con temi sociali come la politica, la religione e la critica della società consumistica. Inoltre, la sua musica è molto spesso accompagnata da video suggestivi e inquietanti, che lo rendono uno dei rapper più innovativi e completi degli ultimi anni. Tutte le sue canzoni hanno messaggi profondi e significativi che spesso affrontano temi universali, come l'amore, la morte e la ricerca del senso della vita. Uno degli aspetti più interessanti della musica di Salmo è l'impatto che essa ha sui giovani e sulla cultura italiana. I suoi testi, come già detto, spesso parlano di problemi sociali e politici che riguardano il nostro paese, come la corruzione, la violenza e il disagio giovanile. Inoltre, la sua musica rappresenta una risposta creativa e originale alla globalizzazione e alla cultura digitale, due fenomeni che stanno cambiando profondamente il nostro mondo. In conclusione, la musica italiana è in ottima forma, con artisti come Salmo che hanno fatto della sperimentazione e dell'innovazione le proprie bandiere. Con la sua musica eclettica e i suoi testi profondi, Salmo si conferma come uno dei rapper più interessanti e originali della scena italiana e un portavoce della nuova generazione di artisti che cercano di reinventare la musica italiana per il futuro.

Atletica e Danza: i talenti di Sara Sarachella

di Marina Balducci

Sara Sarachella, studentessa del nostro istituto, dove frequenta il terzo anno del corso di Arte Bianca, dopo aver vinto lo scorso anni un titolo nazionale nell’Atletica Leggera, anche quest’anno si sta segnalando per gli ottimi risultati in ambito sportivo, gareggiando ai massimi livelli nazionali sia nell’Atletica Leggera che nella Danza. L’abbiamo intervistata:

Qual è l’ultima gara che hai vinto?

Pochi giorni fa, ho vinto una gara di danza hip hop qualificandomi per la fase nazionale.

Cos’hai provato durante la gara?

Ho avuto tantissima ansia, tanta tensione e molta paura di non vincere.

Invece cos’hai provato dopo aver vinto?

Mi sono sentita molto soddisfatta, ho versato lacrime di gioia e adesso, spero di vincere la fase nazionale.

Quante ore ti alleni?

Mi alleno circa 3 ore a settimana.

Poche settimane fa, sei arrivata quarta alla finale nazionale dei 200 metri…

Sono arrivata quarta, in una gara in cui c’erano tutte le 20 vincitrici delle fasi regionali. Anche quella è stata una bella soddisfazione.

Quali sono le specialità dell’Atletica in cui ti piace gareggiare?

Mi piace molto la corsa ma gareggio anche nel salto in lungo.

Se fossi costretta a scegliere, cosa preferiresti tra danza e atletica?

L’Atletica mi piace molto ma, se fossi costretta a scegliere non avrei dubbi: preferirei la danza perché è una passione che coltivo dall’età di 5 anni, e non l’abbandonerei mai! Per me la danza è anche un momento di sfogo, che mi aiuta a liberare la mente dai pensieri negativi.

Molti ragazzi della nostra età, considerano uno sfogo il fumo. Cosa ti senti di rispondere a queste persone?

Non credo che fumare serva a sfogarsi. Inoltre, credo che mi creerebbe danni alla salute, impedendomi di ballare come dovrei e come vorrei.

In merito all’autostima, come ci si sente dopo aver effettuato un buon ballo?

MI sento soddisfatta di me stessa, facendo vedere a tutti quanto valgo.

Chi è stata la ballerina da cui hai preso spunto per appassionarti al ballo?

È stata la mia insegnante di ballo che mi ha fatto appassionare all’hip hop ma, ora come ora, sono anche follemente innamorata di una ballerina di nome Giulia, che 2 anni fa ha vinto “Amici”, in televisione.

In futuro dove speri di arrivare?

In futuro spero di diventare anch’io un insegnante di ballo e, magari diventare anche una ballerina conosciuta.

E allora forza Sara, continua ad inseguire i tuoi sogni, noi facciamo il tifo per te!

