Shigeru Yoshida

LORENZO BONAGURO

SHIGERU YOSHIDA

«Parlo del vecchio Giappone, perché è dalla cenere del vecchio Giappone che è nato il nuovo Giappone»

(S. Yoshida)

Nonostante il suo fondamentale ruolo di leader moderato del Giappone post-bellico, di artefice del miracolo economico e di fondamentale ideologo della frangia conservatrice, di fondatore del Partito Liberal Democratico (che ha mantenuto la maggioranza quasi ininterrottamente dal 1955 ad oggi), la figura di Shigeru Yoshida è troppo spesso dimenticata nella narrazione occidentale del XXI secolo.

Nato nel 1878, Yoshida passò l’infanzia presso la famiglia di un amico benestante - dal quale prese il cognome - poiché il padre era incarcerato per attivismo politico, mentre della madre non si hanno notizie certe. Si laureò in legge presso la Tokyo Imperial University nel 1906 e lo stesso anno entrò nel corpo diplomatico giapponese, per poi uscirne nel 1938 a conclusione di un’eccellente carriera, durante la quale fu anche ambasciatore a Roma e delegato alla Società delle Nazioni. Questa esperienza lo mise in diretto contatto con i paesi occidentali e la loro cultura, al punto che si convertì al cristianesimo cattolico. Inoltre, grazie alle sue capacità e alle sue reti di conoscenze, divenne un volto noto e rispettato della diplomazia mondiale, in particolare negli Stati Uniti d'America.

Prima della seconda guerra mondiale, Yoshida fu un convinto sostenitore dell’espansione imperiale giapponese nell'Asia orientale, in particolare appoggiò gli attacchi alla Cina e l'invasione della Corea, ma fu sempre contrario alla guerra contro le altre potenze industrializzate, in primis gli USA. Anche per questo motivo alla fine degli anni trenta egli scelse di appoggiare la fazione capeggiata dal principe Fumimaro Konoe – primo ministro nipponico tra il 1937 ed il 1939 e tra il 1940 ed il 1941, il quale era contrario all'entrata guerra – sperando in un equilibrio tra Giappone, URSS e USA nell'area del Pacifico - e cercava di limitare la crescente influenza dei militari nella politica. Anche a guerra in corso Yoshida non smise di manifestare la sua contrarietà al conflitto. In particolare, attraverso l'Associazione per il sostegno dell'Autorità imperiale fondata da Konoe, spingeva affinché l'imperatore ed il governo aprissero un tavolo di trattative per una tregua o meglio ancora per un armistizio, ma il potere era ormai saldamente in mano ai vertici dell’esercito imperiale.

A guerra finita Yoshida si iscrisse al neonato Partito Liberale, guidato da Ichiro Hatoyama, il quale divenne primo ministro nel 1946 ma venne travolto dalla purga voluta da McArthur pochi mesi dopo. Il cambio al vertice voluto dagli americani gli spianò la strada per la carica di premier, che ricoprì dal 1946 al 1947 e, una seconda volta, dal 1948 al 1954. Yoshida fu una voce importante all'interno del coro di politici ed intellettuali nipponici che tentarono di dimostrare l’innocenza dell’imperatore Hirohito nella guerra d’aggressione condotta dal Giappone negli anni precedenti. Questi sostenevano che la figura imperiale fosse sempre stata soltanto simbolica, mentre le colpe dovevano ricadere sui vertici politici e militari che avevano stravolto la costituzione Meiji per ottenere i loro scopi.

Il lascito più rilevante di Yoshida fu l’elaborazione della dottrina – già sviluppata durante l'esperienza diplomatica – che porta il suo nome e che ha dato forma alla politica estera giapponese dal dopoguerra fino ad oggi. Essa consiste in tre punti principali: primo, la ripresa economica era l’obiettivo primario della nazione, dunque gli USA dovevano essere ritenuti interlocutori necessari sia in qualità di investitori sia come mercato che potesse assorbire la sovrapproduzione giapponese; secondo, il Giappone doveva assolutamente evitare il riarmo, in piena applicazione dell’articolo 9 della nuova costituzione, così come essere coinvolto in nuove dispute internazionali; terzo e ultimo, era necessario garantire agli USA basi militari in territorio giapponese, in cambio della garanzia di protezione del arcipelago dalle minacce esterne. Nel 1952, a causa della guerra di Corea, Yoshida stesso fu costretto a piegarsi parzialmente alle necessità e alle volontà americane riguardo il riarmo, creando la National Police Reserve (Keisatsu Yobitai) ed il Japan Ground Self-Defense Force (Rikujō Jieitai).

Shiguro Yoshida abbandonò definitivamente la politica solo nel 1966 e morì soltanto un anno dopo.