Florentina Motoc nasce nel 1980 a Dorohoi, cittadina rumena situata nella regione della Moldavia, dove trascorre la sua infanzia. Proveniente da una famiglia semplice di operai che affronta una crisi, la quale porta alla chiusura della fabbrica, unica fonte di reddito. L’unica soluzione che la giovane Tina riesce a trovare è accettare una proposta di lavoro in Turchia, dove viene ingannata da una rete di trafficanti e costretta a prostituirsi. Tina, rimasta incinta, sotto il consenso dei suoi protettori, dà luce alla sua bambina nel suo Paese di origine e, dopo aver passato un po’ di tempo con lei, è costretta a lasciarla e ripartire, questa volta la destinazione è l’Italia, precisamente a Torino. Tina, dunque, in questa città sconosciuta, è obbligata a tornare in strada e a prostituirsi. Durante la notte del 9 febbraio del 2001, la giovane donna incontra un nuovo cliente, da quel momento in poi non si hanno più tracce di lei. Soltanto otto giorni dopo, il suo corpo viene ritrovato senza vita nei pressi dello svincolo Pianezza Collegno, nella tangenziale di Torino. Tina, ritrovata con le mani legate dietro la schiena, con evidenti segni sul corpo di ciò che ha subito, è stata uccisa a soli ventun’anni, sola in un paese sconosciuto e senza aver mai più rincontrato sua figlia. La sua morte non è passata inosservata: grazie alle società civili insieme alla Chiesa Ortodossa e ai Gruppi Abele onlus e Acmos, verrà identificata e le sarà concessa la sepoltura. Un mese dopo questo tragico evento, a Torino viene organizzata una marcia intitolata “Un Fiore Per Tina”, nella quale centinaia di cittadini si riuniscono e lanciano simbolicamente dei fiori nel fiume Po’. Il 7 marzo del 2001, gli investigatori riescono ad individuare il carnefice Maurizio Minghella, arrestato per aver aggredito una prostituta albanese vicino al luogo di ritrovamento del corpo di Tina. Il 9 marzo del 2002, l’associazione Libera ottenne dalla procura il permesso per riportare il suo corpo a Dorohoi, grazie a questa concessione Tina non verrà mai dimenticata e sarà riconciliata alla famiglia.
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