SEI FAVOLE GENTILI

LA LUMACA, LA RONDINE E IL GALLO



di Luca, Megi, Kenfrey

C’era una volta...

… una rondine che incomincio a prendere in giro una lumaca; le diceva ridendo: “Ma quanto sei brutta con quel guscio e quelle corna!!!”; col passare del tempo anche gli altri animali incominciarono a prenderla in giro; tutti eccetto uno, il gallo, che invece l’aveva sempre consolata e le diceva: “Coraggio! Non farci caso! Sono proprio degli sciocchi: tu sei molto carina!”.

Un giorno la lumaca, però, si accorse che anche la rondine veniva presa in giro e quindi capí che faceva la “bulla” con lei per non sentirsi debole.

Poi vide che la buttavano nel fango e lei non riusciva più a volare perché era appesantita; la lumaca allora andò subito (per quanto la sua proverbiale lentezza glielo consentisse) a cercare aiuto, ma nessuno le credeva; quindi si rivolse al gallo e gli disse: “La rondine è rimasta intrappolata dal fango e le serve subito una mano!”.

Il gallo, che la sapeva buona e sincera, chiamò gli altri animali, assicurando a tutti che era proprio vero quello che aveva detto la lumaca; quindi insieme andarono a soccorrere la rondine. Quando quest’ultima si riprese disse alla lumaca: “Grazie! Io sono stata antipatica e ingiusta con te e tu invece mi hai salvato: non me lo dimenticherò mai e spero che tu un giorno riesca a perdonarmi.”.

La morale della favola è che è meglio essere sempre gentili, anche se le altre persone non lo sono con te, perché il bene alla fine vince sempre.


IL GATTO E LA RONDINE











di Silvia, Alessia e Davide

C’era una volta…

… un gatto che voleva mangiarsi una famiglia di rondini.

Un giorno il gatto riuscì a salire sopra l’albero dove c’era il nido. La rondine per salvare i suoi piccoli disse: “Aspetta che crescano e se ne vadano e poi vieni a prendere me!!”.

Dopo una settimana il gatto ritornò con i suoi cuccioli. I gattini e le rondini iniziarono a rincorrersi amichevolmente. Il gatto parlò così con la rondine: “Non vuol dire che se noi ci odiamo anche i nostri cuccioli devono farlo.”.

La rondine iniziò a piangere per la commozione, perché aveva capito di non aver più niente da temere. I due animali si abbracciarono e da allora vissero insieme pacificamente.

La morale di questa favola è che, anche se si è diversi, si può essere amici.

L'ORSO E LA SCIMMIA








di Lucia, Victoria e Teodoro


C’era una volta, in un grande bosco, un orso molto pigro che aveva tanta voglia di miele e una scimmia molto agile che raccoglieva le banane dagli alberi arrampicandosi. L'orso, che non sapeva saltare da un ramo all'altro per prendere le provviste, un giorno chiese alla scimmietta di prendergli il miele e di portarlo da lui: "Allora, signora, mi senta un po'... io questo inverno avrò sempre molta fame e, se non avrò a disposizione il mio miele, probabilmente mi sentirò male! Su, mi prenda il miele!".

La scimmia rispose:"Scusi, ma anche per me sta arrivando l'inverno ... non vado in letargo, però anch'io mi devo preparare, quindi si arrangi, orso maleducato!".

Il povero orso aveva fame, quindi cercò ancora di più di convincere la scimmia dicendole con voce dolce: "Allora, cara scimmietta, forse la prima volta sono stato un po' scortese con lei, quindi ora, la prego, mi prenda il miele! In cambio le darò tutto quello che vuole.".

La scimmietta esclamò arrabbiata: "Orso, a me non interessa per niente! Vede, sto già benissimo così, va bene?".

L'orso a malincuore chiese alla scimmia: "Scimmia cara, che ne direbbe se noi diventassimo amici? E magari potrebbe prendermi il miele per favore?".

La scimmia commossa, perchè non aveva mai avuto un amico, rispose: "Wow, lei mi ha commossa, signore, e proprio per questo sarò gentile con lei.".

La scimmia prese il miele all'orso e i due, da quel momento in poi, diventarono amici stretti e si aiutarono a vicenda.

La favola ci insegna che la gentilezza si può vedere solo col cuore e che le frasi gentili sono facili da dire ma la loro importanza, per le persone a cui sono rivolte, è eterna.




Lo scoiattolo che imparò la gentilezza



di Miriam, Diana e Aisha

C’era una volta un bosco ombroso, chiamato il bosco delle cento querce; lì viveva uno scoiattolo di nome Alvin.