Rappresentative scolastiche: un’opportunità per tutti!

di Angelica De Vincenzo

Una squadra rappresentativa di un Istituto grande come il nostro, per prendere corpo ha bisogno di docenti preparati, sensibili e fortemente motivati, capaci di trasmettere queste motivazioni ai ragazzi selezionati per le nostre rappresentative. La professoressa Lucia de Pinto, da diversi anni, si fa carico di allestire le nostre squadre rappresentative. Abbiamo sentito le sue sensazioni:

Quali sensazioni le trasmette il fatto di arrivare con i suoi alunni, fino alle finali nazionali?

Per me non è una novità. Sono oltre dieci anni che con la squadra della scuola riusciamo a qualificarci per le finali nazionali ma, ogni anno è una sensazione bellissima, che ripaga me e tutti i ragazzi, degli sforzi fatti durante le settimane di allenamento. Quest’anno erò, una novità c’è: faremo le nazionali anche nella danza sportiva.

Quanto è difficile il percorso per arrivare alle finali nazionali?

È un percorso complicato ma che proprio per questo, regala grandissime soddisfazioni. La prima difficoltà, per me, è quella di riuscire a coinvolgere i ragazzi in una sfida di questo tipo, convincerli che possono togliersi belle soddisfazioni, in modo sano. Dopo aver formato la squadra, bisogna seguirli negli allenamenti settimanali per aiutarli a tirare fuori il meglio di sé. Poi, c’è la parte del confronto con le altre squadre: per raggiungere le fasi nazionali, si parte dalla selezione di Istituto, poi bisogna superare la fase provinciale e quella regionale.

Possono partecipare tutti gli studenti?

Fino al terzo anno di scuola, possono partecipare tutti, senza limiti di età e di indirizzo. Il Ministero però, non consente l’iscrizione ai ragazzi del quarto e del quinto anno.

Nel nostro Istituto si organizzano PON o altre iniziative ad indirizzo sportivo?

Certamente! Quest’anno abbiamo anche organizzato un PON sulla danza sportiva, in modo da poter allenare ancora meglio Sara Sarachella, in vista delle finali nazionali e magari far nascere la voglia di competere ad altre ragazze.

Le famiglie dei ragazzi che compongono le rappresentative scolastiche, devono contribuire economicamente?

Assolutamente no! Le famiglie non devono dare nessun contributo economico e i ragazzi sono tutti coperti anche dall’assicurazione scolastica. Quando poi, raggiungiamo le fasi nazionali, è il Ministero che copre tutte le spese di viaggio, vitto e alloggio.

Protesta verde: Attivisti o Ecoterroristi?

di Salvatore Castoro

Gli attivisti di “Ultima Generazione” hanno colpito ancora, questa volta a Milano.  Due attivisti hanno imbrattato con vernice di colore arancione il monumento equestre dedicato a Vittorio Emanuele II, in Piazza Duomo. Subito dopo aver ricoperto la statua di vernice, i dimostranti vi si sono arrampicati e hanno iniziato a lanciare volantini verso i passanti. All’arrivo dei Carabinieri, i due assalitori non hanno opposto resistenza e sono stati condotti in caserma. In un’assemblea il gruppo “Ultima Generazione” ha, quindi, spiegato i motivi dell’iniziativa: “Il Governo ha investito 42 miliardi per l’estrazione di combustibili fossili, solo nel 2022. Come associazione chiediamo al Governo che questa montagna di soldi vada immediatamente tolta dal fossile e investita per una transizione ecologica giusta”.  Gli attivisti di “Ultima Generazione”, da diversi mesi, si segnalano per atti dimostrativi come questo, non solo in Italia ma tutta Europa. Sicuramente, gli scopi dichiarati di queste iniziative, che spesso vandalizzano monumenti, palazzi storici o addirittura opere d’arte, sono nobili e tornerebbero a vantaggio di tutta la collettività ma col passare del tempo, l’accanimento nei confronti di opere d’arte che sono anch’essi patrimonio di tutti, hanno fatto cambiare la percezione che di questi attivisti aveva l’opinione pubblica. All’inizio infatti, venivano generalmente guardati quasi con simpatia mentre, col passare delle settimane, in molti hanno cominciato a chiedersi se quello che affermava circa 500 anni fa Niccolò Machiavelli, cioè “il fine giustifica i mezzi” fosse davvero giusto. Insomma, se davanti ai primi atti dimostrativi, i presenti erano, istintivamente, portati a simpatizzare per loro, con l’intensificarsi degli atti e l’aggravarsi degli episodi, la simpatia iniziale, si è pian piano trasformata in insofferenza. Anche il recente danneggiamento di Palazzo Madama, sede del Senato della Repubblica è costato alle casse dello Stato, e di conseguenza di tutti i cittadini, circa 40.000 euro e, pochi giorni prima, altri attivisti che stavano cercando di vandalizzare Palazzo Vecchio a Firenze, sono stati “placcati” dal sindaco del capoluogo toscano Nardella. Continuare ad inquinare il mondo danneggia tutti ma, anche danneggiare il patrimonio artistico, danneggia tutti, perché l’arte non ha padroni. Probabilmente, sarebbe il caso che la protesta, giusta, si indirizzi verso altre forme.

