Si tratta di un borgo dell'entroterra del Basso Cilento la cui origine viene fatta risalire ad un gruppo di monaci basiliani che, nel VIII secolo d.C., per sfuggire alle persecuzioni in Grecia, si rifugiarono nell'Italia meridionale alla ricerca di luoghi tranquilli e adatti alla contemplazione.
La venerazione di San Demetrio e la celebrazione del rito ortodosso attestata fino alla fine del 1600 confermano le origini orientali. A Morigerati sorge infatti la chiesa parrocchiale, poi divenuta santuario, dedicata a San Demetrio Martire, costruita nel 1300 sui resti di un edificio di culto più antico, che mantiene ancora i suoi volumi originari. Risale a quest'epoca anche la costruzione del Castello, trasformato un secolo dopo in Palazzo Baronale fatto costruire dai Di Stefano dove ancora oggi vivono i discendenti.
Nel Trecento Morigerati entrò a far parte dei possedimenti della famiglia Sanseverino. Il territorio poi passò nelle mani di Matteo Comite di Salerno per poi essere venduto ai Di Stefano. L'accesso al borgo, ancora oggi ingresso per il centro storico, è il palazzo baronale, nel quale è ancora possibile ammirare la cappella privata dedicata alla Madonna delle Grazie e nella quale si conserva una statua lignea della Madonna del latte risalente al 1600.
A pochi chilometri dal centro abitato di Morigerati sorge la sua frazione Sicilì. Secondo la tradizione Sicilì doveva essere un importante centro abitato già nel XVI secolo quando divenne sede baronale dei De Stefano, che tennero il feudo fino ai primi dell'800. A questa famiglia si deve la costruzione in quel secolo della chiesa dell'Annunziata che sorge sul sito di una antica edicola italo greca dedicata a San Teodoro.
Grotte del Bussento
L’Oasi “Grotte del Bussento”, istituita nel 1985, è il progetto di conservazione più importante del WWF Italia ed è inserita nella lista dei Geoparchi mondiali. Pari a 607 ettari, l’Oasi si trova all’interno di un Sito d’Importanza Comunitaria ed è valorizzata dal Parco del Cilento nell’ambito dell’itinerario n° 15. Patrimonio preziosissimo di biodiversità e baluardo a difesa del territorio, l’area protetta di Morigerati richiama ogni anno migliaia di turisti.
Scendere nella vallone del fiume Bussento è un’esperienza di grandissimo impatto.
Il centro visite WWF si raggiunge a piedi dal borgo.
Il sentiero natura dell’Oasi inizia con un’antica mulattiera in pietra, in parte scavata nella roccia, da cui si ammirano vasti paesaggi montuosi.
La parte alta del vallone, a nord ovest, è dominata da leccio, roverella, frassino e carpino, mentre sul versante opposto, più esposto al sole, predomina la macchia maditerranea, composta da euforbia arborea, ampelodesma e lentisco.
Quattro fontane all’inizio del tragitto invitano a fare rifornimento, soprattutto in vista della risalita. Lungo il percorso sono presenti diverse aree attrezzate per la sosta e per l’osservazione, progettate per non recare disturbo alla fauna.
Difficile vederli, nei boschi vivono animali elusivi come l’istrice, il gatto selvatico e il lupo.
Più facile scorgere il volo dei rapaci: uccelli rari come l’astore e il biancone, il gheppio, il nibbio bruno, il nibbio reale e l’imponente corvo imperiale.
Dopo una serie di tornanti, ecco la prima tappa del sentiero natura: un meraviglioso mulino in pietra di fine ‘700, simbolo di un tempo in cui l’uomo viveva e lavorava in simbiosi con la natura. Il mulino, restaurato e funzionante, sorge in prossimità di una sorgente da cui fuoriesce acqua in pressione, convogliata in un condotto carsico ed immessa nel fiume a cascata.
L’altra bellissima tappa del sentiero natura è la stazione del muschio, la più importante dell’Italia meridionale, che si raggiunge costeggiando sorgenti, cascate, rapide e pozze.
Salici e ontani ricoperti di folto muschio regalano un paesaggio onirico che si ammira in doveroso silenzio, tra i profumi delle felci e delle cortecce, in un microclima nettamente più fresco rispetto a quello delle zone precedenti.
Nei pressi della stazione del muschio c’è l’ingresso alla spettacolare Grotta del Bussento, cosiddetta perché qui risorge il fiume Bussento, dopo oltre 4 km nelle viscere delle terra.
Si tratta dell’unico fiume dell’Italia peninsulare con un tragitto sotterraneo così lungo, iniziato nei pressi del vicino borgo di Caselle in Pittari, dove sparisce in un gigantesco inghiottitoio.
Alla Grotta si accede tramite un portale enorme alto 320 metri e largo 10. Un percorso attrezzato sui gradoni delle pareti laterali conduce fino ad un ponte in legno che scavalca il corso del fiume, consentendo di affacciarsi su un ramo fossile della grotta che si sviluppa per oltre 50 metri.
Il Bussento risorge con violenza da un sifone (una galleria sommersa) e acquista vorticosa velocità tra le pareti ravvicinate della grotta. Sulla volta, invece, ci sono grandissime concrezioni calciche e bianche colate cristalline, laddove le acque di percolazione sono particolarmente consistenti.
La grotta di Morigerati è un vero e proprio tempio in cui si venerano la potenza e la bellezza della natura. Un tempio che merita rispetto e infiniti pellegrinaggi.
Molto ricca è la fauna acquatica dell’Oasi, dominata dalla lontra, probabilmente la popolazione più ricca d’Italia.
Nelle aree più prossime alle sorgenti, dove l’acqua è più fresca e costante, vivono la rara salamandra dagli occhiali (salamandrina terdigitata), endemismo italiano di grande interesse naturalistico, e la più comune salamandra (salamandra salamandra).
Nelle acque più limpide e ricche di ossigeno abbondano la trota ed il merlo acquaiolo. Lungo le sponde sono presenti piccoli trampolieri limicoli come il corriere piccolo, mentre, nelle piccole pozze, la rana italica, la rana dalmatina, l’ululone dal ventre giallo e il rospo.