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Giugno 2014

Auđur Ava Ólafsdóttir: "Rosa Candida

ed. Einaudi

Autrice islandese

Matisse: Femme lisant

Rosa Candida è un libro d’amore ma non si pensi ad un romanzo “rosa” od a scene plateali, nelle sue pagine tutto è molto intuito, senza grandi parole, ciò che regna è la semplicità e la gestualità naturale di un ragazzo molto giovane che decide di intraprendere un viaggio concreto ma nello stesso tempo anche alla ricerca di se stesso.

Rosa Candida è un libro che parla di sentimenti universali ma trasmessi con un livello descrittivo ed in un contesto che li fanno sembrare unici. Il tema principale è l’amore, nelle sue diverse sfaccettature madre-figlio, padre-figlia, uomo-natura, uomo-donna, un amore che viene conquistato poco a poco ma che alla fine è l’unica cosa importante nella vita di un essere umano.

Veronica

Aprile 2014

Zoe Jenny:La Stanza del Polline

ed. Fazi Editore

Autrice svizzera

La protagonista, Jo, è alla continua ricerca di affetto che sua madre, Lucy, non è mai riuscita a darle. Il romanzo, dai toni tristi e spesso onirici, parla di vita e di morte, di come riuscire a vivere anche quando la morte si propone di continuo con la sua inesorabile presenza e di una vita "a metà" ondeggiante tra sogni e realtà, quando questa è troppo difficile da affrontare.

Veronica

Marzo 2014

Arthur Schnitzler:Signorina Else

ed. Feltrinelli

Autore austriaco

Non so se accade anche a voi, ma dopo letture molto legate al nostro presente, all’attualità (cfr. Sei come sei) viene un po’ voglia di andare indietro nel tempo, come a rifugiarsi in epoche più lontane. E’ un rifuggire al frastuono odierno e trovare dimensioni meno urlate.

Mi sono trovata così a risfogliare un piccolo capolavoro di Schnitzler, la storia di una certa signorina Else ambientata nel cuore della Mitteleuropa di inizio secolo (scorso).

Che vicenda così lontana eppure tanto vicina! Vi si narra della disperazione di una giovane donna che, costretta a sacrificare il proprio corpo per sanare i debiti di famiglia, non trova altra soluzione che il suicidio.

La mercificazione del corpo femminile è un tema di cui non si fa che parlare. Ma quale la sensibilità di un uomo - di un grande della letteratura di lingua tedesca (Schnitzler è anche autore della novella Doppio sogno da cui Kubrick ebbe a tratte il famoso film con Cruise e Kidman) - che, mentre Freud elaborava gli assiomi della psicologia moderna, si cala nell’animo di questa giovane donna dando parola alla sua profonda disperazione.

Un’opera sensibile che non ha perso affatto d’attualità e di cui non si può non consigliare la lettura.

PS Chi amasse il cinema potrebbe abbinare alla lettura di questa novella il film di Ozon Giovane e bella, un film toccante quanto shockante.

Anche qui la protagonista è una giovane donna che, nel delicato passaggio dall’infanzia all’età adulta, sembra volersi liberare del proprio corpo come un serpente cambia la pelle.

Ed è così che, quasi sfidando i modelli di mercificazione proposti dalla nostra società, Isabelle decide di prostituirsi. Una scelta indubbiamente drammatica.

Per maggiori informazioni: http://www.mymovies.it/film/2013/jeuneetjolie/

Lucia

Melania G. Mazzucco:Sei come sei

ed. Einaudi

L'autrice è italiana

Sei come sei non vuole essere una rassegnata constatazione. Il titolo di Melania Mazzucco suona più come un imperativo anarchico del tipo “Sii come sei”.

Facile a dirsi, meno a realizzarsi.

Eva, la protagonista del romanzo, è una giovane in fuga. Vittima del cyberbullismo messo in atto dai compagni di scuola per punirla d’essere figlia di due padri, essa si ribella ed esce – non senza una certa brutalità – dal gruppo.

Eccoci così catapultati insieme a lei entro una rocambolesca vicenda on the road, a metà, come si diceva, tra la fuga (da schemi, convenzioni e dall’intolleranza altrui) e la ricerca di una dimensione altra (oltre schemi, convenzioni e l’intolleranza altrui).

