Unibo: preoccupazione per il nuovo codice etico

La proposta di modifica del codice etico in discussione all’Università di Bologna limita la libertà di espressione. Inoltre, creando ambiguità circa cosa sia ammesso o proibito, acuisce un problema già presente: che il codice sia utilizzato non “eticamente” ma al contrario, per punire avversari e premiare amici. Per ultimo, ignora totalmente una recente sentenza del Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio.


L’impulso alla modifica viene dal D.P.R. 81/2023, che prescrive tra l’altro l’astensione da parte dei dipendenti pubblici da “commenti” (per esempio, sui social media) “che possano nuocere al prestigio, al decoro o all’immagine dell’amministrazione di appartenenza”.  Si tratta di un testo problematico, come già messo in evidenza dal Consiglio di Stato (nel suo secondo parere, n. 584 del 14 aprile 2023, sulla bozza del futuro D.P.R.). Per esempio, si propone (nel comma 4 dell'art. 37 ter della proposta dell'Università di Bologna) il divieto di divulgazione di dati, documenti, anche istruttori, e informazioni di cui il dipendente abbia la disponibilità, a meno che non siano di pubblico dominio, per ragioni estranee al rapporto di lavoro con l’Amministrazione. Tale divieto presenta un problema di coordinamento evidente con il D. lgs. 24/2023 che, recependo la Direttiva UE 2019/1937, ha introdotto nel nostro sistema (all’art. 15) la cosiddetta divulgazione pubblica.


Il nuovo codice, se approvato, potrà essere usato come un grimaldello. Per esempio, nel prescrivere (art. 37 ter comma 1 della proposta dell'Università di Bologna) “ogni cautela” nell’esprimere sui social media le opinioni personali del dipendente circa l’amministrazione. L’espressione, nella sua irrisolvibile vaghezza, consentirà applicazioni arbitrarie. Si prevede inoltre (stesso articolo, comma 2) che “fatti salvi la libertà di espressione e il diritto di critica, il dipendente si astiene da interventi o commenti che possano nuocere al prestigio, al decoro o all’immagine dell’Ateneo o della pubblica amministrazione in generale”. Anche in questo caso, la pericolosa vaghezza consentirà interpretazioni strumentali, in una situazione in cui ogni leva per decidere che cosa meriti, o non meriti, l’applicazione del codice etico è in mano agli organi di governo dell’ateneo, la cui eticità però nessuno controlla. Ma chi controllerà i controllori?


Il Tribunale Amministrativo Regionale per il Lazio, nella sentenza 17/10/2023, nota che il D.P.R. 81/2023 non stabilisce regole precise, ma solo reca “volizioni preliminari”, astratte e programmatorie, e “come tali non idonee a produrre una immediata incisione nella sfera giuridica dei destinatari, essendo inidoneo a vincolare le successive decisioni di ciascuna Amministrazione al punto da non lasciare margine di discrezionalità in materia” ma è anzi “destinato ad essere oggetto di intervento integrativo e specificativo da parte delle [amministrazioni]”.


Le modifiche proposte dall’Ateneo si limitano invece a recepire il testo del D.P.R. 81/2023 senza alcuna doverosa precisazione, e per questo sono inaccettabili, poiché, ribadisce la sentenza, “la specificazione delle regole di cui al codice di comportamento generale […] non solo non è inibita alle Pubbliche Amministrazioni, ma è anzi necessaria e prescritta dal legislatore […]”


Un’altra via è doverosa: alla luce della sentenza del TAR Lazio, si ritiri la proposta attuale. E altro ancora è desiderabile: che l’Università di Bologna, col suo prestigio, proponga una battaglia pubblica in difesa della libertà di opinione.


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Firmatari:


Sergio Brasini

Professore ordinario di Statistica economica

Giliberto Capano

Professore ordinario di Scienza politica

Lucio Picci

Professore ordinario di Politica economica

Giorgio Tassinari

Professore ordinario di Statistica economica

Monica Dall'Asta

Professoressa ordinaria, Dipartimento delle arti

Raimondello Orsini

Professore associato di Economia politica

Donatella Meneghelli

Professoressa ordinaria, FicLit

Federico Bertoni

Professore ordinario di Teoria della letteratura

Francesca Biancani

Professoressa associata di Storia del medio oriente

Antonella Coralini

Professore associato, Dipartimento di storia culture civiltà

Marco Cesa

Professore di relazioni internazionali

Laura Stancampiano 

Ricercatore a tempo indeterminato - DIVEMET

Elisabetta Lalumera

Dipartimento di Scienze per la Qualità della Vita