Bagni Pandolfo

Storia del monumento.

La presenza di un antico insediamento punico ha trovato conferma negli scavi archeologici fatti all’interno del parco di
Villa Belmonte, ma anche nelle incisioni trovate dentro alcune grotte prospicienti il mare. Le grotte in questa zona della città sono principalmente quattro e dal punto di vista morfologico richiamano alla mente altri insediamenti punico fenici presenti a Gozo, a Gibilterra e nelle isole Baleari. Complessi archeologici relativi a un tipo di santuario, il tempio costiero – come ha approfondito Giovanni Purpura nei suoi studi – , principalmente extraurbano e legati a riti oracolari connessi alla navigazione.
In questa serie di grotte a schiera, la prima che s’incontra è quella che poi ha dato il nome ad un intero quartiere, denominata appunto grotta dell’Acquasanta e che nel Settecento fu al centro dell’interesse e dell’attenzione di molti viaggiatori provenienti da tutta Europa. Alla grotta si accede dal porticciolo dell’Acquasanta, di fronte al quale, nella piazzetta, si trova la villa appartenuta Giovanni Ventimiglia marchese di Geraci, con annessa chiesa dedicata alla Madonna della Lettera. Orbene, nella grotta, dentro cui scorreva acqua dalla grande funzione terapeutica, a partire dal Seicento, il barone Mariano Lanterna Gravina edificò la sua villa, la quale divenne in nucleo abitativo attorno al quale si sviluppò l’intera contrada marinara. Successivamente la villa venne ceduta ai fratelli Pandolfo, due sacerdoti che sfruttando la presenza della vicina fonte, decisero di impiantare accanto ad essa uno stabilimento balneare con acque curative, negli ultimi anni poi caduto in disuso. Ma accanto alla grotta è anche presente la grande peschiera voluta dai Borbone, all’interno della quale si trova anche la cosiddetta “nave di pietra”, ovvero una terrazza a forma di piroscafo, fatta costruire nel 1775 dal filantropo monsignor Giuseppe Gioeni Trabia, per istruire alla navigazione i giovani del neonato collegio nautico.

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Foto dell'ingresso

foto interno

Descrizione