Dicembre 2022 - numero 1

...e finalmente Mercoledì!!!

di Lisa Gabrielli e Miranda Mulaj classe 3CB

Cari appassionati di serie, stanchi di vedere smielati e noiosi film natalizi? Desiderate serie innovative e intriganti…ecco a voi!!!

Mercoledì Addams è la serie d'eccellenza di questo 2022 che sta per giungere al termine, conquistando il primo posto nella top 10 di Netflix.

Ognuno di noi vorrebbe essere Mercoledì, un'adolescente indipendente, fieramente solitaria, super intelligente accompagnata da una sfumatura di coinvolgente curiosità.

Protagonista, Jenna Ortega, emersa direttamente dalla copertina di un vecchio film in bianco e nero, nei panni della "cazzuta" Mercoledì Addams che viene catapultata nel mondo tecnologico a colori di un college americano.

Ma è la maestria del regista Tim Burton che ci fa immedesimare nella giovane adolescente dal pensiero divergente e stravagante emarginata dal resto dei suoi coetanei come si può notare sin dalle prime scene. Mercoledì viene forzatamente trasferita nel collegio Nevermore e, suo malgrado, viene coinvolta in una vicenda investigativa dal sapore macabro. Sperimentando, nel frattempo, le sue imprevedibili

visioni, dovrà conoscere e imparare dal passato per congiungere tutti i tasselli del puzzle risolvendo il caso. Lo sfondo viene arricchito da storie d'amore, amicizie inaspettate, delusioni, sarcasmo, avvicinamenti familiari, colpi di scena e tanta investigazione.

Se non siete ancora convinti ecco a voi 4 parole chiave che ci introducono nel mondo bizzarro di Mercoledì e che capirete solo alla fine della serie:

● Violoncello

● Snap. Snap.

● Bacio

● Mostro


Pillole di curiosità sulla serie:

  • Le mitiche treccine: uno degli aspetti peculiari della giovane Addams è indubbiamente la sua caratteristica acconciatura. E si racconta, infatti, che sul set fosse lo stesso Tim Burton a sistemare perfettamente la frangetta di Mercoledì con un pettine ogni volta.

  • Il ballo di Mercoledì: la cosiddetta "Wednesday dance" sulle note del brano "Goo Goo Muck" dei The Cramps è riuscita a contagiare il pubblico di ogni età.Jenna Ortega in un'intervista afferma che lo ha ideato ed eseguito lei stessa: "Ho coreografato la scena da sola, ma due giorni prima delle riprese non avevo ancora fatto nulla". Inoltre, alcuni passi del ballo sono ispirati alla storica sitcom originale degli anni '60.

(Wednesday dance: https://www.youtube.com/watch?v=NakTu_VZxJ0)


Le ballerine di Edgar Degas

di Margherita Passalacqua - classe 4 EL

“Amava il corpo umano come un'armonia materiale, come una bella architettura con in più il movimento.” Charles Baudelaire

Edgar Degas, impressionista non convenzionale, conia uno stile tutto suo focalizzato sullo studio e la rappresentazione della vitalità e dei corpi in movimento. Celebre per i suoi soggetti e denominato “il pittore delle ballerine” le usa come pretesto per soddisfare la sua necessità di rappresentare il movimento.

Uno sguardo alla sua “Lezione di danza”

E’ un quadro che riesce a portarci all’interno della sala prove dell’Opéra di Parigi; ci troviamo completamente immersi nell’opera, come se stessimo spiando le prove dal buco di una serratura accompagnati dal pittore che ha studiato la scena e impostato la posizione delle ballerine per rendere il tutto credibile ed equilibrato.

Degas ha sempre mostrato interesse per questo tipo di soggetto, dipingendolo ripetute volte ma mostrando particolare attenzione alla raffigurazione di queste ultime anche al di fuori dal palcoscenico, nella sala prove.

Questa sua tendenza a presenziare durante

le prove delle ragazze dona alle sue opere

un forte senso di intimità. Il maestro al centro della stanza è Jules Perrot ideatore di alcuni dei più famosi balletti del XIX secolo. L’insegnante tiene il ritmo battendo il suo bastone sul parquet, importantissimo elemento che segna con rigore prospettico l’ambiente.