Il ritmo della vicenda è incalzante, ma in verità Eva vuole approdare e fermarsi. La sua meta è quel punto zero di cui parla il prologo, punto al contempo di partenza e di arrivo, che si colloca tra gli opposti, tra valori negativi e positivi. Eva si nutre infatti dell’utopica speranza che sia possibile azzerare tutto, annullare diversi e opposti (uomo/donna) per riconquistarsi l’innocenza del paradiso perduto ed essere quel che siamo. Nel bene e nel male.

Lucia

Febbraio 2014

Alice Munro:Il sogno di mia madre

ed. Einaudi

L'autrice è canadese

"Troppa felicità" ed "Il sogno di mia madre" sono racconti dell'autrice canadese Alice Munro a cui è stato assegnato il premio Nobel per la letteratura nel 2013.

Le protagoniste delle sue storie sono tutte donne, tratteggiate nei loro differenti aspetti, nevrosi, attitudini e particolarità. Non ci sono analogie tra i racconti, le vicende sembrano nascere da situazioni molto differenti che si sviluppano a volte in ambienti borghesi ed altre in una simbiosi con la natura vissuta da chi è a contatto con i grandi spazi del nord.

Veronica

Aprile 2013

Fariba Vafi:Come un uccello in volo

ed.Ponte33

L'autrice è iraniana

I chilometri ma soprattutto la cultura non separano le donne: nel libro di Fariba Vafi si trovano spaccati della realtà di ognuno di noi. La protagonista racconta, a volte trascendendo nell'onirico e nell'utopia, la sua vita di moglie, madre, figlia e sorella. Ci si può riconoscere in molti aspetti, almeno a me è successo così, constatando che anche se in Iran o in Italia, il mondo al femminile si caratterizza per sentimenti, sensazioni, sconforti e sistemi di sopravvivenza simili.

Veronica

Marjane Satrapi:Taglia e cuci

Sto leggendo …

... anch’io un libro di un’autrice iraniana

In verità si tratta di un fumetto che si legge in un fiato. Recita bene infatti la Quarta di copertina: “Sfacciato, prorompente, esilarante, ma anche amaro, profondo, delicato: le chiacchiere segrete delle donne della famiglia Satrapi e delle loro amiche compongono in Taglia e cuci [ed. Rizzoli, 13 euro] un irresistibile ricamo, un omaggio dell’autrice di Persepolis alla forza e alla sensibilità di tutte le donne.”

Non saprei proprio che altro aggiungere, se non un: buona lettura!

Lucia

PS:

A proposito di Broderies (questo il titolo originale), trame e orditi: Vi segnaliamo la mostra di Ivana Bukovac.

Marzo 2013

Laila Wadia:Se tutte le donne

... un libro di una scrittrice indiana che vive e lavora ormai da anni in Italia. Laila Wadia scrive quindi in italiano, ma la sua è una lingua da cui traspare un vissuto d’altri luoghi, una lingua con soluzioni a volte insolite e sorprendenti (anche se non sempre particolarmente riuscite).

Se tutte le donne” (Barbera Editore, 13.90 euro) racchiude quattordici racconti legati tra loro da ricorrenti metafore floreali.

“La figlia del giardiniere”, “Il fiore del melograno”, “L’orchidea”, “Tulipani”, “La rosa bianca”: questi alcuni dei titoli della raccolta.

Anche il primo racconto (“Cos’è l’amore vero?”) termina con l’immagine di un fiore. Ma è un fiore reciso. E’ così che si sente Faride, una giovane afgana data in sposa a un uomo scelto per lei dal padre e per il quale non proverà mai amore.

Dall’Afganistan si passa alla Palestina, all’India, al Bangladesh e poi ad altre terre, ad altre storie di donne. Si susseguono destini più o meno disperati, donne più o meno capaci fare fronte alle prove della vita. Sono come dei fiori, fiori che si chiudono, si aprono e sovente si spezzano.

La raccolta termina con un racconto forse di carattere autobiografico.

In “Ascoltare il silenzio” una donna indiana trasferitasi da tempo nel nostro Paese si rivolge al piccolo figlio maschio (“placido come un lago di loti”) la cui “esistenza non è stata ancora contaminata dalla paura della diversità”. E’ proprio nell’accettazione della diversità, nelle parole ma anche nel silenzio - “un’assenza che implica liberazione dal desiderio e dall’attaccamento” – che potrà maturare rispetto e amore, gli unici sentimenti che consentano, sia agli uomini che alle donne, di crescere e andare avanti.

Ma il silenzio non sostituisce la voce. Così tra gli auspici conclusivi leggiamo: “Se tutte le donne facessero sentire la propria voce”.

Già, forse non leggeremmo più di storie così tristi.

Lucia