Lea Garofalo è stata una testimone di giustizia italiana che si oppose alla ’ndrangheta, la potente organizzazione mafiosa calabrese. Decise di collaborare con le autorità nel 2002, fornendo informazioni sulle faide interne tra la sua famiglia e quella del suo ex compagno, Carlo Cosco. Nel maggio 2009, subì un tentativo di rapimento a Campobasso, dal quale riuscì a sfuggire grazie all’intervento tempestivo della figlia Denise. Pochi mesi dopo, nel novembre 2009, fu attirata a Milano con la scusa di discutere del futuro della figlia e venne assassinata. Il suo corpo fu successivamente bruciato nel tentativo di eliminare ogni traccia. Le indagini portarono all’arresto di Carlo Cosco e di altri complici. Nel 2012, sei imputati furono condannati all’ergastolo per sequestro di persona, omicidio e distruzione di cadavere. Lea Garofalo è diventata un simbolo della lotta contro la mafia e della resistenza alla cultura mafiosa. La sua storia è stata raccontata nel film “Lea” del 2015, diretto da Marco Tullio Giordana, e nella serie televisiva “The Good Mothers” del 2023, che narra le vicende di donne che si sono ribellate alla ’ndrangheta.