Questo piccolo roditore aveva trascorso il suo tempo a giocare per tutta l’estate e tutto l’autunno, senza pensare ad accumulare scorte per il letargo.

Negli ultimi giorni di autunno si accorse di non avere provviste per l’inverno, e finalmente decise di andare a cercarle, ma non trovava niente.

Sulla strada del ritorno alla sua tana vide un bel mucchio di ghiande, raccolte da un altro scoiattolo, e decise di rubarle...ma lo scoiattolo più previdente, di nome Billy, lottò con lui e lo scacciò, urlandogli: “Io ho faticato tanto per raccogliere queste ghiande e tu ora non puoi prenderle!!!”.

Il giorno dopo Alvin, lo scoiattolo giocherellone, si aggirava tutto solo per il bosco e vide Billy intrappolato in un laccio per lepri, che urlava : “AIUUUUUUTOOOO! Salvami, ti prego!”.

Senza esitare Alvin rispose: “Ma certo! Ieri sono stato uno sciocco a tentare di derubarti, non lascerò che tu muoia in questa trappola!” e cominciò a rosicchiare la corda per salvarlo.

Lo scoiattolo previdente fu molto grato allo scoiattolo giocherellone per averlo salvato e decise di ringraziarlo per la sua gentilezza, dicendogli: “Visto che mi hai salvato e che sei stato molto gentile con me, ricambierò il favore e ti ospiterò nella mia tana per tutto l’inverno: ho raccolto fin troppe ghiande ed in due ci terremo più caldo!”.

I due amici scoiattoli, dunque, passarono insieme tutto l’inverno e vissero felici e contenti, cercando di essere sempre gentili l’uno con l’altro.

Questa storia ci fa capire che con la gentilezza si ottiene più che con la forza.

IL CANE E IL CONIGLIO






di Michele, Niccolò, Davide


Sono un panino imbottito molto goloso... nel mentre che aspetto di essere mangiato, vorrei raccontarvi una storia.

C’era una volta…

...un cane che passeggiava nel bosco.

Mentre se ne andava tutto tranquillo, un coniglio incominciò a saltellare vicino a lui: voleva fare amicizia, anche se pensava tra sé e sé: “Mi fa un po’ paura questo cane”.

Poi cominciarono a conoscersi e si scoprì che il coniglio aveva tre mesi e il cane ne aveva dieci.

Ad un certo punto il coniglio si incastrò in un cespuglio; il cane gli disse: “Oh, piccolo coniglietto, non riesci più a muoverti! Non agitarti, ci penso io!!!” e cercò in tutti i modi di liberarlo.

Dopo molti tentativi ci riuscì, ma la spinta fu così forte che saltarono entrambi per aria. Allora a tutta velocità si misero a correre, uno da una parte e l’altro dall’altra, perché si erano spaventati a morte!

Ad un certo punto si fermarono e il coniglio, tornando indietro, disse al cane: “Scusa se ho dubitato di te: pensavo che fossi cattivo, ma invece sei veramente buono”.

Alla fine diventarono migliori amici.

Morale della favola: “Mai giudicare qualcuno dall'aspetto esteriore”.

Ed ora ciao, bambini, mi aspettano per pranzo!!!

IL RICCIO E LO SCOIATTOLO





di Stella e Luigi






C’era una volta un giovane scoiattolo spensierato, che saltava di ramo in ramo nel bosco. Era autunno: intorno a lui le foglie si erano tinte di mille colori e il primo freddo ricordava a tutti gli animali del bosco di fare provviste per l’inverno.

Un vecchio riccio carico di ghiande tentava di raggiungere la sua tana, ma scivolava sulle foglie bagnate rotolando indietro mentre le sue provviste si sparpagliavano ovunque.

“Ehilà, Salomone, che succede?” disse lo scoiattolo Luca.

“Amico mio, sto diventando vecchio e non riesco più a fare la salita che porta fino alla mia tana!” .

“Non ti preoccupare, ti aiuto io!” disse Luca a Solomone.

“Grazie Luca, sei proprio gentile!” rispose Salomone. “Per cortesia raccogli tutte le mie ghiande che si sono sparpagliate ovunque e portale dentro alla tana”.

“Ma certo, stai tranquillo, ci penso io! Tu siediti e riposati”.

“Ok, d’accordo! Che ne dici dopo di sentire un po’ di vecchie storie?”

“Non vedo l’ora!”

Luca sistemò nella tana tutte le provviste di Salomone, poi si sedette accanto a lui per farsi raccontare le vecchie storie del bosco.


Morale: gli anziani sono la nostra memoria, ed è nostro dovere aiutarli e ascoltarli.