Dentro la radio: una giornata di formazione speciale 

di Francesco Popolizio

Quella del 20 aprile, per noi ragazzi iscritti al PON “Giornalino” è stata una giornata molto diversa dalla altre. Infatti, invece di svolgere il consueto incontro del PON nei locali della scuola, ci siamo recati presso la Sede di RadioAltamura1, la più antica emittente radiofonica altamurana. Con noi il professor Luigi Mininni, “esperto” del nostro PON e la professoressa Domenica Maria Dileo, “tutor” del PON. Ad attenderci nei locali della Radio, l’Editore della Radio Peppino Maffei e sua figlia Floriana, giornalista, responsabile tecnica della Radio e Direttrice Responsabile di “Fortis Murgia News”, il giornale della Fortis Murgia, l’associazione culturale che organizza nella nostra città “Federicus”. L’incontro si è diviso in due momenti: uno di formazione, svolto nel salone usato per le riunioni di redazione sia di RadioAltamura1 che di FortisMurgiaNews, l’altro svolto negli studi da cui partono le trasmissioni dell’emittente. Nella prima parte, grazie alle spiegazioni del professor Mininni, della direttrice Floriana Maffei e dei racconti dell’editore sui primi anni di vita della radio, abbiamo potuto approfondire la storia e l’evoluzione delle comunicazioni locali e capire ogni quanto tempo si riunisce una redazione e come si svolge una riunione, quali sono i compiti dei vari giornalisti e anche come “costruisce” e si impagina un giornale locale. La seconda parte è stata ancora più avvincente: siamo entrati negli studi di trasmissione e mentre alcuni di noi si sono appassionati alla parte relativa alla regia e alla trasmissione via etere e via web, altri si sono concentrati sugli studi veri e propri, finendo col simulare una vera a propria trasmissione, in cui io stesso ho provato a condurre un programma in cui dovevo intervistare due compagne di corso, che si sono improvvisate ospiti. È stata un’esperienza stimolante, che ci ha fatto capire cosa c’è dietro programma che a volte ci era capitato di seguire ma, che non avevamo idea di come si realizzassero praticamente. Momenti di formazione così intensi, lasciano sicuramente un segno profondo.

