Un percorso interdisciplinare che parte dalla cellula e arriva nello spazio, passando attraverso i temi scientifici, umanistici, storici e filosofici della natura umana. La celebrazione della curiosità, della immaginazione e della creatività dei bambini che insegni come “osservare” è molto più di vedere e che il mondo è tutto un Universo collegato, ricco di sfide entusiasmanti e grandiose opportunità per chi riesce a guardarlo con i giusti occhi.
Una condizione essenziale per poter “fare scienza” con i bambini è quella di insegnare loro ad osservare. I bambini nascono con gli occhi spalancati al mondo e fin dai primi giorni di vita la vista è lo strumento principale tramite il quale scoprono la realtà. Man mano che crescono, però, il “vedere” e il “guardare” non bastano più, è fondamentale che imparino ad “osservare” ciò che li circonda, non solo per conoscere, ma anche per comprendere i perché di ciò che accade quotidianamente intorno a loro. Un insegnante deve prima di tutto predisporre occasioni di vera e propria osservazione, ponendo domande guida, lasciando che i bambini formulino le loro ipotesi e che a loro volta pongano le loro personali domande. Più si offriranno ai bambini occasioni per osservare il mondo, più loro saranno spinti a svolgere questa attività spontaneamente, durante tutti i momenti della loro vita quotidiana.
Questo modo di lavorare stimola in loro la sana curiosità, base essenziale per rendere più durature, fondate e dotate di senso le conoscenze e competenze acquisite, dando loro anche una connotazione trasversale: tutto è interconnesso con tutto, tutti i fenomeni in qualche modo sono collegati tra loro.
Ecco perché l’osservazione per uno scienziato, anche piccolo, come i nostri bambini, è uno strumento di lavoro essenziale. Purtroppo spesso i bambini e poi gli adolescenti si abituano ad avere sempre più risposte pronte e preconfezionate da libri, adulti, internet, e in questo modo si perde la voglia di osservare e di verificare nella pratica ciò che si legge o si sente. La nostra capacità critica ne perde in attività e il fatto di “fidarsi” di qualcuno che ci dice semplicemente una cosa, senza dimostrarcela ci fa a volte incorrere in convinzioni errate e idee scientificamente poco corrette.
Così come è importante insegnare a fidarsi degli adulti e altrettanto importante mettere i bambini di fronte a delle situazioni contraddittorie, a dei conflitti cognitivi, che riguardano spesso ciò che noi vediamo semplicemente (o sentiamo, o leggiamo) e ciò che davvero accade, con tutte le sue cause, conseguenze, effetti e spiegazioni. Solo in questo modo potranno nascere idee scientifiche, umanistiche, filosofiche…e magari anche dei futuri adulti capaci di guardare il mondo in modo diverso.
L’infinitamente grande e l’infinitamente piccolo sono entrambi affascinanti viaggi che si possono percorrere assieme ai bambini e li possono accompagnare nella scoperta di ciò di cui siamo composti e di ciò di cui facciamo parte. Viaggi che insegnano a porsi domande, a cercare risposte, a confrontarsi e dare sfogo alla proprio innata curiosità e creatività.
Durante il percorso i ragazzi saranno condotti nei “mondi” dell’infinitamente piccolo e dell’infinitamente grande da due figure mentori che hanno prestato la loro vita alla Scienza e alla cultura umanistica della loro epoca: Margherita Hack e Rita Levi Montalcini. La lettura di testi biografici sulle loro vite darà lo spunto per collegamenti di tipo storico, letterario e filosofico e ci consentirà di avvicinare gli studenti al tema delle pari opportunità sia di genere che di razza.
L'uomo misura le cose in base alla sua dimensione. Per lui, è un continuo confrontare la dimensione umana e le altre dimensioni, come se l'uomo si trovasse a un livello esattamente intermedio tra il “grande” e il “piccolo”. Attraverso il semplice utilizzo di un microscopio si possono introdurre i bambini ad una realtà del tutto nuova. La microscopia può aprire le porte della dimensione del come siamo fatti e aiutare a comprendere la vita. La cellula può esser osservata, descritta e disegnata e può essere spiegata come la più piccola unità vivente di noi stessi e degli esseri che ci circondano. Le differenze che esistono tra le cellule animali e quelle vegetali, il fatto che i milioni di miliardi di cellule che ci compongono abbiano una loro esistenza, nascano, crescano, si duplichino e si riproducano per poi decidere di morire quando arrivano al termine fisiologico della loro piccola vita sono tutte osservazioni semplici da realizzare ma di un assoluto valore educativo per i bambini. L’osservazione di una cellula batterica o quella di un lievito possono aiutare a comprendere meglio le malattie e i processi naturali che stanno dietro ad un gesto così comune come quello di mangiare una fetta di pane o un pezzo di pizza. Ma anche curiosare all’interno di una goccia d’acqua di una pozzanghera può essere un’esperienza meravigliosa che renda coscienti di come decine di piccoli organismi unicellulari interagiscono e competono tra di loro per la sopravvivenza in un universo tutto loro che per noi appare quasi inesistente e insignificante. La struttura di un capello o quella di un’unghia, la filigrana di una banconota, la zampa di un insetto sono solo alcuni esempi di come un semplice strumento scientifico possa aprire gli orizzonti della mente e della curiosità.
La disciplina specifica, con riferimento alla fisica, che si occupa di indagare ciò che rispetto a noi è infinitamente grande e di osservarlo e studiarlo è senza dubbio l'Astronomia. Grazie all'Astronomia possiamo infatti vedere “più grande” (rimpicciolire le cose che vediamo per renderci grandi quanto loro o renderle piccole quanto noi), nel senso che gli spazi molto grandi ci impediscono di vedere bene le cose molto lontane. In questo senso “osservare più grande” significa anche “osservare più lontano” e capire tutto ciò che ci circonda e di cui noi, piccoli esseri umani, facciamo parte. Noi stessi, se rapportati alle dimensioni dell’infinitamente grande diventiamo delle cellule e il nostro mondo, paragonato con la vastità dello spazio e delle galassie, ricorda così tanto quella pozzanghera d’acqua dove vivevano gli organismi unicellulari osservati al microscopio. Il pianeta in cui viviamo ha una propria vita, esisteva prima di noi e esisterà anche dopo, dilatando il concetto di tempo a cui siamo abituati. I pianeti e le galassie infatti, si creano e si distruggono secondo i loro ritmi per noi così difficili da comprendere ma secondo leggi assolute della natura che li rendono così tanto simili alle cellule che ci compongono. Semplicemente spiegare ai bambini che la luce delle stelle che vediamo oggi è quella che esse hanno emesso milioni di anni fa apre uno scenario infinito a domande di tipo filosofico a cui l’uomo cerca da secoli di rispondere e a concetti fisici relativi alla misura di tempo e spazio.