Migratore

Volo di terra in terra, straniero.Ora una pausaNon mi ristora. Mi angoscia.Mi hanno detto: “Vola!Sei senza patria, devi volare!”Senti il rumore del mare, l’aria dei monti.Vola, non hai posto dove fermarti.Sento Le ali stanche, il corpo pesante.Sento il bisogno di poter dire:la mia terra!Sento rumori, ostili, sconosciuti. Pablo Neruda

la persona

"... IN DIREZIONE OSTINATA E CONTRARIA..."

(cit. F. De André)

Psicologo e astrologo, rugbysta ed epilettico, impiegato e artista, ha sempre racchiuso, dentro di sé, tutto e il contrario di tutto. Ogni cosa sembra avere un valore, ma non viene trattenuta, e vola via come se fosse il nulla.

Autodidatta, sotto ogni aspetto: non accettazione degli insegnamenti altrui, o genialità?

Personalità eclettica: modellare argilla o massaggiare corpi hanno lo stesso significato (essere presente); combinare ingredienti per cucinare cibi o unire elementi per leggere un Cielo astrologico hanno lo stesso obiettivo (creare una sintesi).

Essere insieme è più importante dell'Individuo o del Fatto in sé; mettere insieme è più valido dei pezzi singoli.

La vita è come un "Orto": far crescere piccole piante è quasi un naturale e religioso bisogno, come dare un input agli altri (anche se poco viene espresso con le parole o con i gesti personali).

In passato, allenatore di rugby, studente di psicologia, educatore in un centro per disabili, ora orientatore per chi cerca lavoro: è sempre stato più facile essere "a servizio", far crescere l'altro, costruire "ponti" tra le Persone o le Cose, anziché crearsi un terreno sicuro su cui camminare.

Arriva in punta di piedi, e se ne va come se fosse vento: come un mandala!

Misterioso, calmo, profondo, leggero: si può forse definire "zen"?

Talvolta, tenta di realizzare, fermare i piedi per terra, usando il suo corpo per trasformare un po' di argilla, per scolpire e scoprire un pezzo di legno, per tessere batik e bracciali, per costruire un mobiletto, oppure, nel passato, per far uscire qualche dolce nota (da un flauto o dalla voce in mezzo a un coro), o tendere alla "meta" con una palla da rugby. Certamente, per se stesso, la Meta non è compresa, mentre ha un valore più significativo la Squadra, per la quale vale la pena "giocare", vivere...

Nel suo cammino all'Ombra, lontano dal Sole, si è anche concesso un po’ di "rumore". Ecco quindi le fughe epilettiche, le frasi pesanti, o enigmatiche, o banali: confusioni, frustrazioni, imbarazzo? Oppure visioni di Cieli più ampi?

Non ci sono aspettativa, pretesa, morale nei confronti dell'altro e neanche di sé. Sembra che niente e nessuno lo tocchino... come se non fosse presente! Accoglienza o mancanza di responsabilità? O forse tanto bisogno di dare e ricevere la libertà di essere se stessi.

"È più importante che la persona che ho davanti sia ciò che è, piuttosto che ciò che vorrei io..." (sue testuali parole).

Luglio 2017

Elena Tarulla