Chi sono i maggiori produttori di plastica monouso nel mondo
e i loro finanziatori

La grande produzione e diffusione della plastica a livello mondiale è stata ed è tuttora promossa dalle aziende di raffinazione del petrolio per convertire in modo economicamente conveniente i residui della loro attività. Già cinquanta anni fa hanno avviato una campagna commerciale per favorire la diffusione di un prodotto dalle caratteristiche straordinarie (è elastico, impermeabile, robusto, lavorabile, può avere colori molto vivaci) lanciandolo a un costo bassissimo. Oggi, nonostante siano chiare le conseguenze disastrose dell'impatto sull'ambiente della dispersione della plastica dovute al fatto che la plastica non si degrada mai completamente, continuano a produrne di nuova anziché riciclata, per continuare a trarne un grande vantaggio economico. Un'importante ricerca individua quali sono queste aziende e i loro finanziatori.

Un gruppo di ricercatori della Minderoo Foundation, organizzazione australiana no-profit che si occupa della salvaguardia del Pianeta ha pubblicato un rapporto, realizzato in collaborazione con importanti fondazioni e istituti di ricerca, nel quale, per la prima volta, vengono identificate le aziende petrolchimiche che sintetizzano da combustibili fossili i cinque polimeri primari (“polimeri plastici monouso vergini”) utilizzati nella produzione della stragrande maggioranza dei rifiuti di plastica monouso a livello mondiale e gli investitori e le banche che le stanno finanziando.

Dal rapporto emerge come la vera fonte della crisi globale dei rifiuti di plastica siano 20 compagnie petrolchimiche che producono appunto “polimeri”, l’elemento costitutivo della plastica e sono responsabili della produzione del 50% della plastica usa e getta, quella che più frequentemente è presente nei rifiuti, diventando molto spesso inquinante. Sono in cima alla lista ExxonMobil, con 5,9 milioni di tonnellate, e la Dow, entrambe con sede negli Stati Uniti, seguite dalla Sinopec, gigante petrolchimico cinese, queste tre società insieme rappresentano il 16% del totale della plastica monouso prodotta.
100 compagnie producono il 90% della plastica monouso del mondo.

Ma chi finanzia queste imprese favorendo la diffusione e l'impiego della plastica monouso?
Le società statunitensi
Vanguard Group, BlackRock e Capital Group detengono oltre 300 miliardi di dollari di azioni nelle società madri di questi produttori di polimeri, di cui almeno 10 miliardi sono direttamente collegati alla produzione di polimeri vergini per la plastica monouso. Si stima che circa il 60% dei finanziamenti per la produzione mondiale di questi polimeri (per un importo di 30 miliardi di dollari nel 2011) sia erogato da solo 20 banche, con in testa Barclays, HSBC e Bank of America.

E per quanto riguarda la produzione di rifiuti?
I paesi
maggiori produttori di rifiuti di plastica monouso sono l' Australia e gli Stati Uniti, con 50 kg per abitante all'anno; la Cina ne produce 18 kg, l'India solo 4 kg. L’ Italia risulta in decima posizione per produzione pro-capite di rifiuti di plastica monouso e tra i primi 20 produttori mondiali di plastica.

La scelta delle grandi imprese di continuare a produrre polimeri vergini piuttosto che polimeri riciclati ha una ripercussione diretta sulla quantità di rifiuti prodotti e dispersi nell'ambiente.
I 100 maggiori produttori di polimeri continuano tutti infatti a fare affidamento quasi esclusivamente su materie prime "vergini", a base di combustibili fossili. Così
nel 2019 la produzione di polimeri riciclati da rifiuti di plastica ha rappresentato non più del due per cento della produzione totale, il che significa che il 98% di queste materie plastiche sono prodotte da combustibili.

In una valutazione delle pratiche per il passaggio a forme di produzione a base circolare necessarie per affrontare la crisi, oltre 70 di queste aziende hanno ricevuto un voto negativo per la loro completa mancanza di politiche, impegni o obiettivi.

Il rapporto fa inoltre una previsione: a causa del perpetuarsi dell'azione dei produttori di plastica e del modo in cui contribuiscono ad aggravare l’attuale crisi dei rifiuti di plastica usa e getta entro i prossimi 5 anni la produzione globale di plastica usa e getta dovrebbe aumentare del 30%, con una crescita a 3 trilioni di singoli rifiuti in più di plastica usa e getta entro il 2025.

I rifiuti di plastica monouso sono un problema geopolitico radicato. La transizione dal modello “usa e getta” della plastica monouso a quella riciclata richiederà una nuova leadership aziendale, dei mercati dei capitali "illuminati" ma soprattutto richiederà un'immensa volontà politica di cambiamento rispetto alla realtà attuale che vede il 40% circa delle maggiori aziende produttrici di plastica monouso a proprietà partecipata di alcuni governi, soprattutto Cina, Arabia Saudita e Emirati Arabi.

Il presidente e co-fondatore della Minderoo Foundation, Andrew Forrest AO, ricorda che la “plastificazione” dei nostri oceani e il riscaldamento del nostro pianeta sono tra le più grandi minacce che l’umanità e la natura abbiano mai affrontato. Solo se i leader dei governi, delle compagnie petrolchimiche e i gestori finanziari inizieranno ad agire concretamente nell’interesse dei nostri figli e nipoti, si potrà invertire questa crisi. Questo significa smettere di produrre nuova plastica e iniziare a utilizzare rifiuti di plastica riciclati, significa ricollocare il capitale dai produttori “vergini” a quelli che utilizzano materiali riciclati e significa riprogettare la plastica in modo che non danneggi e sia compostabile, quindi come ogni altro elemento, ritorni alle sue molecole originali, non alle nano-plastiche.