“Sono passati trent’anni dal 2 aprile 1985. E in tutto questo tempo ho aspettato di incontrarti ancora. Di ritrovarti in un futuro aprile, e camminare accanto mano nella mano. Ho visto morire pezzi di verità uno dopo l 'altro, uccisi con un tempismo perfetto prima che si ricongiungessero. Forse basterebbe mettere insieme tutte quelle morti, nel loro ordine naturale, per avere davanti quel capolavoro di verità scritto con il sangue.” (Margherita Asta, la figlia.)
Barbara era nata a Trapani ed era l'ultima di quattro figli: Vita, Dorina ed Enzo, e quando i loro genitori morirono aveva solo due anni e mezzo. Si sposò a 19 anni ed ebbe tre figli: Margherita e i gemellini Giuseppe e Salvatore.
Si prendeva cura di tutti, cercando di essere sempre sorridente e le piaceva aver cura di sé, per questo voleva che anche Margherita imparasse da lei a essere curata, a diventare donna.
Quella primavera del 1985, la famiglia Asta si era trasferita nella loro villetta di villeggiatura a Pizzolungo, una frazione di Erica.
Il 2 aprile del 1985 fu il giorno che sconvolse le loro vite.
Da pochi giorni lì, si era trasferito il loro nuovo vicino, il giudice Carlo Palermo, arrivato al Tribunale di Trapani da Trento, il quale continuò a seguire la pista delle sue indagini sui traffici di armi e droga con l'Est Europa, passando per il Nord Italia.
Quella mattina, Giuseppe e Salvatore, i due figli, continuavano a litigare e a fare i capricci, così Margherita chiamò la sua amica Maria Elena per andare con lei a scuola per non arrivare di nuovo in ritardo e, grazie all'arrivo di sua sorella Vita, riuscì a finire di preparare Giuseppe e Salvatore e mettersi in auto per accompagnarli.
Alle 8.30, mentre stavano percorrendo il rettilineo di Pizzolungo, la sua auto si scontrò con la macchina del giudice e ne seguì una potente esplosione, disintegrandola completamente. Un attimo, un solo click ed esplose un'autobomba posizionata sul ciglio della strada per Trapani, sistemata lì la sera precedente per farla esplodere al momento del passaggio del giudice.
A nessuno importava se lungo quella strada si sarebbero potute trovare altre persone di passaggio e grazie al passaggio della macchina di Barbara il giudice rimase solo ferito.
Il libro “Sola con te in un futuro aprile” è stato scritto dalla figlia di Barbara, Margherita Asta, la quale decise di diventare attivista di Libera per combattere la mafia, e dalla giornalista Michela Gargiulo. Scritto nel 2015, attraverso questo libro si raccontano le storie di vittime innocenti morte per mano della mafia.
Allegato: link su un'intervista fatta alla figlia Margherita Asta.
https://youtu.be/E5vhALBAkbg?feature=shared