Ruhollah Khomeini

ANDREA BERNABALE

RUHOLLAH KHOMEINI

Artefice della rivoluzione iraniana del 1979, fondatore della prima moderna Repubblica islamica in Iran nel 1980 e leader politico e spirituale dell'Iran dal 1980 al 1989, anno della sua morte.

A tali indizi corrisponde un uomo solo, l'ayatollah Ruhollah Khomeini.

Nato a Khomein, cittadina vicino Teheran nel maggio del 1900, Seyyed Ruhollah Musavi Khomeini cominciò sin da giovane gli studi teologici raggiungendo il grado di ayatollah, figura religiosa di ampio rilievo nell'islam sciita. Agli studi teologici, Khomeini affiancò anche gli studi giuridici, in particolare il diritto islamico.

Discepolo dell'ayatollah Mohammed Boroujerdi - grande oppositore del regime secolarizzato dello Shah Reza Pahlavi - alla sua morte avvenuta nel 1962, Khomeini gli successe prendendo le redini del sentimento anti-monarchico e conservatore in Iran. Ci si opponeva, sostanzialmente, alla politica modernizzatrice dello shah Reza Pahlavi.

Dopo vari arresti fu costretto all'esilio nel 1964 e, passando per la Turchia e per la città sacra sciita Najaf in Iraq, Khomeini iniziò a sviluppare la sua dottrina rivoluzionaria, la "terza via", il modello islamico in un mondo ancora imperniato su una logica bipolare rappresentata dalla guerra fredda.

Nel '78 iniziano in Iran le prime proteste aizzate da Khomeini contro lo shah.

Nel giro di pochi mesi diventano incontrollabili. Lo Shah fu costretto all'esilio e Khomeini poté ritornare in patria e ne divenne leader indiscusso.

La Costituzione iraniana fu subito rivisitata con l'obiettivo di rendere centrali i valori dell'Islam.

La rivoluzione islamica in Iran era ormai compiuta. Proverà anche ad esportarla, senza tuttavia riuscirci.

Negli anni '80 consolidò il suo potere e nel settembre 1980 rispose all'offensiva militare irachena di Saddam Hussein scatenando un conflitto militare durato quasi 10 anni. Era l'inizio della guerra tra Iraq e Iran.

Gravemente malato, morì il 2 giugno 1989 a Teheran.

Il segno indelebile dell’ayatollah vive ancora oggi nel “moderno” Iran.