[ I l p r o g e t t o ]

Questo lavoro ha coinvolto la classe 3F e le docenti di Lettere e di Arte e immagine della Scuola Secondaria di I grado Ippolito Nievo di Belluno.

Lo scopo del progetto è stato quello di far riflettere i ragazzi sul tema delle migrazioni.
Dopo una fase iniziale di studio dei diritti dei migranti e del senso delle parole “rifugiato” e “profugo”, anche attraverso l’approfondimento di situazioni attuali di tutto il mondo, gli studenti hanno portato avanti una ricerca personale di migrazione all’interno del proprio contesto familiare.

Il risultato? Il ricordo del familiare ricostruito attraverso pagine di diario o lettere inventate dai ragazzi stessi, nel tentativo di ripercorrere storie di spostamenti a loro care. Loveline e Malak, invece, hanno raccontato la loro, personale, storia.


prof.ssa Ilaria Borrelli

Il profumo del caffè, l'odore del sugo della pasta, il sapore del gelato, una lettera trovata sul fondo del cassetto o, ancora, un cappello conservato con amore nell'armadio a casa del nonno. Sono oggetti del quotidiano che evocano in noi ricordi e ci raccontano storie. Basta un piccolo dettaglio per riportare alla mente, per rappresentare una situazione, per viaggiare nel tempo.

Dopo aver trascritto le storie, scritto lettere, gli alunni hanno chiesto ai propri famigliari di riassumere in un unico oggetto la loro storia. Un oggetto del cuore che abbia il potere di trasportare la mente a quel luogo preciso, che evochi quella sensazione o emozione provata nella vita.

Attraverso l'attivazione di un laboratorio di fotografia a scuola gli alunni hanno poi cercato di cogliere il dettaglio, la luce giusta, l'inquadratura che potesse prendere l'essenza di questi semplici oggetti del quotidiano. Non sono servite grandi macchine fotografiche o attrezzature ma un semplice smartphone, con il quale quotidianamente i ragazzi postano video o fotografie nei social, che a scuola diventa strumento di lavoro.


prof.ssa Francesca Gaio