Urano è il settimo pianeta del sistema solare in ordine di distanza dal Sole, il terzo per diametro e il quarto per massa. Il suo simbolo astronomico Unicode è U+26E2(; occasionalmente ♅,stilizzazione della lettera H iniziale di William Herschel). Porta il nome del dio greco del cielo Urano (Οὐρανός in greco antico), padre di Crono (Saturno), a sua volta padre di Zeus (Giove).
Sebbene sia visibile anche a occhio nudo, come gli altri cinque pianeti noti fin dall'antichità, fino al XVIII secolo non fu riconosciuto come tale e considerato una stella a causa della sua bassa luminosità e della sua orbita particolarmente lenta[7] e venne identificato come qualcosa di diverso da una stella soltanto il 13 marzo 1781 da William Herschel. Una curiosità riguardo alla sua scoperta è che essa giunse del tutto inaspettata: i pianeti visibili a occhio nudo (fino a Saturno) erano conosciuti da millenni e nessuno sospettava l'esistenza di altri pianeti, fino alla scoperta di Herschel, che notò che una particolare stella poco luminosa sembrava spostarsi. Da quel momento in poi nessuno fu più sicuro del reale numero di pianeti del nostro sistema solare.
La composizione chimica di Urano è simile a quella di Nettuno ma differente rispetto a quella dei giganti gassosi più grandi (Giove e Saturno). Per questa ragione gli astronomi talvolta preferiscono riferirsi a Urano e Nettuno trattandoli come una classe separata, i "giganti ghiacciati". L'atmosfera del pianeta, sebbene sia simile a quella di Giove e Saturno per la presenza abbondante di idrogeno ed elio, contiene una proporzione elevata di "ghiacci", come l'acqua, l'ammoniaca e il metano, assieme a tracce di idrocarburi. Quella di Urano è anche l'atmosfera più fredda del sistema solare, con una temperatura minima che può scendere fino a 49 K (−224,2 °C). Possiede una complessa struttura di nubi ben stratificata, in cui si pensa che l'acqua si trovi negli strati inferiori e il metano in quelli più in quota. L'interno del pianeta al contrario sarebbe composto principalmente di ghiacci e rocce.[11]
Una delle caratteristiche più insolite del pianeta è l'orientamento del suo asse di rotazione. Tutti gli altri pianeti hanno il proprio asse quasi perpendicolare al piano dell'orbita, mentre quello di Urano è quasi parallelo. Ruota quindi esponendo al Sole uno dei suoi poli per metà del periodo di rivoluzione, con conseguente estremizzazione delle fasi stagionali. Inoltre, poiché l'asse è inclinato di 98°, la rotazione è tecnicamente retrograda: Urano ruota nel verso opposto rispetto a quello di tutti gli altri pianeti del sistema solare (eccetto Venere) anche se, vista l'eccezionalità dell'inclinazione, la rotazione retrograda è solo una nota minore. Il periodo della sua rivoluzione attorno al Sole è di circa 84 anni terrestri. L'orbita di Urano si discosta molto poco dall'eclittica (ha una inclinazione di 0,7°).
Come gli altri pianeti giganti, Urano possiede un sistema di anelli planetari, una magnetosfera e numerosi satelliti; visti dalla Terra, a causa dell'inclinazione del pianeta, i suoi anelli possono talvolta apparire come un sistema concentrico che circonda il pianeta, oppure, come nel 2007 e 2008, apparire di taglio. Nel 1986 la sonda Voyager 2 mostrò Urano come un pianeta senza alcun segno distintivo sulla sua superficie, senza le bande e tempeste tipiche degli altri giganti gassosi. Tuttavia, osservazioni successive condotte dalla Terra hanno mostrato delle evidenze di cambiamenti legati alle stagioni e un aumento dell'attività climatica quando il pianeta si è avvicinato all'equinozio
ECCO IL MOTIVO PER CUI QUESTO PIANETA PRESE IL NOME DI URANO
Urano è il primo pianeta scoperto in tempi moderni; era già stato osservato in molte occasioni precedentemente, ma fu sempre scambiato per una stella. La prima osservazione documentata è quella del 1690 di John Flamsteed, che lo catalogò come stella 34 della costellazione del Toro. Flamsteed osservò Urano altre due volte, nel 1712 e nel 1715. James Bradley lo osservò nel 1748, 1750 e 1753, Tobias Mayer nel 1756. Pierre Charles Le Monnier lo osservò quattro volte nel 1750, due nel 1768, sei nel 1769 e un'ultima volta nel 1771. Quest'ultimo, se avesse elaborato puntigliosamente le sue osservazioni, avrebbe potuto riconoscere il moto proprio dell'oggetto, ma fu vittima del suo stesso disordine: una delle sue osservazioni fu trovata segnata su una carta da pacchi usata per conservare la cipria per capelli. Questi astronomi non sospettavano l'esistenza di altri pianeti oltre Saturno, semplicemente perché nessuno l'aveva mai presa in considerazione.
