“Ho un’immaginazione portuale. Sono tante le cose che mi fanno battere il cuore - foto ingiallite, poesie, canzoni, scene di film - e quasi tutte mostrano o raccontano di banchine, navi, dock, balle di cotone. Container, gru, uccelli marini”.

Questo libro racconta la storia di una bambina nata ad Alessandria d’Egitto, la storia di un’infanzia felice, la storia di una giovane determinata che, costretta ad abbandonare la luce e i colori della sua terra, ha saputo trasformarsi ed affrontare con determinazione un mondo nuovo. È soprattutto la storia di una donna che, soffocando l’inutile tentazione della nostalgia, ha affrontato a testa alta le umiliazioni dell’esilio e gli inevitabili rischi dell’essere, sempre o ovunque, la straniera.

Perché leggerlo? Lo consiglierei a chi... ha voglia di immergersi nell’incanto di una terra diversa, di comprendere le emozioni contrastanti vissute da coloro che ricostruiscono la propria storia in un paese lontano, di conoscere una personalità forte e complessa.

Se ti è piaciuto questo romanzo ti consiglierei… Se vi è piaciuto, potreste forse leggere “Miramar”, unico romanzo del premio Nobel Mahfuz non ambientato al Cairo, ma appunto ad Alessandria d’Egitto. Ancora una volta è questa città la vera protagonista della storia, offrendoci un ritratto dell’Egitto intenso, profondo e contraddittorio.

“Soltanto chi sarà capace di incarnare l’utopia sarà pronto per la battaglia decisiva, quella destinata a recuperare l’umanità che abbiamo perduto”.

Ernesto Sabato è stato uno scrittore argentino, figlio di immigrati italiani originari della Calabria, decimo di undici figli. Qui ripercorre la sua vita, l’infanzia, la gioventù, l’amore per la scienza (prese una Laurea in Fisica prima di dedicarsi totalmente alla letteratura), la passione per le lettere, la passione politica, l’impegno intellettuale; e insieme a lui attraversiamo un secolo, ritroviamo Camus, Che Guevara, Borges, Cioran, ma anche le immancabili tappe della nostra esistenza, il dubbio, la paura, la felicità.

Perché leggerlo? Perché è un romanzo che richiama i giovani alla speranza, perché è un invito (pur “davanti a un mondo che sembra dirigersi verso la disintegrazione”) a saper cogliere sempre la bellezza e a saper lottare per qualcosa di importante. E perché è un romanzo che racconta il Novecento.

Se ti è piaciuto questo romanzo ti consiglierei… forse potrebbe piacerti conoscere la musica di Astor Piazzolla, straordinario musicista argentino e sicuramente tra i più importanti musicisti del XX secolo.

“La Verità, il Bene, il Bello. Sono appena dietro l’angolo, nel corridoio accanto; sono nel prossimo libro, quello che non hai ancora letto, o sullo scaffale più in alto, dove non sei ancora arrivato. Ma un giorno ci arriverai”.

William Stoner ha un’esistenza che sembra essere piatta e desolata: non si allontana mai dal piccolo paese rurale in cui è nato, mantiene lo stesso lavoro per tutta la vita, ha solo due amici. Non sembra materia troppo promettente per un romanzo, tuttavia John Williams fa della vita di William Stoner una storia appassionante, profonda e straziante.

Perché leggerlo? Perché è un romanzo che riesce a restituire un senso profondo al valore del lavoro, dell’impegno, dell’amicizia. “Stoner” è uno dei migliori romanzi pubblicato in questi anni, William Stoner un personaggio indimenticabile, che non vorresti più lasciare.

Se ti è piaciuto questo romanzo ti consiglierei… un capolavoro della narrativa americana: “Furore” di John Steinbeck, premio Nobel per la letteratura nel 1962, per incontrare altri meravigliosi, indimenticabilipersonaggi, per i paesaggi, per il respiro che sa darti, per la bellezza di questo immenso romanzo; ne è inoltre stato tratto un bellissimo film diretto da John Ford con Henry Fonda.

“Una passione non si può esprimere pacatamente, disciplinatamente, morigeratamente, e nessuno può definirne una forma al posto di un altro.”

“La porta” è il racconto di un rapporto intenso, conflittuale, profondissimo tra la narratrice, una scrittricenon in grado di affrontare i problemi della vita quotidiana, ed Emerenc, la donna che l’aiuta nelle faccende domestiche e la cui esistenza è circondata di mistero. In un crescendo di rotture e difficili riconciliazioni, di rivelazioni e di segreti svelati, la scrittrice scopre che le scelte talvolta bizzarre e crudeli di Emerenc sono dettate da una vita dal passato difficile e segnata dalle più drammatiche vicende del Novecento.

Perché leggerlo? Perché è un romanzo non ancora abbastanza conosciuto e valorizzato e Magda Szabò una scrittrice ungherese straordinariamente brava di cui sicuramente vi innamorerete. Il romanzo “La porta” è per chi ama approfondire la complessità dei rapporti, per chi sa quanto a volte sia difficile farsi comprendere, per chi crede nelle grandi amicizie, per chi cerca personaggi indimenticabili.

Se ti è piaciuto questo romanzo ti consiglierei… della stessa autrice: “La ballata di Iza” o qualcosa di un altro bravissimo scrittore ungherese, Sandor Marai.

“Benché un flagello sia infatti un accadimento frequente, tutti stentiamo a credere ai flagelli quando ci piombano addosso. Nel mondo ci sono state tante epidemie quante guerre. Eppure la peste e la guerra colgono sempre tutti alla sprovvista”

Orano è colpita da un’epidemia inesorabile e tremenda; isolata, affamata, incapace di fermare la pestilenza, la città diventa il palcoscenico delle passioni di un’umanità divisa tra disgregazione e solidarietà. Ecco dunque insieme la fede, l’edonismo, la miseria, il panico, il coraggio, l’indifferenza, l’eroismo, la viltà…

Perché leggerlo? Perché “La peste” è un capolavoro di sempre, ma ora più vivo e attuale che mai; un romanzo meraviglioso assolutamente da leggere nella vita, assolutamente da leggere in questo momento.

Se ti è piaciuto questo romanzo ti consigliamo… tutti gli altri romanzi di Albert Camus, a cominciare dall’immenso “Lo straniero”.

“Gli uomini, per quanto possano volersi bene, rimangono sempre lontani; se uno soffre, il dolore è completamente suo, nessun altro può prenderne su di sé una minima parte; se uno soffre, gli altri per questo non sentono male, anche se l’amore è grande, e questo provoca la solitudine della vita”

In una fortezza ai limiti del deserto una guarnigione aspetta l’arrivo dei tartari invasori. Ma sarà una lunghissima, vana, logorante attesa. Il racconto dell’esistenza di un ufficiale di fanteria, che si consuma anno dopo anno nell’attesa di un nemico che pare non arrivare mai, in una fortezza che è anche l’ultimo avamposto di confine di fronte al deserto…

Perché leggerlo? Perché “Il deserto dei Tartari” è un grande romanzo sull’attesa e sulla necessità di dare un senso alla propria esistenza (prima che il destino lo faccia per noi). Perché ora ci avvolge il silenzio giusto e la possibilità di scivolare lentamente tra le pagine di un grande libro, perché è una fase storica in cui si aprono nuovi spazi di riflessione.

Se ti è piaciuto questo romanzo… forse ti consiglierei il documentario di Wim Wenders intitolato “Il sale della Terra”; perché lavoro realizzato lentamente, con grande pazienza e grande cura; perché è un’altra grande opera che invita a riflettere silenziosamente su questioni sempre più urgenti.