la vita salva per un sorpasso

Il destino di un giovane di sorrento

LA VITA SALVA PER UN SORPASSO

L’inferno è arrivato in un minuto, in quel minuto.

Giuseppe Gargiulo, contadino, parla appoggiato al muretto della strada che da Poggio Li Galli, porta a Sant'Agata sui due Golfi. Ogni tanto si volta alla sua sinistra dove ci sono la moglie e due nipotini avvolti in lunghi scialli neri. Poi continua a fissare il manto verdissimo di foglie di rami, di olivi che copre l'asfalto. « Guardate come sono fresche quelle foglie, pare che le abbiano strappate dai rami. Ho settantasei anni, sono tanti, e non ho mai visto, mai, una cosa del genere ».

Le 10 vittime (almeno quelle finora accertate) che il terremoto ha provocato in penisola costituiscono il drammatico bilancio del crollo di due palazzi avvenuto a Piano di Sorrento in via Cassano ed in via Ripa di Cassano.

«Ero a bordo della mia auto, dice Roberto De Simone 22 anni, stavo tornando a casa, quando improvvisamente mi sono trovato sballottato sulla corsia di sorpasso. Istintivamente ho guardato nello specchietto retrovisore. Ero convinto che fossi stato tamponato. Ed invece una visione orribile, davvero orribile... dietro di me crollava il palazzo che avevo appena superato, crollava sulla strada seppellendo la Lancia Beta e il suo conducente che avevo sorpassato un centinaio di metri prima. Io ho accelerato, mi sono fermato soltanto dopo un po', penso un chilometro. Sono balzato fuori gridando e tornando indietro a piedi, di corsa».

«Quando sono giunto là dove il palazzo era crollato — aggiunge De Simone — c'era un enorme cumulo di macerie sulla via. E' arrivata gente, abbiamo cominciato a scavare. Per quell'uomo, che per la prima volta in vita mia avevo visto pochi minuti prima non c'era più nulla da fare. Dalle macerie hanno poi tirato fuori altre tre persone, una vecchia e due ragazze».

Le due ragazze erano sorelle, Dora e Maria Carotenuto, rispettivamente 18 e 16 anni. Sotto i detriti ci sono ancora due cadaveri.

Contemporaneamente, a nemmeno 500 metri di distanza, si sbriciolava un altro vecchio edificio di due piani. “Sulla Strada è mancata improvvisamente la luce — dice Antonio Esposito, 24 anni, universitario, facoltà di medicina - mi sono detto "i soliti guasti dell'Enel". Ero sulla mia vespa, per tornare a casa a Sorrento, venivo da Meta dove ero stato da un amico col quale studio. Ma dopo la curva di Ripa di Cassano mi sono trovato dinanzi ad una scena, allucinante, che non dimenticherò più ».

« Un palazzo si era, come dire, frantumato — aggiunge il giovane — sulla strada, come una collina di detriti; ho visto fuggire gente, sembrava impazzita, gridava. Ho creduto lì per lì, che fosse scoppiata una bombola di gas ».

I soccorsi in tutta la penisola sorrentina sono scattati subito. Vigili urbani, polizia, carabinieri (i vigili del fuoco che dovevano venire da Castellammare, purtroppo hanno fatto molto ritardo), ai quali si sono aggiunti centinaia di volontari, hanno prestato i primi aiuti e regolato l'esodo degli abitanti verso le zone alte nei comuni.

(il Mattino – 25 novembre 1980)