Dramma buffo in 3 atti:
Don Pasquale
Gaetano Donizetti
Teatro alla Scala

Quando? 28 Maggio 2024, ore 20:00
Dove? Teatro alla Scala, Milano


Libretto di Giovanni Ruffini e Gaetano Donizetti
Orchestra e Coro del Teatro alla Scala
Durata: 130 minuti, tre atti

In breve:

Lo spettacolo di Davide Livermore traspone la commedia amara di Donizetti nelle atmosfere malinconiche della Cinecittà degli anni del bianco e nero. I molteplici riferimenti alla storia del cinema italiano nulla tolgono all’immediatezza e vivacità della narrazione, che si dipana tra quinte in una scala di grigi ora cupi ora perlacei disegnate dallo stesso Livermore con Giò Forma e animate per contrasto dal colore dei costumi di Gianluca Falaschi. Memorabile il volo fantastico di Norina sul paesaggio romano a bordo di una Giulietta. 


In dettaglio:

Ad attualizzare ancor più la trama ci pensa ora la regia di Davide Livermore (complici le scene firmate con Giò Forma e i costumi di Gianluca Falaschi), che ambienta l'azione in una Roma anni Cinquanta-Sessanta, citando il cinema italiano dell'epoca, segnatamente Roma di Fellini e Il sorpasso  di Risi con l'Aurelia spider con la quale scorazzavano Gassman e Trintignan e che ora con bell'effetto vola con la scanzonata Norina sopra la città filmata in bianco e nero. Ma senza che la commedia prenda troppo la mano al regista, che ben sottolinea i momenti drammatici facendoli nettamente affiorare dalla beffa, come l'assolo di tromba del secondo atto e la disperazione di Ernesto, o la funerea cupezza del protagonista, la sua umiliazione per lo schiaffo ricevuto dalla giovane moglie. Moltissime le invenzioni spettacolari, ma talvolta farraginose come la sfilata nella casa di mode che grava sulla leggerezza della partitura, il continuo roteare su se stessa della casa del protagonista, le nuvole grigie e tempestose che incombono dal cielo. C'è un accumulo in eccesso, come per un incontrollabile horror vacui. In compenso la temuta coreografia che accompagna l'ouverture è risultata riuscitissima e serve anche da filo conduttore della vicenda, tratta della presenza ingombrante della madre di don Pasquale che gli ha sempre impedito di avvicinare una donna. Eliminata la bara del suo funerale, la vecchia col cappello nero ricompare in ripetuti flashback, interviene sul figlio bambino, adolescente e uomo maturo, riappare nel quadro in salotto (fa anche smorfie) e ogni tanto attraversa la scena come un fantasma, l'opera potrebbe davvero avere come sottotitolo Il trionfo della madre morta.

Per questa edizione Chailly ha ridotto di molto l'organico, specie negli archi, allo scopo di ottenere sonorità trasparenti, scattanti e massima compattezza di tutti i settori. Obiettivo raggiunto, anche se in qualche momento l'orchestra è parsa come ingessata dalle esigenze del palcoscenico, che hanno rischiato di mortificarne la vitalità. Estrema comunque la cura del rapporto coi cantanti. La migliore è stata senza dubbio Rosa Feola, una Norina ideale per duttilità vocale e spiritosa gestualità. Ambrogio Maestri si è valso della sua lunga esperienza come Falstaff per impersonare il vecchio beffato, ha ben calibrato cattiveria, ingenuità, disperazione, controbilanciando così qualche appannamento di emissione. René Barbera non ha avuto difficoltà ad affrontare il personaggio di Ernesto, riuscita l'ardua serenata dell'ultimo atto, tuttavia la sua è voce prestante ma poco morbida. Mattia Olivieri è stato un decoroso dottor Malatesta, tavolta troppo impegnato in controscene di forzata comicità.

L'azione si svolge a Roma, agli inizi dell'Ottocento.

 

Sinossi:
ATTO I
Il vecchio e ricco Don Pasquale, vorrebbe veder sistemato Ernesto, suo nipote e futuro erede. Egli vorrebbe far sposare a suo nipote una ricca e nobile zitella; Ernesto invece è innamorato di Norina, la quale ricambia il sentimento. Norina è una giovane e bella vedova, dalle condizioni economiche modeste.
Don Pasquale decide dunque di diseredare il nipote e di sposarsi egli stesso, così da non lasciare i suoi averi a Ernesto. Chiede dunque al dottor Malatesta di trovargli una moglie.
Il dottor Malatesta, essendo amico stretto di Ernesto, ordisce un piano per aiutare i due giovani innamorati: propone a Don Pasquale di sposare Sofronia, sua sorella, bella fanciulla appena uscita dal convento.
Sapendo che Don Pasquale avrebbe accettato di buon grado la proposta, il dottor Malatesta mette in scena un finto matrimonio, chiedendo a Norina di travestirsi da Sofronia.
Ernesto, che nel frattempo è stato cacciato di casa dallo zio, non viene messo a conoscenza del piano.

ATTO II
Appena Ernesto scopre la notizia delle nozze, decide di partire disperato e affranto.
Intanto Don Pasquale incontra Sofronia (Norina travestita) e ne rimane subito invaghito, tanto da voler concordare immediatamente il matrimonio. Il finto notaio Carlo (cugino dello stesso Malatesta) convalida il contratto di nozze, con il quale Don Pasquale cede metà dei suoi bene alla sua giovane moglie.
Subito dopo la firma del contratto, Norina (nei panni di Sofronia) muta atteggiamento: comincia a dilapidare i soldi e a spadroneggiare in casa, rifiutando ogni attenzione rivoltale dal suo neo-marito.

ATTO III
Le spese senza freno di Norina portano Don Pasquale allo sconforto. Oltretutto, Norina gli fa credere di avere un amante. Malatesta richiama Ernesto e lo mette al corrente del piano ordito, chiedendogli di fare la parte dell'amante misterioso di Sofronia.
Ernesto quindi, si ritrova nel giardino di casa, intento a cantare una serenata alla finta Sofronia. Intanto Don Pasquale osserva la scena insieme a Malatesta. Quando infine Ernesto sparisce nel boschetto del giardino, i due escono allo scoperto e accusano Sofronia/Norina di tradimento.
Ernesto, che nel frattempo si era nascosto, rientra nel giardino di casa dove Don Pasquale lo accoglie a braccia aperte; per far dispetto all'ingrata moglie è disposto a riaccettare in casa suo nipote e acconsente a fargli sposare Norina (cosicchè diventi lei la nuova padrona di casa).
A questo punto gli viene svelato l'inganno. Don Pasquale - visibilmente sollevato - perdona tutti e benedice le nozze tra Ernesto e Norina.