VOLTI DELLA STORIAdi Francesco Mele

WINSTON CHURCHILL

«Il successo non è definitivo, il fallimento non è fatale: ciò che conta è il coraggio di andare avanti».

(W. Churchill)

Celebre statista inglese, Winston Leonard Spencer Churchill nacque il 30 Novembre 1874 a Woodstock, nell’Oxfordshire, nello splendido palazzo di Blenheim, primogenito di Lord Randolph Churchill e Jennie Jerome.

Per linea paterna, Winston apparteneva alla grande aristocrazia britannica, discendente del primo conte Spencer e del noto John Churchill, primo duca di Marlborough e comandante delle armate che sconfissero la Francia durante la Guerra di successione spagnola agli inizi del Settecento; il ramo familiare materno era invece statunitense, essendo il nonno materno un agente di cambio di successo, nonché proprietario di grandi giornali tra cui il New York Times.

Trascorsa l’infanzia a Dublino e poi tornato in Inghilterra, Winston riuscì, dopo vari tentativi, ad accedere all’Accademia militare di Sandhurst tra le fila della cavalleria come cadetto, iniziando così una movimentata carriera militare influenzata da condizioni di salute non sempre ottimali che, ciononostante, non gli impedirono di ottenere il grado di Secondo Luogotenente.

Nell’ottobre del 1895 Churchill partì per Cuba insieme all’amico Reginald Barnes per raccogliere informazioni sulla guerra d’indipendenza scoppiata nel Paese; si unì alle truppe spagnole e proprio nell’esperienza cubana iniziò a coltivare la passione per i sigari, che lo accompagnerà fino alla sua morte. L’anno successivo fu in India con gli Ussari, dapprima a Bombay e poi a Bangalore, iniziando delineare la propria posizione politica, divisa tra principi liberali ed altri conservatori, avvicinandosi in questa maniera all’ideologia della Tory democracy; si disse più volte favorevole all’affermazione di un sistema d’istruzione pubblico e laico e criticò aspramente il movimento delle Suffragette.

Dopo l’esperienza nella campagna contro i ribelli Pashtun e la partecipazione alla battaglia di Omdurman in Sudan, nel 1898 Winston tornò in patria ed iniziò ad intraprendere la carriera parlamentare, entrando a far parte del Partito Conservatore. Tuttavia, la notorietà arrivò soltanto durante la sua partecipazione alla Seconda guerra anglo-boera, nella quale fu fatto prima prigioniero e, successivamente, riuscì ad evadere rocambolescamente e a far conoscere al mondo intero la sua esperienza attraverso la pubblicazione del “London to Ladysmith via Pretoria”, che ottenne un gran successo sul mercato editoriale.

L’entrata in Parlamento risale al dicembre del 1900; in questa sua prima esperienza, Churchill si avvicinò agli “Hughligans”, un gruppo di giovani deputati conservatori capeggiati da Lord Hugh Cecil, ma l’intesa nel gruppo durò poco, tanto che nel 1904 si consumò il suo passaggio ai liberali. Con quest’ultimi al governo ottenne, l’anno successivo, la carica di Sottosegretario alle Colonie.

Era ormai in piena ascesa politica e negli anni successivi rivestì dapprima la carica di Ministro del commercio e in seguito fu Ministro dell’interno, schierandosi apertamente a favore del People’s Budget e del Parliament Act.

Nel clima che anticipò lo scoppio della Prima guerra mondiale, Churchill fu nominato Primo Lord dell’Ammiragliato e in tale veste si occupò del miglioramento e del rafforzamento della Royal Navy, ma fu anche uno dei fautori del più grande fallimento della Gran Bretagna durante la Grande guerra, ossia l’offensiva di Gallipoli, rivelatasi incapace di piegare le linee di difesa turche.

Tale fallimento nel 1915 lo costrinse alle dimissioni, dopodiché decise di entrare a far parte come tenente colonnello del 6° Battaglione dei Royal Scots Fusiliers, riassaporando ancora una volta i rischi del campo di battaglia. Il dopoguerra lo vide ancora protagonista tra le fila della coalizione capeggiata da Llyod George e le sue preoccupazioni come Ministro della Guerra furono rivolte soprattutto nei confronti della minaccia bolscevica che stava dilagando in Russia e per le troppo severe condizioni di pace imposte alla Germania.

All’inizio degli anni ’20 gli scenari politici interni spinsero Churchill a ritornare tra le fila dei conservatori, presentandosi negli anni successivi come un duro oppositore della “linea morbida” tenuta dal Primo ministro Chamberlain nei confronti della Germania nazista di Hitler, il cosiddetto “appeasement”.

La Seconda guerra mondiale consacrò Churchill come il grande eroe del conflitto; divenne Primo ministro nel 1940, organizzò l’evacuazione del BEF (corpo di spedizione britannico) dal porto di Dunkerque e lavorò all’alleanza con gli USA di Roosevelt, che rappresentò la carta vincente della guerra.

Nonostante la fama e il riconoscimento di cui godette nell’immediato dopoguerra, Churchill dopo il 1945 fu relegato per ben 6 anni dell’opposizione e solo nel 1951 ottenne il suo secondo mandato da Primo ministro, durante il quale fu molto attento a migliorare le condizioni di lavoro dei minatori.

Tuttavia, le pessime condizioni di salute e due ictus lo costrinsero a concludere il suo mandato nel 1955, ponendo fine alla sua carriera politica.

Ormai novantenne, il 24 Gennaio 1965 Winston Churchill morì in seguito all’ennesimo ictus e il suo funerale fu un evento epocale, rappresentando pienamente la grandezza dell’uomo e il suo peso nella storia britannica e mondiale.

LETTURE E APPROFONDIMENTI:

- M. Gilbert, “Churchill. La vita politica e privata”, Mondadori, 2014

- “L’ora più buia”, film di Joe Wright, 2018