Giugno - 2024 - numero 9
Giugno - 2024 - numero 9
La violenza si impara
Come l’educazione influisce sulla violenza di genere
di Annalisa Persichetti 5AL
La parola “femminicidio” non indica solamente l’uccisione di una donna, ma identifica un fenomeno molto più ampio che include una molteplicità di atteggiamenti quali: maltrattamenti, violenza fisica, psicologica, sessuale, educativa o ancora economica, agite prevalentemente da uomini, in ambito lavorativo, familiare o sociale. Nel loro insieme, quindi, si fa riferimento a comportamenti che minano la libertà, la dignità e l’integrità di una donna, e che possono culminare nell’omicidio, nel tentativo di uccisione o in gravi forme di sofferenza. È quindi “femminicidio” tutto ciò che implica un odio verso l’universo femminile “proprio perché tale”.
Sempre più spesso i fatti di cronaca nera che capita di leggere sui giornali o sentire in TV sono legati alla violenza sulle donne. Inutile ribadire che nonostante il trascorrere del tempo, l'evoluzione e il progresso della società, le donne continuino ad essere vittime, il più delle volte inconsapevoli, delle persone che stanno loro accanto in quanto, nella maggior parte dei casi, i carnefici sono le persone che queste donne amano e che nonostante tutto continueranno a difendere.
Sono 88,ad oggi, le vittime di femminicidio in Italia nel 2023, e l’anno non è ancora finito. La violenza sulle donne non conosce tregua e colpisce tanto sulle strade quanto tra le mura domestiche. La crudeltà non conosce distinzione, né riguarda solo alcuni strati della società: un flagello che infierisce su italiani, stranieri, qualsiasi fascia sociale. Le cifre parlano chiaro e il dolore si fa sempre più forte. Nessuno è immune a questa piaga sociale, è un dramma nazionale che non conosce barriere che necessita di interventi immediati che vanno al di là delle solite frasi compassionevoli ma piuttosto che mette in atto un piano di educazione per porre fine ad una realtà che non può più essere ignorata.
Con l’omicidio di Giulia Cecchettin, avvenuto in Italia l'11 novembre 2023 da parte del suo ex fidanzato Filippo Turetta, si è aperto un dibattito assordante e continuo sul tema del femminicidio in quano suscitò ancora una volta una notevole indignazione e rabbia. Tanti sono i giornalisti e le giornaliste che parlando del femminicidio hanno fatto riferimento alla storia di Giulia, come per esempio Daniele Novara che attraverso un'analisi semplice e chiara ci porta a
comprendere quali sono le radici da cui nasce questo fenomeno brutale e senza pietà. Secondo Novara tutto parte da una questione di educazione infantile da parte dei genitori: se un bambino fin da piccolo impara a stare nelle contrarietà, a confrontarsi con un'opinione diversa dalla propria, senza precludere una possibilità di litigio, quando sarà grande difficilmente si troverà in una situazione in cui, non riuscendo a tollerare un opposizione, userà la violenza come soluzione.
Ritengo che l’età infantile sia la fase più importante della vita in quanto tutto ciò che sarai da grande dipende da tutto ciò che hai imparato da piccolo.
I genitori di Filippo che lo descrivono come “un figlio perfetto, senza alcun tipo di problema, un ragazzo pacifico” ci permettono di capire come l'assassino di Giulia non è mai entrato in contatto con un “no”, con un rifiuto, un'opposizione e nel momento in cui la donna ha voluto rivendicare il suo diritto di essere libera, felice, di avere una propria soggettività ecco che si scatena la reazione violenta di "un uomo", figlio del patriarcato incapace a gestire ed affrontare le difficoltà. Insomma il femminicidio affonda le sue radici in un'eredità culturale arcaica, purtroppo ancora attiva, in cui la donna è una proprietà del maschio. È un fenomeno radicato nella nostra cultura ma qualcosa per contrastarlo e fare in modo che cambi si può fare: mantenere vivo il ricordo e non eliminarne ogni traccia può servire a trarre esperienza e fare in modo che non capiti più, per questo è stata dedicata una giornata per celebrare la violenza contro le donne, il 25 novembre. Ma serve impegnarsi maggiormente, serve soprattutto un’educazione familiare e scolastica, una formazione che dovrebbe far capire che tale violenza maschile non è legittima, ma conseguenza di pregiudizi legati alla virilità, e nella società; che "amore" non significa possesso della donna cui chiedere obbedienza assoluta, negandole la libertà dei sentimenti. È indispensabile spingere tutte le donne a non sottovalutare i primi segnali di violenza e alle vittime stesse a non aver paura di denunciare anche se spesso può essere rischioso.