Un’allieva però, cattura l’attenzione dell’ osservatore, si tratta di Marie Van Goethem, raffigurata mentre si gratta la schiena alla sinistra del quadro. Non è la prima volta che Degas raffigura questa ballerina, difatti la ragazzina quattordicenne è soggetto dell’unica scultura del pittore che racconta la storia di una piccola ballerina nata in condizioni povere che riesce a diventare ballerina nonché modella preferita di Degas. La ragazzina venne poi licenziata per una presunta attività di prostituzione. La storia ci trasporta nella realtà della vita di molte ballerine dell’epoca dominata dalla fatica e dallo sfruttamento sessuale.

Inchiostro tra le pagine

rubrica di libri di Aurora Boco 4CB

SOTTO LA PORTA DEI SUSSURRI

di T.J. Klune

TRAMA

Questa storia inizia con una morte inconsapevole. Wallace, il protagonista della vicenda, inizia a sospettare di essere morto solo quando un mietitore va a prelevarlo al suo stesso funerale. Si convincerà di questo nuovo stato quando Hugo, proprietario di una bizzarra sala da tè e di “attesa”, si offrirà di aiutarlo ad “attraversare”. Tuttavia Wallace non è disposto affatto a lasciare una vita che pensa di aver appena vissuto. È determinato a prendersi almeno una piccola parentesi di questa sua esistenza per farla diventare un’esperienza che lascia il segno.

Questo libro per quanto leggero possa sembrare parla di un tema delicato e inevitabile: la morte e l’elaborazione del lutto.

“Tu la capisci la morte?”

No che non la capiva, a Wallace non era mai passato per l’anticamera del cervello che qualcuno di sua conoscenza potesse morire.

Questo libro è toccante per il tema trattato ma allo stesso tempo facile da capire, comprensibile e di una delicatezza e dolcezza inaudite, come solo Klune sa fare. Parla dell’aldilà in un modo inconsueto, dona conforto e sicurezza e ci insegna a non averne paura.

La morte non è necessariamente qualcosa da temere. Non è un “prima avevo tutto” e “ora non ho niente”.

Ovviamente è presente la parte romance, c’è un mescolamento tra il mondo dei vivi e il mondo dei morti, ma questo passa in secondo piano rispetto al resto che è la parte più rilevante del libro.

A mio avviso questo libro può definirsi anche un romanzo di formazione per la crescita e la maturità che affronta Wallace, il protagonista, all’inizio sgarbato, maleducato e arrogante con le persone che gli stanno intorno, fino all’ accorgersi che nel suo modo di fare si nasconde l’insicurezza e la paura di restare solo.

Pensava di aver fatto, forse per una delle prime volte in vita sua, qualcosa di buono senza aspettarsi nulla in cambio. Come poteva non averlo mai considerato prima?

PS: L’unica cosa “negativa” che mi sento di puntualizzare è una piccola delusione nel finale, magari troppo scontato ma non posso dire niente

NO SPOILER.

Un libro per chi: Ha bisogno di una carezza leggera anche in un momento di difficoltà.

Titolo: Sotto la porta dei sussurri

Autore: T.J. Klune

Traduzione: Benedetta Gallo

Anno di pubblicazione: 2021


Premiazione dei progetti: "Storie di Alternanza" e "Mirabilia BootCamp"

Premiazione del progetto "Storie di Alternanza" e consegna degli attestati del progetto "Mirabilia BootCamp" organizzati dalla Camera di Commercio dell'Umbria.

Durante la mattinata del giorno Lunedì 19 Dicembre, si è svolta la premiazione e la consegna degli attestati dei progetti Mirabilia Bootcamp e Storie Di Alternanza a cui hanno partecipato lo studente Tommaso Pelagracci e la prof.ssa Daniela Silvi Antonini, tutor del PCTO in rappresentanza del nostro Istituto “G. Bruno”. L'evento si è svolto alla sala congressi della Camera di Commercio dell'Umbria poiché entrambe le iniziative sono state organizzate e finanziate dalla stessa.

Gli studenti partecipanti al Mirabilia Bootcamp, tra cui 3 nostri studenti, Tommaso Pelagracci classe 4CL, Giorgia Paliani classe 4AL e Lorenzo Martini classe 4BL, hanno preso parte ad un

"campus" di 2 settimane che si è svolto all' inizio di giugno dell'anno corrente ed hanno seguito lezioni di Marketing e Comunicazione, facendo escursioni nei siti Unesco di Assisi, Campello sul Clitunno e Spoleto. Alla fine delle 2 settimane i ragazzi si

sono impegnati a produrre un elaborato

(infografiche,brochures ed articoli di giornale), riguardanti la valorizzazione delle bellezze del nostro territorio. Invece, gli studenti che hanno partecipato al progetto "Storie Di Alternanza", hanno realizzato un video riguardante dei temi attuali, partecipando a lezioni con esperti e facendo interviste grazie

alla piattaforma GSuite-Meet.

