Cristina nasce nel 1957 ed è la più piccola di tre fratelli. Suo padre, Elios Mazzotti è un broker, ovvero lavora a percentuale sulle vendite di cereali per conto di ditte che li importano. Cristina frequenta il Liceo Classico Carducci a Milano, è una ragazza solare, le piace uscire con gli amici ed è una splendida ragazza. È il 30 giugno del ‘75, Cristina ha da poco compiuto 18 anni, e in quei giorni si trova in vacanza a Eupilio, dove festeggia il suo compleanno con gli amici e passano una serata bellissima. Torna a casa in macchina, una Mini Minor, con due amici: Carlo ed Emanuela. Sono quasi arrivati a casa quando all’improvviso vengono bloccati da due auto, una Giulia e una Fiat 125; da quest’ultima scendono 4 uomini che obbligano Carlo ed Emanuela di spostarsi e sedersi sui sedili posteriori, insieme a Cristina, e poi due di loro partono e impongono ai ragazzi di tenere la testa bassa.
Passato un po’ di tempo la macchina si ferma e gli uomini chiedono chi delle due ragazze sia Cristina, che risponde prontamente, quasi calma; questi la incappucciano e la obbligano a salire sulla Fiat 125 che li ha seguiti mentre Carlo ed Emanuela vengono legati e lasciati nell’auto, da cui riescono fortunatamente a liberarsi, scappare e dare l’allarme. Il giorno dopo, i rapitori chiedono un riscatto di 5 miliardi di lire alla famiglia, inizia così una trattativa tra la famiglia e i rapinatori, che abbassano la cifra a 1 miliardo; il padre di Cristina ipoteca la casa, chiede prestiti e dopo poco consegna il denaro, ma della ragazza non ci sono notizie. Fino a due mesi dopo, quando viene ritrovato il suo cadavere nella discarica di Varallino di Galliate, nel Novarese. Per onorare la memoria di Cristina Mazzotti, è stata fondata una Fondazione a suo nome, che supporta i giovani nella crescita attraverso percorsi di formazione alla legalità, soprattutto nelle scuole. Diversi presidi, tra cui quelli di Libera Arona e del Liceo Carducci di Milano, sono intitolati a Cristina. Inoltre, è stato creato lo spettacolo teatrale “5 centimetri d’aria”, ispirato al drammatico ricordo dei 5 centimetri di aria a disposizione di Cristina mentre era segregata. Lo spettacolo nasce da un laboratorio di scrittura del Piccolo Teatro Milano e dell’Università degli Studi di Milano.