Borgo, paese, comunità. Tossignano è tutte queste cose ma il tempo, la posizione geografica e le spinte di un mondo globalizzato ne hanno radicalmente modificato la quotidianità, non semplificandola di certo.
Avevamo pensato di passare alcuni mesi nel paese per conoscerlo, osservarlo e capirlo con l'obbiettivo di raccogliere i dati e le informazioni necessarie al fine di avviare un percorso di valorizzazione artistica e di partecipazione creativa che potesse dare nuova linfa culturale al borgo di Tossignano e al territorio circostante. La situazione attuale non lo ha permesso e questo è il motivo per cui ti trovi su questo sito.
Abbiamo creato un libro illustrato e un taccuino: il primo "Luoghi, uomini, bestie e altre storie" raccoglie alcune delle storie e delle peculiarità locali con lo scopo di fare da ispirazione narrativa per il taccuino, "Tossignano da raccontare", pieno di domande e di spazio in cui raccontare il paese di Tossignano e per raccontarsi all'interno di esso.
I vostri racconti, i disegni, le fotografie e i ricordi saranno utili a costruire una Mappa di comunità che nei primi mesi del 2021 verrà dipinta su di una parete del borgo. Protagonisti di questo murales saranno proprio i vostri contributi e le vostre testimonianze, utili a formare una narrazione viva e consapevole, che possa inaugurare una nuova stagione creativa per il paese e per chi lo abita.
Non ci siamo fermati a questo, abbiamo anche pensato di realizzare un'installazione sperimentale attraverso il riutilizzo di oggetti in disuso. Li abbiamo chiamati "scarti di memoria": vecchi mobili, quadri o sedie rotte, vecchie latte o tele e tutti quegli oggetti che avendo perso la loro funzione o la loro utilità quotidiana sono ora riposti in fondo ad una cantina e prossimi all'essere gettati via. Questi scarti del quotidiano saranno riutilizzati per dare vita ad un'installazione sperimentale che creando un legame diretto tra il vecchio possessore e il nuovo utilizzo possa innescare un processo di riappropriazione, o perlomeno di rivalutazione, dello spazio pubblico abitato.
Le mappe di comunità, conosciute anche come Parish - dall’Inglese “parrocchia” - maps nascono come strumento di indagine territoriale provocatorio e inusuale che mette al centro della propria rappresentazione, ma soprattutto del proprio processo creativo, le persone. Sperimentate per la prima volta dall’associazione Common Ground negli anni ’80 in Inghilterra queste mappe sono state coniate proprio al fine di concentrare il lavoro sulla comprensione e la valorizzazione del patrimonio locale attraverso il coinvolgimento attivo e creativo delle comunità di riferimento.
Le carte tematiche di ogni tipo - topografiche, geologiche, idrologiche - descrivono i luoghi in maniera quantitativa e settoriale, basandosi su rappresentazioni e linguaggi specialistici, e contribuiscono - consapevolmente o meno - a creare distanza tra chi ci vive e chi li descrive. La rappresentazione perde in questo modo il valore della dimensione più importante dell’abitare i luoghi: quello della quotidianità.
Sono proprio i luoghi quotidiani, semplicemente vissuti ogni giorno, che a poco a poco, corrono il rischio di diventare silenziosi, indifferenti e inespressivi. Questo non perché non abbiano più nulla da dire, ma perché nell’epoca contemporanea si è distrattamente persa la capacità di osservarli, di ascoltare i loro messaggi e le loro storie, di capirne le stratificazioni e la trama invisibile, strutturante e rassicurante, la vita nel quotidiano, antidoto contro l’estraneità, lo spaesamento e l’indifferenza.
La mappa di comunità si struttura allora proprio in riferimento a questo iato culturale, coinvolgendo gli abitanti per dedurne il modo con cui la comunità locale vede, percepisce, attribuisce valore al proprio territorio, alle sue memorie, alle sue trasformazioni, alla sua realtà attuale e a come vorrebbe che questa fosse in futuro. L’obbiettivo non è quello di rappresentare la realtà ma quello di riprodurre una testualitá dei sistemi di relazione concreti, delle modalità attraverso i quali essi si costruiscono e nel legarsi a loro volta producono senso. Un senso che per non essere smarrito ha la necessità di essere pubblico e dibattuto, interrogato e modificato.