Calcio e violenza: un binomio da dividere

di Antonio Aruanno

Mentre la stagione sportiva sta entrando nella sua fase cruciale, trovano sempre maggiore spazio sui giornali e sui siti di informazione, sia sportivi che generalisti, anche notizie poco piacevoli, legate al calcio. Troppo spesso infatti, è la violenza gratuita a rubare la scena alle prodezze dei calciatori in campo. Si tratta di un fenomeno che non conosce limiti di nessun tipo: è diffuso in diverse parti del mondo e coinvolge sia i campionati professionistici che quelli dilettantistici, fino ad arrivare ai campionati dei giovanissimi. Di recente, anche Altamura, prima della partita di Serie D tra Altamura e Matera, è stata teatro di scene di vera e propria guerriglia urbana che ha finito con il coinvolgere anche diverse automobili di gente che, ignara, aveva parcheggiato a poche centinaia di metri dallo Stadio “D’Angelo”. Alla fine degli scontri, oltre a decine di auto vandalizzate, alcune persone hanno dovuto fare ricorso alle cure mediche presso i Pronto Soccorso di Altamura o di Matera. Molti spettatori, restano perplessi e stupiti davanti a comportamenti gravemente sbagliati che, a persone davvero innamorate dello sport, restano incomprensibili. Cosa c’è dietro tutto questo odio? Cosa c’è dietro tutta questa violenza gratuita? Cosa c’è dietro questa profonda mancanza di rispetto per l’altro? In realtà, non c’è una spiegazione capace di riassumere tutte le cause scatenanti, anche se ci sono degli schemi che si ripetono: intimidazioni, minacce, insulti, fino alle aggressioni fisiche. Si può rilevare che molte volte, la semplice rivalità sportiva c’entri davvero poco e che anzi lo Stadio, da alcune persone sia considerato una specie di “zona franca” dove valgono regole diverse da tutto il resto del mondo. Si assiste così a cori ignobili, a volte anche di stampo razzista, che fuori sarebbero etichettati come reato e che invece, all’interno dello Stadio sembrano normali. Lo stesso si può dire di sostanze stupefacenti, che in qualche curva (in realtà negli stadi più grandi) sono di casa mentre, anch’esse fuori costituirebbero reato. La parte più complessa da capire però, riguarda forse le gare dei ragazzini, luoghi in cui i padri (e addirittura le madri) si scambiano insulti irripetibili che, spesso, portano allo scontro fisico. Come si viene fuori da questi comportamenti sbagliati? Educando i giovani, magari anche i bambini che i valori veri dello sport sono altri: competere, vincere è bellissimo ma, fa parte dello sport anche la sconfitta che deve essere vista come una spinta per fare meglio, non come un fallimento irreparabile. In pratica, lo sport deve fare di noi persone migliori, non tirare fuori il peggio di noi stessi e, gli avversari non devono mai essere visti come nemici ma, come amici, senza i quali non avremmo nessuno contro cui giocare e misurarci.

Come si vota

di Arianna Lunare

Domenica 14 e lunedì 15 maggio, i cittadini altamurani sono chiamati a decidere il nome del nuovo Sindaco e la composizione del Consiglio Comunale. I candidati alla carica di Sindaco sono 5: Donato Laborante, Michele Loporcaro, Giovanni Moramarco, Vitantonio Petronella e Carlo Vulpio mentre, le liste che li sostengono sono 19 (ognuna composta da massimo 24 candidati). La giornata della domenica, i seggi saranno aperti dalle 7.00 alle 23.00, senza pause; il lunedì invece, sempre senza soste, sarà possibile votare dalle ore 7.00 alle ore 15.00. Appena l’ultimo elettore presente nei locali del seggio alle 15.00 avrà votato, partiranno le operazioni di spoglio.

Come si vota? Ogni elettore riceverà una sola scheda, su cui saranno indicati i nomi dei candidati sindaci e le liste ad essi collegate, con accanto due righe.

L’elettore dovrà indicare con una X il nome del Candidato Sindaco prescelto.

Se vuole, potrà inoltre, esprimere le sue preferenze anche per i Consiglieri Comunali. Per farlo sarà necessario barrare con una X il simbolo della lista preferita e scrivere, nelle due righe accanto al simbolo, il nome di uno o due Candidati Consiglieri. Se i consiglieri indicati saranno due, dovranno necessariamente essere appartenenti alla stessa lista ed essere di sesso diverso: un uomo e una donna. Se i due consiglieri indicati saranno dello stesso sesso, sarà considerato valido solo il voto al candidato scritto per primo.

Votare per il Sindaco è obbligatorio (a meno che l’elettore non decida di lasciare la scheda in bianco) mentre, non è obbligatorio votare per la composizione del Consiglio Comunale quindi, se un elettore dovesse indicare solo il nome del Sindaco, il suo voto sarà valido. Se dovesse invece esprimersi solo per uno o due consiglieri, il voto andrà anche al Sindaco collegato loro.

Cos’è il voto disgiunto? Il voto disgiunto, previsto per le elezioni comunali, consente di votare uno o due consiglieri di uno schieramento, indicando un Sindaco diverso da quello a loro collegato.

Se dopo lo spoglio del 15 maggio, nessuno dei candidati alla carica di Sindaco raggiungerà la maggioranza assoluta dei voti validi (il 50% + uno dei voti), i due candidati che raccoglieranno più consensi si ritroveranno due settimane dopo (domenica 28 e lunedì 29 maggio), sempre negli stessi orari per il turno di ballottaggio.

Nel ballottaggio si dovrà scegliere solo tra due candidati a Sindaco, quindi basterà apporre una X in corrispondenza del Sindaco prescelto. Diventerà Sindaco il candidato che riceverà più voti dell’avversario.

