Villa Belmonte - tempio di Vesta

Storia del Monumento

La villa si presenta come un blocco compatto, di forma rettangolare, perfettamente simmetrico, dal quale sporgono i due imponenti portici, meridionale e settentrionale. Sul lato meridionale la costruzione è preceduta da una scalinata affiancata da leoni e da un'ampia spianata occupata da una vasca circolare con fontana. Il gusto neoclassico è riscontrabile in ogni particolare: negli elementi formali come la struttura dell'impianto e nella decorazione sobria, ispirata a quella greca e romana osservata dal Marvuglia negli antichi monumenti siciliani e romani.

All’esterno: sul paramento murario basamentale del piano terra, si innestano i due piani superiori divisi da cornici decorate con un motivo grecizzante a volute, serrati lateralmente da conci di rinforzo angolari. La cortina muraria della seconda e terza elevazione è in mattoni. L’edificio è infine sormontato da un muro d’attico dal quale emerge la copertura a quattro spioventi.

Le aperture sono inquadrate da lisce mostre, coronate da tegolini, sotto ai quali si estende una fascia decorativa con un classico motivo a floreale inserito tra due triglifi e coronato da dentelli. La facciata principale, a sud, è dominata dal corpo centrale aggettante, occupato al piano terreno da un arioso porticato composto da cinque arcate su pilastri; su di esso al piano superiore insiste un elegante loggiato con sei colonne ioniche che sostengono una ornata trabeazione e quindi il frontone dove due grifi affrontati reggono lo stemma dei Ventimiglia. Il loggiato è coperto da un soffitto in stucco a lacunari e la parete è ornata con sfingi affondate nei sovrapporta e, più in alto, un fregio con la rappresentazione dei “Giochi organizzati in Sicilia da Enea per i funerali di Anchise”, affrescati a monocromo dai Giuseppe Renda. Nel prospetto posteriore, a settentrione, un analogo porticato al piano terra presenta la variazione dell’inserimento di due più basse piattabande tra gli archi a tutto sesto. Alla fine del XIX secolo, è stata aggiunta una “moderna” veranda in ferro e vetro con tetto a padiglione, che copre la terrazza posta sull’aggetto del portico; sottili lesene ioniche intervallano le cinque aperture, il motivo decorativo che le inquadra presenta la variante di una maschera centrale

incorniciata da un ampio parco, la Villa Belmonte fu edificata per volere di Giuseppe Ventimiglia, principe di Belmonte, ai margini della borgata dell’Acquasanta, a nord del golfo di Palermo, ai piedi di un costone roccioso del Monte Pellegrino, in un terreno digradante fino a raggiungere il mare, che comprendeva anche l’area sulla quale oggi insiste Villa Igiea.
Negli anni 1806-1812 la villa diviene uno dei circoli intellettuali più «eversivi» dell’Isola ma nel 1844 la villa è trasformata in albergo con la denominazione di Belmonte Hôtel, frequentato soprattutto da turisti inglesi, che ne apprezzano il panorama e il giardino. Nella seconda parte dell’ottocento l’area del parco prospiciente il mare, comprendente la falsa rovina di un tempietto classico circolare, viene ceduta all’ammiraglio Sir Cecil Downville. Su tale terreno sorgerà nel 1900, per volere del nuovo proprietario Ignazio Florio e su progetto di Ernesto Basile, il Grand Hôtel Villa Igiea.
Durante il secondo conflitto mondiale la villa subisce dei saccheggi.
Nel 1947, a causa di ipoteche, diviene proprietà dello Stato. La villa ospita quindi svariate iniziative di interesse sociale; è perciò che, nel 1966 viene costruito ad ovest dell’edificio principale un nuovo blocco edilizio destinato a collegio femminile, distruggendo un corpo di servizio originario. Più di recente le strutture della villa hanno ospitato l’Istituto Materno Infantile dell’Università di Palermo. Nel 2001 infine il complesso è stato acquistato da Demanio Regionale e destinato a sede di rappresentanza del Presidente della Regione Siciliana.
A partire dal 1990-91 ad oggi, a cura dell’Assessorato alla Presidenza e della Soprintendenza Regionale BB.CC.AA., sono stati eseguiti una serie di interventi che hanno ricondotto ad un buono stato di conservazione sia gli edifici che costituivano la “Vaccheria” e la “Cavallerizza”, che il Coffee-house, il tempietto neogotico e buona parte del corpo centrale della villa, compresi i decori pittorici.

Il Feudo di Barca, oggi, si presenta suddiviso in tre grandi porzioni di territorio, la parte lungo la costa appartenente al complesso alberghiero Grand Hotel Villa Igiea ; la parte mediana, posta alle pendici del Monte Pellegrino, già proprietà del Principe di Belmonte, In ognuna di tali porzioni di territorio si trova un Coffee House diverso, il primo, in stile dorico di forma circolare, è posto sulla scogliera affacciata sul porticciolo dell’Acquasanta, proseguendo lungo le pendici di Monte Pellegrino si incontra il secondo, in stile neo pompeiano, e ad una quota più elevata trovasi il terzo, denominato nei documenti d’archivio, la Pagliara, da cui si gode della vista dell’intero golfo palermitano.


Coffee house dorico

Coffee house neogotico

Coffee house falsa rovina