Villa Lanterna

Storia del monumento

Affascinati dalla splendida veduta sul golfo di Palermo e dal caratteristico villaggio di pescatori nato attorno a una chiesetta realizzata in una grotta sul mare e meta di pellegrinaggi, vari nobili vollero costruire le loro residenze all’Acquasanta. Nel 1774 il monastero di San Martino delle Scale cedette la chiesa con i terreni circostanti al barone Mariano Lanterna, che edificò una graziosa casina di villeggiatura. Nel 1871 i fratelli sacerdoti Pandolfo, acquistati dagli eredi la chiesa, la sorgente e l’area circostante vi impiantarono uno stabilimento di bagni minerali. Villa Lanterna Gravina, di modeste dimensioni, presenta un impianto semplice ma di raffinata ricchezza decorativa. Il prospetto è animato da una piccola scala a doppia rampa con balaustra in morbido tufo, ornata da motivi rocaille quadrilobati che si ripetono in stucco nel muro d’attico, e si ritrovano simili nella balaustra della terrazza di villa Rammacca a Bagheria. Affreschi d’età tardo-settecentesca impreziosiscono il salone principale e la piccola cappella, il cui altare è volto verso il mare. La villa era cinta da un muro ad emiciclo di cui oggi rimane qualche traccia, con portale fiancheggiato da due pilastri che terminavano con vasi a coppa; l’allineamento del portale, dello scalone a doppia rampa, dell’accesso alla villa sull’asse dell’emiciclo, riprendeva una tipologia tipica delle casene settecentesche, sebbene in scala ridotta. Nella parte laterale della villa, sul prospetto del piccolo volume che affianca il corpo principale, si nota un portale murato con due colonne in fine arenaria inglobate nella muratura, tagliate in sezione. Grandi blocchi ed elementi architettonici, reimpiegati da un’unica antica imponente struttura, sono evidenti nello spazio antistante la villa, un tempo probabilmente utilizzati nelle ali dell’emiciclo. Si tratta di elementi architettonici assolutamente estranei all’architettura del ‘700: si riconoscono stipiti, piedritti, parti di trabeazione ed un capitello con triplice solcatura. La prossimità della cosiddetta “peschiera”, un bacino di natura antropica che raccoglie le acque salvifiche fluenti dalla grotta, le evidenze archeologiche dell’insediamento punico nella vicina area di Villa Belmonte , la nota stele punica “dell’Acquasanta” insieme ai sopraccitati elementi architettonici, evocano una suggestione che rimanda ad antichi culti delle acque e ad un probabile santuario dedicato a divinità guaritrici che poteva trovarsi nei luoghi di Villa Lanterna. Affreschi d’età tardo-settecentesca impreziosiscono il salone principale e la piccola cappella, il cui altare è volto verso il mare.