Nicolae Ceausescu

ANDREA BERNABALE

NICOLAE CEAUSESCU

«Marx e Lenin ci hanno insegnato che tutto è permesso se è nel servizio della classe proletaria e la sua rivoluzione mondiale»

(N. Ceausescu)

Primo segretario del Partito Comunista Romeno che guiderà dal 1965 al 1989 e Presidente della Repubblica Socialista di Romania dal 1974 al 1989, Nicolae Ceausescu fu meglio conosciuto come il “Conducator”, il condottiero.

Figlio di contadini, nacque nel 1918 a Scornicesti come terzo di dieci fratelli. L’infanzia e l’adolescenza del futuro condottiero romeno saranno molto movimentate: ancora bambino si trasferì a Bucarest e iniziò, già ad 11 anni, a lavorare come calzolaio, mentre nel 1936 divenne segretario dell’Unione della Gioventù Comunista, che al tempo era riconosciuta come organizzare criminale e, pertanto, fuorilegge. Tale posizione gli costò svariati arresti che lo condussero alla prigione di Tirgu-Jiu dove conobbe e divenne pupillo del leader del Partito dei Lavoratori Romeno (PLR) Gheorghe Gheorghiu-Dej.

Tornato in libertà nel secondo dopoguerra, Ceausescu aderì e rivestì diversi ruoli all’interno del PLR e nell’amministrazione pubblica romena e, quando il leader del partito Gheorghiu-Dej morì nel 1965, Ceausescu ne assunse la segreteria e ridenominò il partito come “Partito Comunista Romeno” (PCR), divenendone, di fatto, il suo primo segretario.

Nel 1974 divenne anche Presidente della Repubblica Socialista Romena in seguito al ritiro del premier Maurer, peraltro anche lui conosciuto in giovinezza durante la prigionia.

Pur essendo un convinto socialista, Ceausescu rivendicherà per la sua Romania una certa autonomia dall’URSS, disconoscendo la dottrina Breznev della “sovranità limitata” e conducendo una politica estera del tutto indipendente da Mosca, tanto da essersi recato egli stesso per ben tre volte negli USA ed aver accolto, nell’agosto ‘69, il presidente Nixon in Romania.

Manterrà, inoltre, buoni rapporti con la Germania Ovest, Israele, la Repubblica Democratica del Vietnam, l’Egitto di Sadat, la Cina, la Corea del Nord, l’OLP di Arafat e la Libia di Gheddafi.

Sul piano domestico, invece, seguirà un progetto di socialismo accompagnato da venature nazionaliste e un forte culto della personalità attuato anche grazie all’azione repressiva e violenta della Securitate, i servizi segreti romeni.

Tuttavia, la cattiva amministrazione economica portò ad una crescita mostruosa del debito pubblico che porterà Ceausescu a mettere in atto politiche più drastiche: dal razionamento del cibo e dell’energia elettrica alla proibizione di ogni metodo contraccettivo e dell’aborto al fine di aumentare la forza lavoro.

Ridotta alla povertà, la popolazione romena insorse numerose volte nell’arco degli anni ‘80 contro il governo, che represse sempre le proteste con il pugno di ferro.

Le rivolte diventarono sempre più sanguinose e la rivoluzione rumena sarà ricordata tra le più brutali in tutto l’est Europa. Nel dicembre 1989, il Conducator e sua moglie Elena furono costretti a fuggire in elicottero, ma anche l’esercito gli voltò le spalle. Furono catturati e condannati a morte il 25 dicembre 1989 con l’accusa di genocidio e l’aggravante di aver condotto la popolazione romena alla povertà.

Nicolae ed Elena Ceausescu verranno giustiziati da un plotone d’esecuzione con oltre 100 colpi di kalashnikov.