Affrontare questo tema in ogni ambito possibile permette di darci una consapevolezza in più sulla situazione. “C’è ancora domani” un film di Paola Cortellesi uscito da poco nelle sale di gran parte dei cinema italiani, è ad oggi uno dei film che ha ricevuto maggior successo. Il film ha colpito nel profondo il pubblico italiano in quanto ha funzionato come specchio collettivo di una memoria storica: ambientato negli anni 40, la protagonista Delia subisce botte, umiliazioni, maltrattamenti da parte del marito Ivano.
Paola Cortellesi è riuscita a rendendoci partecipi di quel rapporto tossico, fatto di paura e terrore che finisce per essere ad un tempo qualcosa di tanto attuale, quanto importante dal punto di vista storico, nel ricordarci un cambiamento sensibile, ma che a conti fatti non è ancora completo né tantomeno sufficiente per quello che riguarda la condizione femminile nella società italiana.
Il film mi ha toccato direttamente nel profondo e mi ha mostrato come sia allora che nei nostri giorni le mura domestiche diventano una prigione di paura e dolore. Nel 2023 essere donna non è facile, talvolta spaventoso ma nessuna di noi deve perdere il coraggio perché vivere è un diritto di tutti.
Chi sono i BTS e il loro percorso artistico
Le star del k-pop che hanno cambiato la musica
di Giulia Mencarelli 3BL
I BTS (Bangtang Sonyendan) sono una boy band sud coreana prodotta dalla Hybe. Sono sette ragazzi, Jin, Jimin, J-Hope, RM, Suga, V e Jk.
Hanno debuttato il 13 giugno 2013 con l’album “2 cool 2 skool”.
I fan che seguono i BTS si chiamano ARMY ( Adorable Representative M.C for Youth).
Durante i concerti dei BTS gli ARMY portano con sé un lightstick,cioè un dispositivo luminoso chiamato “Army Bomb” e lo accendono tutti insieme per mostrare il proprio amore per il gruppo.
Il loro genere musicale è l’hip-pop e i temi principali sono l’amore, la salute mentale, cyberbullismo, l’amicizia, la speranza, la volontà di seguire i propri sogni, ma anche la solitudine, la nostalgia.
Il pezzo che li ha resi famosi si chiama “Dynamite”.
In una conferenza stampa Suga ha rilasciato la seguente dichiarazione relativa al pezzo citato: “Abbiamo un nuovo obiettivo per Dynamite che non riguarda i numeri o le classifiche, ed é che speriamo che molte persone trovino conforto e forza mentre la ascoltano. Spero che dia forza a noi e ai fan”.
Uno di loro, Jk, ha partecipato alla manifestazione d’apertura dei Mondiali 2022, portando “Dreamers”, un inno alla libertà dei sogni e al rispetto delle culture.
La canzone più ascoltata anche oggi è “Yet To Come” e parla di sbagli, di rimpianti, di errori fatti in passato, di una strada lunga, non sempre facile ma che in fondo ha una luce di speranza e fiducia nel futuro, perché come recita il titolo, “il meglio deve ancora arrivare”.
Oggi sono considerati la boy band più conosciuta al mondo.
Dal 2017 hanno scalato le classifiche mondiali.
I BTS sono diventati un fenomeno sociale e grazie a loro tanti giovani si sono avvicinati alla cultura coreana, che fino a qualche anno fa era sconosciuta, tanto che sono stati perfino proclamati ambasciatori della Corea del Sud.
Inchiostro tra le pagine
Rubrica di libri di Aurora Boco 5CB
“Acciaio” di Silvia Avallone
Trama
Anna e Francesca sono due amiche inseparabili che nell’estate del 2001 sono in vacanza insieme sulla costa laziale. I loro corpi adolescenti sono pieni di vita e maturano a vista d’occhio, ma quando Anna scoprirà l’amore per Mattia, Francesca si sentirà tradita e abbandonata. Questo porterá inevitabilmente le due ragazze ad allontanarsi.
L’ambientazione è quella della Piombino nell’estate afosa del 2001, dove Anna e Francesca, nel pieno dell’adolescenza e della vita cercano di non farsi inghiottire da un mondo dove padre e fratello si spezzano la schiena nelle acciaierie per portare il cibo in tavola.
“Il mare e i muri di quei casermoni, sotto il sole rovente del mese di giugno, sembravano la vita e la morte che si urlano contro”
Le due ragazze vivono la loro estate all’insegna della spensieratezza senza preoccuparsi della vita che scorre alle loro spalle. Questa è l’epoca in cui devi cercare di crearti uno spazio tuo ed essere qualcuno, altrimenti vieni tagliato fuori. Loro ci proveranno buttandosi in un mondo che non gli appartiene, ma è facile andare alla deriva in un mondo pieno di stereotipi dove non ti riconosci.
