I muri della rotta balcanica

La rotta Balcanica 

La rotta balcanica esiste da decenni, ma negli ultimi anni è stata oggetto di particolare attenzione, dati i numerosi episodi di violenza che l’hanno caratterizzata. Nonostante i numeri degli arrivi e dei transiti siano diminuiti, sono aumentati i tentativi individuali di attraversamento, considerati “illegali” e duramente repressi. Un trattamento profondamente diverso da quello che è stato garantito ai molti profughi ucraini che hanno attraversato gli stessi confini e che sembra confermare un punto di vista condiviso da molti, ovvero che esistono “profughi veri” e “profughi finti”.  

Si parla di un percorso variabile che dalla Turchia e dalla Grecia giunge fino ai confini orientali dell’Unione europea. Viene percorsa da molte persone provenienti da paesi instabili del medio oriente (come la Siria e l’Iraq) e dell’Asia centrale (tra cui l’Afghanistan), ma anche da molti migranti dall’Africa settentrionale (che passano dal Sinai per poi risalire) e dall’Asia meridionale, soprattutto dal Pakistan, dal Bangladesh e dall’India. 

La rotta balcanica oggi
La rotta balcanica è ancora oggetto di dibattito per la gestione dei migranti provenienti da Paesi terzi all’Unione Europea. Secondo i recenti dati dell’agenzia europea, dai primi di gennaio fino a settembre ci sono stati più di 106 mila attraversamenti illegali dai Balcani occidentali verso l’Ue.