L'incontro era intervallato da interventi del digital-life-coach Jacopo Mele e dalle testimonianze dei ragazzi che hanno preso parte a questi progetti. Grazie alla presenza di questi progetti, i ragazzi provenienti da ogni scuola, licei e tecnici, sono stati in grado di sperimentare sulla propria pelle quello che è il mondo lavorativo “degli adulti”.

Tommaso Pelagracci, Classe 4CL , IIS Giordano Bruno

Gli Scacchi: “il re dei giochi e il gioco dei Re

Un gioco stimolante per la mente. Riconosciuto come sport anche dal Coni

di Leonardo Maccarone Marucci 3BS 5/12/22

Sono stato rapito sin da bambino dagli scacchi, ben prima che diventassero i protagonisti di una serie Netflix e uno sport da click baiting, ben prima che le scacchiere fossero uno dei prodotti più venduti su Amazon e le piattaforme di gioco online fossero prese d’assalto. All’età di otto anni mio nonno mi ha iniziato a questa attività ludica che oltre ad essere un’occasione di divertimento, aiuta anche a migliorare le proprie facoltà mentali.

Sono gli stessi psicologi a riferirlo in uno studio pubblicato nel 2016 da alcuni ricercatori tedeschi secondo il quale i giocatori di scacchi, soprattutto quelli più esperti, sono in grado di attivare contemporaneamente varie parti del cervello. Durante una partita i giocatori elaborano strategie, scelgono piani alternativi, si focalizzano sull’obiettivo finale. In pratica, allenano la mente e ottengono vantaggi indiscutibili. Anche nella vita quotidiana, nello studio e non solo. Perché giocare a scacchi migliora la memoria di medio e lungo periodo, alimenta la logica e aiuta i ragionamenti complessi.

Gli scacchi, quindi, sviluppano l’intelligenza e, in particolare, chiamano in causa cinque specifiche forme di intelligenza:

· Intelligenza pratica: che interviene nell’applicazione delle regole del gioco e consente di effettuare, con minore o maggiore sicurezza e disinvoltura, ogni mossa sulla scacchiera.

· Intelligenza analitica: il suo ruolo è fondamentale nella scelta delle mosse e nell’elaborazione di strategie e tattiche finalizzate a dare scacco matto al Re nel più breve tempo possibile.

· Intelligenza creativa: serve a rompere gli schemi di gioco consolidati e a individuare soluzioni originali in ogni fase della partita, nonché a prevedere o intuire le mosse dell’avversario. Negli scacchi la creatività è la vera marcia in più, una risorsa preziosa che fa la differenza tra chi vince e chi perde.

· Intelligenza sociale: è una tipologia di intelligenza trasversale, utile non solo nel gioco ma anche nella vita, che promuove il rispetto delle regole, l’autodisciplina e un comportamento leale e agonisticamente corretto nei confronti di qualsiasi avversario.

· Intelligenza emotiva: è la forma più alta e preziosa di intelligenza umana, che si rivela assolutamente decisiva nelle partite più impegnative ed importanti dove è richiesta massima concentrazione, calma e self-control; ha un ruolo cruciale nel mantenere sotto controllo l’ansia da prestazione, il nervosismo, lo stress e l’impulsività, veri nemici dei giocatori meno esperti. Da essa deriva, inoltre, un sostegno psicologico ed emotivo indispensabile per rimanere ben concentrati sull’obiettivo e mentalmente isolati da tutto il resto nei momenti più critici della partita.

Tutte le suddette forme di intelligenza vengono progressivamente sviluppate, allenate e potenziate, man mano che si acquisisce maggiore esperienza e competenza nel gioco. Quindi, come per lo sport in genere, per ottenere buoni risultati con gli scacchi occorre allenarsi molto: non ti aiuteranno però a costruire i tuoi bicipiti o tonificare gli addominali, ma la tua salute mentale per tutta la vita può sicuramente trarne beneficio. Inizia anche tu questo percorso.

Per info: Leonardo Maccarone Marucci 3BS

Siete sicuri di sapere tutto sul Natale?

Capuano Chiara, Fulvi Valentina, Gabrielli Lisa classe 3 CB, Truffarelli Lucia classe 4 CB

Chi è, come è nato e qual è la storia di Babbo Natale?