Per Altamura Cinque Candidati alla carica di Sindaco 

di Angela Nuzzi

Dopo le dimissioni di Rosa Melodia da Sindaco di Altamura e i mesi di amministrazione del Commissario Prefettizio Maria Rita Iaculli, i prossimi 14 e 15 maggio i cittadini altamurani torneranno alle urne per eleggere il nuovo Primo Cittadino.

I candidati alla carica di Sindaco sono 5:

Donato Laborante: piccolo imprenditore edile, sostenuto dalla lista unica dei “Nuovi Socialisti”. Ama definirsi “uomo semplice, appassionato di politica e che vorrebbe che la politica fosse al sevizio di tutti”. Di estrazione modesta, è il primo di sei figli. Sposato, ha due figli, che lo hanno reso anche nonno. Lavoratore instancabile, di aspetto burbero e rude, possiede un grande cuore che lontano dai riflettori si prodiga sempre per aiutare chi è invisibile”. In passato è stato già eletto come Consigliere Comunale e ogni volta che si è ricandidato, si è sempre segnalato per lo stile particolarmente “diretto” che ne ha caratterizzato le campagne elettorali.

Michele Loporcaro: docente, sostenuto da due liste: “movimento 5 stelle” e “Semi di futuro”. Insegnante di Scuola Media, agricoltore, ex-allenatore ed ecologista. Si definisce “Cittadino attivo dal 2007”. In passato è stato attivista in diversi movimenti civici come “Il Grillaio”. Nel 2011 è stato promotore del Comitato “Acqua Bene Comune Altamura”. Nel 2014 ha contribuito alla nascita della Rete Appulo-Lucana “Salva l’acqua”, per denunciare i rischi delle attività estrattive in prossimità delle dighe. Dal 2011 al 2014 è stato coordinatore del GIT dei soci Banca Etica di Bari e Brindisi. È stato anche coordinatore, con altri, di un Gruppo di Acquisto Solidale.

Giovanni Moramarco: avvocato penalista, sostenuto dalla coalizione polis 2030 (Fratelli d’Italia, Forza Italia e 4 liste civiche). Dopo aver terminato il Liceo Classico, ha allenato per diversi anni la squadra giovanile della Puglia Sport. Tra le sue esperienze giovanili anche quella di speaker radiofonico, con servizi di cronaca, politica e cultura. Fondatore e attivista di diverse associazioni culturali come “Fortis Murgia” e “AlGraMà” ha contribuito come ideatore o attivista a diversi progetti culturali: “Federicus” (2012-2017); “Un calcio al passato” realizzato presso il carcere di Altamura (2013-2016); “Scripta Manent” (2017); “Le radici della libertà” (2019).

Vitantonio Petronella: Dirigente Scolastico dell’Istituto Tecnico Tecnologico “Nervi-Galilei”, sostenuto dalla coalizione “Altamura Protagonista” composta da 9 liste civiche. Da ragazzo ha giocato a calcio. Laureato in Scienze Motorie, è stato Insegnante di Scuola Primaria, cominciando la carriera da Dirigente Scolastico presso l’Istituto Comprensivo “Carducci” di Ginosa. Ad Altamura dal 2009, fino al 2015 è stato Dirigente presso la Scuola “Don Milani” e, dall’anno successivo è Dirigente del “Nervi-Galilei”. Nel corso della sua carriera è stato più volte Relatore Esperto in Corsi di Formazione per Docenti e Presidente di Commissioni d’Esame.

Carlo Vulpio: Laureato in Giurisprudenza, Giornalista Professionista, sostenuto dalla lista “Avanti Mediterraneo – Rinascimento Sgarbi”. Dopo aver fondato un giornale locale, ha collaborato con diverse testate nazionali, fino ad essere assunto nel 1990 da “Il Corriere della Sera”, giornale per il quale lavora ancora oggi, con la qualifica di “inviato. Nel corso degli anni ha condotto diverse inchieste giornalistiche su tematiche sociali o giudiziarie. Ha insegnato 4 anni alla facoltà di Lettere dell’Università di Bologna e ha scritto 7 libri: “Roba Nostra”; “La città delle nuvole”; Un nemico alla RAI”; “l’Italia Nascosta”; Mediterraneo Verticale”; “Il genio infelice”; “Il sogno di Achille”.