“Tu sei convinto che devi avere di più, di più, ogni giorno che passa. Che questa è la logica delle cose. Invece capita che hai di meno, di meno, ogni giorno che passa.”
Ad un tratto per Anna arriverà l’amore, Mattia, che è un amico di suo fratello Alessio. Questo amore è troppo per l’amicizia tra Anna e Francesca, è logorante e a tratti tossico. Fa sanguinare il rapporto delle due amiche, e le loro strade si divideranno inevitabilmente.
“Erano gli ultimi minuti, ormai. Poi ciascuna sarebbe andata incontro al suo futuro, ciascuna per conto suo. E già cominciavano ad avvertire quella sensazione strana che è scoprirsi, improvvisamente, soli”
allerta spoiler…
L’evento scatenante che ricucirà il rapporto tra Anna e Francesca anche se non in maniera permanente, sarà la tragica morte del fratello di Anna, Alessio. Morto schiacciato proprio dall’amico sotto una macchina dell’acciaieria, questa è la parte più cruenta e umana del libro, che ci racconta la cruda realtà dei quartieri degradati e delle classi sociali, lanciando anche uno sguardo alla tematica dei morti sul lavoro.
“Dio, non nominarlo. Non perdonarci - avrebbero scritto sulla quinta pagina del “Tirreno”, domani, i colleghi del treno vergelle. Ciao Alessio, e non ci perdonare.”
La storia di Alessio è tratta da una storia vera, di un ragazzo morto accidentalmente nelle acciaierie di Piombino, e si dice che la scrittrice si sia ispirata a piene mani alla vicenda di cronaca.
Un libro per chi: cerca una storia di realtà cruda e senza maschere
Titolo: Acciaio
Autore: Silvia Avallone
Anno di pubblicazione: 2010
Pagine: 358
Biblioteca Ora d’Aria 353.9 AVA
Un Istrice su Marte che fa surf mentre beve un mojito
Le nuove frontiere dell’intelligenza artificiale
di Clara Chiavini 5CB
L’intelligenza artificiale è certamente uno degli argomenti più caldi dell’ultimo anno.
Amata e disprezzata, venerata e sbeffeggiata, si presenta indubbiamente come uno strumento destinato a cambiare profondamente diversi aspetti della nostra vita.
Già oggi questa mano invisibile scrive e disegna quasi come un essere umano, si diletta nel design grafico per i contenuti social e sta persino imparando a realizzare video e imitazioni di noi esseri umani.
Basti pensare che con un semplice software e un po’di fantasia è possibile dar vita a qualsiasi cosa ci venga in mente: un istrice, una tavola da surf, un istrice che fa surf mentre beve un mojito, o anche una foto di voi in un’altra città del mondo.
Ma non finisce qui! L’intelligenza artificiale potrebbe sollevare dalle proprie fatiche una gran quantità di lavoratori: grafici, videomakers, doppiatori, artisti e molti altri che potrebbero avere la possibilità di reinventarsi e trovare tutt’altro lavoro rispetto a quello per cui hanno studiato. Un vero e propria toccasana per sviluppare la propria capacità di adattamento.
Sempre in ambito lavorativo, l’intelligenza artificiale si propone di rendere ancora più stimolante il lavoro di giudici e avvocati che dovranno analizzare fino all’ultimo pixel le prove video di qualsiasi processo.
Immaginate di poter incastrare finalmente quel collega di lavoro che vi sta così antipatico o di potervi finalmente vendicare di quella persona che vi ha soffiato il partner, con l’IA è tutto più facile! Inventare crimini potrebbe diventare un nuovo lavoro, da svolgere comodamente seduti sul proprio divano!!!
E dunque, mentre noi guardiamo la nostra immagine di un istrice che fa surf sorseggiando il suo mojito qualcuno potrebbe guardare la vostra, magari in un altro paese, magari mentre commettete un crimine. E quindi come faranno i magistrati a riconoscere il vero dal falso? Forse non lo riconosceranno, e magari ci accuseranno di crimini che non abbiamo commesso, o finiremo su siti dove non vogliamo essere.
Ma poi, siete sicuri che questo articolo non l’abbia scritto ChatGPT?