Strano ma vero, il Babbo Natale che tutti conosciamo è nato per fini commerciali, nello specifico per sponsorizzare una bevanda, la Coca Cola! Il primo a pensare al connubio fu un pubblicitario, Haddon Sundbolm. Santa Claus, oltre ad avere gli abiti dello stesso colore della nota bevanda, venne rappresentato mentre consegna regali con una slitta trainata da renne, mentre in altre tradizioni porta i regali in groppa ad un cavallo bianco.

In Italia Babbo Natale è identificato con San Nicola, protettore di studenti e bambini, insomma, un vero e proprio padre.

Si suppone che sia nato nel 270 da una famiglia turca di nobili origini. Si narra che abbia salvato tre ragazze dalla prostituzione. Provenivano da una famiglia povera caduta in rovina: il padre delle fanciulle per risolvere il problema pensò di vendere il loro corpo, ma San Nicola, per evitare ciò, portò loro 3 sacchi colmi di denaro, ma, trovando la porta chiusa, glieli lanciò nel camino.

Nasce da allora il grande vecchio grosso con la barba bianca e la leggenda del camino che tutti conosciamo.

Sapete perché decoriamo l’albero con le palline?

Una delle prime tradizioni riguardanti l’albero di Natale ha origini antichissime. Risale ai tempi in cui, nell’antico Egitto, il giorno di Natale, costruivano piramidi di legno in onore del Dio Sole. Questa tradizione si estese nel Nord Europa, fin quando nel XV secolo in Estonia si iniziarono a decorare gli alberi con frutti invernali, come le arance. Questa usanza presto arrivò in tutto il mondo e ben presto vennero sostituite le arance con delle palline di plastica colorate.

Da cosa deriva la stella di Natale?

La “stella di natale”, si chiama Euphorbia Pulcherrima, che in Messico corrisponde a un cespuglio di 4 metri, essa veniva utilizzata dagli Aztechi per ricavare il pigmento rosso dalle sue foglie. Si credeva che questo colorante provenisse dalle gocce di sangue del cuore infranto di una dea che soffriva per amore.

Il lato oscuro del Natale

Anche il Natale ha un lato oscuro: si tratta di demoni detti Krampus. Il loro arrivo precede quello di San Nicola (Babbo Natale). Questi, quindi, simboleggiano il male, il buio e si contrappongono a Babbo Natale che rappresenta la luce e il bene.

Questi demoni, a metà tra uomini e bestie, si presentano con una grande pelliccia, forconi appuntiti, lunghe corna aguzze e rumorosi campanacci e “puniscono” i bambini che non sono stati bravi nel corso dell’anno e che non meritano la benevolenza di San Nicola.

Sono demoni che fanno parte di una sfilata che si tiene ogni anno il 5 dicembre in Alto Adige e in Austria.

Curiosità

Sapevate che la famosa Statua della Libertà è un importante regalo di Natale?

Ebbene sì, è stata donata dalla Francia agli Stati Uniti d’America proprio il 25 dicembre. Fu trasportata in nave ed ancora rappresenta un simbolo d’amicizia tra francesi e americani.

The Christmas Island

Come la Pasqua, anche il Natale ha la sua isola. Stiamo parlando di un’isola nell’Oceano Indiano scoperta il 25 dicembre 1643. È abitata da circa 600 mila persone, ma gli abitanti più importanti sono i milioni di granchi rossi!! Questi, nella stagione delle piogge migrano e ricoprono ogni spazio che hanno a disposizione, colorando l’intera isola di rosso, per questo le si dà il nome di “Christmas Island”.

Da dove nasce l’usanza dei regali?

Questa tradizione è sicuramente di tipo religioso. Lo scambio dei doni nel periodo del solstizio d’inverno, per noi il Natale, probabilmente nasce una festa pagana in cui si omaggiava il dio Saturno come atto propiziatorio per il futuro raccolto.

Nella tradizione cristiana si crede invece che lo scambio dei regali derivi dai doni portati dai Re Magi al Bambin Gesù.

La tregua di Natale

L’ultima curiosità di cui avevamo intenzione di parlare in questo articolo è un episodio della prima guerra mondiale. Nel Natale del 1914 i conflitti sul fronte occidentale si placarono spontaneamente per alcuni giorni in modo che i soldati tedeschi e inglesi potessero lasciare le trincee per scambiarsi regali e auguri di Natale nella “terra di nessuno” organizzando addirittura anche delle partite di calcio.

Questo avvenimento venne chiamato “tregua di Natale”.

e un Buon Anno Nuovo a TUTTI!!!