20 novembre 1965


Caro diario,

Come sai, sono arrivata in Svizzera per lavorare.

Il viaggio è stato molto duro, ma in fondo non mi sono sentita molto sola perché ho comunque trovato qualcuno con cui parlare.

Quando sono arrivata, ad aspettarmi ho trovato mia zia e mia sorella che mi hanno subito chiesto come stavo. Una volta arrivate a casa, mi sono preparata perché avevo già un lavoro che fortunatamente mi aveva trovato mio zio.

Sono con mia sorella in una fabbrica di tomaie. Lavoriamo dodici ore al giorno e il tempo passa molto lentamente, ma visto che siamo molto brave hanno detto che ci daranno dei soldi in più!

La casa in cui viviamo è a due piani, ma noi occupiamo solo il piano superiore, perché quello di sotto è dei proprietari della casa.

14 maggio 1969


Caro diario,

Oggi è il giorno del mio matrimonio. Sono molto agitata e anche mia figlia lo è. Tra poco partiremo per andare alla chiesa. Finito il matrimonio, partiremo immediatamente per andare in Germania con mio marito e mia cognata. Là lavoreremo in una fabbrica di cioccolato, però dovremo condividere la casa con altre persone.

27 maggio 1969


Caro diario,

Siamo arrivati da tredici giorni e sta andando tutto bene. I giorni in cui non lavoro bado ai bambini delle altre famiglie che vivono nella nostra casa. In questi giorni mi sono accorta che ci sono molti episodi di razzismo verso le persone che non sono di qui. Per fortuna a breve ci trasferiremo in Italia per far conoscere mia figlia alla famiglia.

6 giugno 1969


Caro diario,

Siamo arrivate in Italia e stiamo vivendo nella casa di mia sorella che gentilmente ci sta ospitando. In questi giorni non ti ho più scritto perché mio marito è morto e non stavo molto bene. Credo che non mi sposterò più per un po’ di tempo. L’esperienza in Svizzera è stata positiva, perché se non avessi viaggiato e non fossi andata in questo Paese, non avrei mai conosciuto mio marito e non avrei mai fatto una figlia.