Appunti di lavoro

Come tutti gli insegnanti, ho sognato di scrivere il manuale e il libro di testo per ogni materia che ho insegnato.

Non ci sono riuscito quasi mai.

Con l'Armonia Complementare è stato un fallimento immediato e illuminante: non riuscivo a reggere la noia di riscrivere le stesse regole già scritte migliaia di volte da migliaia di trattatisti che si sono copiati fra di loro per generazioni e generazioni. Mi sono fermato alla prima pagina del primo capitolo.

In altri casi è andata un po' meglio. Ad esempio le mie "Filastrocche Immaginarie" sono nate per gli studenti di "Pratica della Lettura vocale e Pianistica per Didattica": una materia che ho insegnato un anno solo, molto tempo fa, al conservatorio di Vicenza. Le ho scritte alla fine dell'anno, quando le ho finite è finita anche la supplenza, e non mi è mai più capitato di insegnare ancora quella materia.

Io volevo si scrivere dei manuali, ma volevo farli belli, e non è certo facile competere con dei veri capolavori come il "Manuale d'Armonia" di De La Motte, o del Piston, il meraviglioso "Gradus" di Leo Kraft, o anche il piccolo e simpaticissimo "La composizione musicale" di Reginald Smith Brindle.

Ho provato anche a fare con un caro amico e collega un tentativo di manuale per "Elementi di Composizione per didattica della Musica" ma ci siamo arenati dopo qualche mese.

Solo adesso ho capito il perché di tutti queste false partenze: mi mancava la tecnologia.

Trovavo faticosissimo e quasi impossibile mettere sulla carta tutte la ricchezza della comunicazione orale che avviene invece durante una normale lezione. Che fatica e quante parole per descrivere anche i gesti più semplici, le soluzioni più istintive e immediate.

Una fatica immane.

Ieri invece ho capito.

Era da un po' che pensavo che tutto il sapere (anzi, tutto quello che produciamo e consumiamo, sia dal punto di vista intellettuale che da quello materiale) sono in pratica delle storie.

Anche una formula matematica, in fondo, non è altro che una storia, raccontata con i termini che le sono propri. Ed è bella e interessante fino a quando non arriva qualcun altro che la racconta meglio.

«L'acqua bolle a 100°» è una storia, basata sull'osservazione.

Poi arriva quello che la migliora e dice: «L'acqua bolle a 100° a livello del mare, ma se vai in montagna, dove la pressione dell'aria è minore...ecc.».

In musica è uguale. Si può dire: «La scala maggiore è tono, tono, semitono, tono, tono, tono, semitono». Non è sbagliato, ma, come storia, è proprio magra magra.

Oppure per raccontare la scala, si può partire dalle antiche salmodie, girare attorno all'arte di costruire melodie, ai modi, saltare sugli "ordinatori percettivi" presi a prestito dalla psico-ottica (se esiste), fare ciao ciao con la manina a quel geniaccio dell'analisi che era Schenker, e finire in gloria tuffandosi a capofitto nei temperamenti e nelle accordature, provando a sentirle e usarle tutte sul tuo computer o sulla tua tastiera.

Una scala raccontata così, non te la dimentichi facilmente.

Questo è quello che vorrei da un manuale di oggi, che mi faccia sentire gli esempi musicali per farmi capire anche con le orecchie e non solo con gli occhi.

Oggi si può.

L'idea mi è venuta ieri ascoltando un matematico intervistato su RadioTre: diceva che oggi i matematici lavorano molto in rete e così riescono a collaborare in tempo reale e a risolvere assieme molti problemi che, lavorando da soli, richiederebbero settimane o mesi di lavoro individuale.

L'idea è questa: la rete contiene tutto quello che ti serve; suoni, filmati, documenti, programmi, ecc. e dietro a queste cose ci sono persone e competenze.

Il manuale di composizione dei miei sogni è in rete: racconta la "storia" come piace a me ma i materiali sono quelli messi a disposizione di tutti.

E' un "libro" che non ha inizio ne fine e che si modifica in continuazione, che è gratuito e che, per stamparlo, non si abbatte nemmeno un albero perché non usa la carta ma i pixel di uno schermo.

E il libro di carta? l'editore? i diritti SIAE? il profumo dell'inchiostro?

I libri di carta possono essere, e sono talvolta, meravigliosi; specie quando manca la corrente.

23-03-09