‘Vir bonus dicendi peritus’
Uno sguardo all’opera di M.F. Quintiliano e all’importanza del ‘puerocentrismo’
di Maddalena Gaggiotti e Giorgia Gattobigio 2CL
‘Vir bonus dicendi peritus’. Il perfetto oratore a cui Marco Fabio Quintiliano pensava nella sua opera Institutio oratoria doveva essere proprio così: ‘un uomo per bene esperto nell’arte del parlare’. Ma in questo trattato, ancora alla base della moderna Scienza dell’educazione, Quintiliano affronta anche altri temi: su tutti, l’importanza del ‘puerocentrismo’ e del rapporto dialettico (empatico e affettivo insieme) tra docente e allievo.
IL RAPPORTO TRA L’ALUNNO E IL PROFESSORE
L’alunno e il professore, uno dei rapporti più complicati per gli adolescenti. Ogni giorno si sentono studenti parlare del proprio odio verso la scuola e soprattutto verso i professori.
Ma perché succede questo? È solo responsabilità dell’insegnante o anche dell’alunno?
Per capire, innanzitutto, che tipo di rapporto si dovrebbe avere, bisogna fare un passo indietro, quando Marcus Fabius Quintilianus affronta, nella propria opera, la teoria del puerocentrismo. Il puerocentrismo prevede che l’insegnante metta il proprio alunno al centro del processo di insegnamento/apprendimento, stabilendo così un rapporto dove entrambi riescano a imparare l’uno dall’altro. Al giorno d’oggi, questo rapporto è sempre meno frequente per vari motivi. Spesso gli alunni di oggi non sanno riconoscere la figura autorevole dell’insegnante, e a volte mancano di rispetto a quest’ultimo. D’altro canto, però, all’interno del sistema scolastico si trovano docenti che fanno un uso sbagliato della propria autorità, mettendo, così, gli studenti in una situazione di disagio.
Nonostante ciò, ci sono degli insegnanti che sono disposti a venire incontro agli studenti e ad aiutarli, non solo dal punto di vista didattico, ma anche umano.
Questi insegnanti possono diventare, addirittura, un punto di riferimento per i ragazzi.
Uno studente può affezionarsi a un insegnante, specialmente se quest’ultimo entra in una relazione empatica con lui, sia in situazioni di difficoltà che in situazioni di benessere.
Dunque il rapporto tra studente e professore esiste dai tempi più antichi, e Quintiliano ne è una perfetta testimonianza: quello che dobbiamo sempre tenere presente è il rapporto importante che si crea tra alunno e insegnante, rapporto che talvolta può essere tanto importante da cambiare la vita di entrambi.
QUALCHE CENNO SU QUINTILIANO, UN MAESTRO MODELLO
Marcus Fabius Quintilianus fu un retore latino, il primo ad essere stipendiato dallo Stato.
Il suo era uno stile di insegnamento equilibrato.
Una delle sue opere più importanti fu L’INSTITUTIO ORATORIA, un’opera in 12 libri che parla dell’educazione del futuro oratore.
Quest’opera era dedicata ad un funzionario della corte di Domiziano, Marco Vitorio Marcello, per l’educazione del figlio Geta.
ISTITUTIO ORATORIA
L’Institutio Oratoria, (trattato composto intorno all’88 d.C) punta a formare il “PERFETTO ORATORE”.
L’argomento qui trattato era la Retorica, ovvero l’arte del ben parlare (era, pertanto, fondamentale l’inserimento dell’individuo all’interno della società).
I suoi 12 libri parlano di: pedagogia, aspetti tecnici dell’oratoria e del compito dell’oratore (docere, movere, delectare) e, non da ultimo, memoria e actio, cioè la capacità di esprimersi e il linguaggio (anche gestuale) del “perfetto oratore”.
Quintiliano, come già detto, era un insegnante di Retorica. Questo autore affronta, rigorosamente, gli argomenti di insegnamento e le problematiche che riguardano la pedagogia.
Infatti, secondo lui, un buon insegnante doveva essere empatico, ovvero doveva entrare in una relazione empatica con i propri allievi.
Per Quintiliano, infatti, era molto importante il rapporto affettivo, oltre a quello didattico in senso stretto.
Il PUEROCENTRISMO, in conclusione, teoria posta al centro dell’insegnamento di questo autore latino, prevede che l’alunno venga messo al centro, sia dell’educazione didattica che del processo di insegnamento/apprendimento.
Questo è ancora oggi importante: non è un caso, infatti, che la moderna Scienza dell’educazione si ispiri ancora oggi all’Institutio oratoria di Quintiliano.
Scatti dal VOA
Alcuni momenti salienti del talent show più atteso dell’anno
Un grazie speciale a tutti gli studenti e le studentesse coinvolti (e coinvolte) in questa bellissima manifestazione che cresce di anno in anno.
Un sentito ringraziamento a tutto lo staff organizzativo e alla nostra fotografa Camelia Antonov.
Buona estate a tutti!