Urano fu scoperto per caso da Sir William Herschel il 13 marzo 1781, quando notò che un'anonima stellina sembrava spostarsi nel cielo. Herschel, tuttavia, inizialmente non riconobbe nell'oggetto che aveva osservato un pianeta: rese pubblica la notizia soltanto il 26 aprile 1781, registrandolo come cometa (Account of a Comet di Mr. Herschel, F. R. S.; comunicato dal Dr. Watson, Jun. of Bath, F. R. S., Philosophical Transactions of the Royal Society of London, Volume 71, pp. 492–501).
Herschel in origine gli diede il nome di Georgium Sidus (stella di Giorgio) in onore del re di Gran Bretagna Giorgio III. Nel 1783, quando fu provato che si trattava di un pianeta, Herschel lo ribattezzò Georgian Planet (pianeta di Giorgio). Il nome però non fu accettato fuori della Gran Bretagna. Jérôme Lalande propose, nel 1784, di chiamarlo Herschel e creò anche il simbolo del pianeta (un globo sormontato dall'iniziale H); la sua proposta fu prontamente accettata dagli astronomi francesi. Erik Prosperin, di Uppsala, propose i nomi di Astrea, Cibele e Nettuno (ora detenuti da due asteroidi e un pianeta, rispettivamente: 5 Astraea, 65 Cybele e Nettuno). Anders Johan Lexell, di San Pietroburgo, propose come compromesso il nome Nettuno di Giorgio III e Nettuno di Gran Bretagna. Daniel Bernoulli, da Berlino, suggerì Hypercronius e Transaturnis. Georg Christoph Lichtenberg, da Gottinga, sostenne Astrea, la dea menzionata da Ovidio (Metamorfosi I:150) che per ultima lasciò la Terra (tradizionalmente associata alla Vergine). Fu proposto anche il nome di Minerva. Infine, Johann Elert Bode, come editore del Berliner Astronomisches Jahrbuch, optò per Urano. Maximilian Hell usò tale nome nella prima effemeride pubblicata a Vienna. Esaminando le pubblicazioni del Monthly Notices of the Royal Astronomical Society dal 1827 si nota che il nome Urano era già il più comunemente usato dagli astronomi britannici. Il nome assegnato dallo scopritore fu usato in modo saltuario e solo da alcuni britannici. L'ultimo a recepire il nome Urano è stato lo HM Nautical Almanac Office nel 1850.
Dopo il riconoscimento di Urano come pianeta, divenne possibile ipotizzare l'esistenza di altri pianeti del sistema solare che prima non erano mai stati cercati. In particolare, questa scoperta sembrò un'ulteriore conferma della legge di Titius-Bode, una formula empirica per determinare i semiassi maggiori delle orbite dei pianeti attorno al Sole, e spinse casualmente venti anni dopo gli astronomi a cercare e trovare un nuovo corpo celeste tra le orbite di Giove e Marte: Cerere.
Le osservazioni di Urano con telescopi da Terra e in orbita sono rese difficoltose dalla lontananza del pianeta dalla Terra; esse non permettono di rivelare molti dettagli, come avviene invece per i pianeti più vicini. Dopo la scoperta iniziale, sono state dunque poche le osservazioni che hanno portato a scoperte significative.
Nel 1948 Kuiper scoprì Miranda, la più piccola e l'ultima delle cinque grandi lune sferiche di Urano, utilizzando un telescopio ottico di due metri. Nel 1977 Elliot e Mink scoprirono un sistema di anelli tramite un osservatorio volante. Dal 2003, le osservazioni dal telescopio spaziale Hubble permisero di individuare elementi aggiuntivi, come maggiori dettagli sugli anelli, nuove piccole lune ed elementi dell'atmosfera. L'osservazione all'infrarosso dai telescopi Keck nel 2014 permisero di individuare grosse tempeste di lunga durata nell'atmosfera.