We can do it!

La meccanica delle donne

Chi sono

Da vent’anni viaggio in bici. Prima in Europa: Germania, Francia, Svizzera, Spagna, Scandinavia; poi in Marocco; poi negli Stati Uniti; e poi in Sud America. E ci sono ancora tanti posti che vorrei andare a vedere in sella alla mia fedelissima.

In tutto questo tempo, la bici si è trasformata da un modo piacevole di passare le vacanze e di vedere il mondo, in una scelta di vita. Ho piantato (quasi) tutto e ho fatto dei lunghi viaggi in solitaria.

E mentre pedalavo da sola in mezzo al deserto, mi sono detta: «E perché non farne un mestiere?». Così sono tornata, mi sono (re-)iscritta all’Università, ho ottenuto un Master in Turismo Sostenibile con una tesi sulle donne che viaggiano in bici da sole, e ho iniziato un’attività di consulenza per la mobilità ciclabile. E siccome la teoria mi piace, ma la pratica ancor più, oltre a lavorare come tour leader per i cicloviaggi organizzati, ho anche seguito una formazione professionale di meccanica della bici, e un’altra per insegnare ad andare in bici.

Il progetto

Viaggiare in bici è e resta la mia passione. Ma oggi il progetto We can do it! aggiunge qualcosa a questa mia passione: trasmetterla.

A chi ? In particolare alle donne, perché in questo mio percorso di riconversione, mi sono accorta che di donne ne ho incontrate pochine: poche donne viaggiano in bici, in particolare da sole; poche donne sanno riparare una bici; e pochissime lavorano in una ciclofficina. Verrebbe da credere che donne e bici non sono amici. E invece hanno tutto per essere una coppia formidabile!

Allora invece di indignarmi, imprecare o recriminare, mi sono detta: «Perché non unire l’utile al dilettevole, e viaggiare per la mia Italia, che tra tutti i Paesi che conosco è quello che conosco meno, e condividere in particolare con le altre donne quello che ho imparato e quello che so fare: andare in bici, viaggiare in bici, riparare una bici?». Perché non mettere o rimettere in sella chi non sa o non osa inforcare il mezzo di trasporto più intelligente che esista?

Come fare? In maniera ludica e collaborativa: niente lezioni o corsi, perché lavorare insieme è più bello e più efficace. Mettiamo insieme le mani sulla bici, vediamo dov’è il problema e cerchiamo di risolverlo aiutandoci. Senza toglierci gli attrezzi di mano, senza dire: «Dammi qua che non sei capace».

Perché le bambine non stiano più a guardare!

Perché la bici, perché la meccanica ?

Perché non si tratta solo di bici, non si tratta solo di meccanica.

Certo, in primo luogo saper riparare la bici ci rende più autonome nell’uso del mezzo di trasporto più sano, economico ed ecologico che esista oggi al mondo. Non posso dire che gioia ho provato la prima volta che ho regolato un deragliatore. E quando ho smontato e rimontato una bici (senza avanzare troppi pezzi), mi sono sentita Superwoman.

Ma saper gestire almeno gli aspetti più semplici della meccanica della bici non ci permette solo di riparare il nostro mezzo di trasporto di tutti i giorni, del fine settimana o delle vacanze. Ci insegna soprattutto che anche noi lo sappiamo fare, che siamo capaci, che non abbiamo sempre bisogno del ciclista, di un marito, di un uomo (perché spesso è un uomo, no?) che ci cambi la camera d’aria o ci regoli i freni. Possiamo benissimo farlo da sole. La cosa più importante è provarci, sporcarsi le mani, e scoprire che non è poi così difficile.

E questo piccolo esempio di autonomia a volte ci permette di fare un passo enorme nella nostra autostima, nella sicurezza in noi stesse, ci dà la carica per fare mille altre cose, ben più grandi e difficili.