Muammar Gheddafi

ANDREA BERNABALE

MUAMMAR GHEDDAFI

L'UOMO DEL DESERTO

«Oh voi, figli del deserto; voi, figli delle nostre antiche città; voi, figli delle nostre verdeggianti campagne; voi, figli dei nostri splendidi villaggi: l’ora del lavoro è scoccata».

(Muammar Gheddafi, primo comunicato della Rivoluzione, Radio Bengasi, 1 settembre 1969)

Leader incontrastato della Libia indipendente, Muammar Gheddafi appartiene alla categoria dei tiranni dalla vocazione rivoluzionaria, vocazione condensata nell'ideale panarabista, anti-imperialista, socialista ed islamista.

Gheddafi fu a tutti gli effetti un "uomo del deserto": nacque infatti nel 1943 nell'arido deserto libico in un'umile tenda di beduini, una minoranza "nobile" e rispettata per il prestigio dei suoi valori morali: fierezza, coraggio, lealtà, solidarietà umana e, soprattutto, grande religiosità e devozione al Dio islamico. Gheddafi non rinnegherà mai le sue umili origini che caratterizzeranno profondamente la sua psicologia alla quale deve una visione di Occidente "invasore" e nemico.

Nel 1965, il giovane Gheddafi - già avviato alla carriera militare - insieme ad alcuni suoi seguaci dell'Accademia fondò il Movimento Rivoluzionario, avverso al regime di re Idriss, accusato di corruzione. Gheddafi si appellò ai valori religiosi e nazionali nella ferma convinzione che questi fossero il motore del cambiamento e dell'evoluzione storica. Dio e Nazione.

Il progetto rivoluzionario prese vita nel 1969, quando, attraverso un colpo di stato, re Idriss fu costretto all'esilio. Nel suo vittorioso discorso post-golpe Gheddafi annunciò ufficialmente la fine della monarchia e l'inizio di una nuova era: l'era delle masse. La Libia era stata riconsegnata al suo popolo e Gheddafi vi si era posto al comando.

Ne seguirono politiche nazionalistiche che segnarono la cacciata di italiani, inglesi, americani e delle loro basi militari dalla Libia, con successiva nazionalizzazione delle banche e delle altre istituzioni economiche. Non di meno furono nazionalizzate le compagnie petrolifere e dei trasporti. L'islam fu elevato a religione di Stato e il progetto di unità dei popoli arabi fu presto invocato dal Colonnello Gheddafi, sulla scia ideologica del suo maestro, l'egiziano Gamal Abd Nasser. Tali politiche costarono l'inimicizia tra la Libia e l'occidente, in particolare gli Stati Uniti, ostili al disegno politico del raìs.

Dopo il tentativo fallito di dar vita alla Federazione delle Repubbliche Arabe (Libia, Siria ed Egitto), negli anni '70 Gheddafi pose maggior attenzione alla politica interna. Forte dei proventi del petrolio, intraprese una grande opera di modernizzazione delle infrastrutture e edificazione opere pubbliche. Come pianificato e desiderato, seppe diventare un riferimento per tutti i popoli africani, contribuendo con ingenti finanziamenti alla creazione e al sostentamento dell'Unione Africana.

Il 2 marzo del 1974, cinque anni dopo la rivoluzione, proclamò la Jamahariya (Repubblica delle masse) Libica Socialista, rinunciando formalmente a tutti i suoi incarichi politici, ma rimanendo, nella sostanza, leader indiscusso ed indiscutibile della nazione libica e delle sue forze armate. Nel 1975 la sua visione politico-religiosa venne messa nero su bianco, con la pubblicazione del Libro Verde, un'opera che traeva chiara ispirazione del Libretto Rosso di Mao Zedong e che divenne manuale di vita per ogni cittadino libico, essendo insegnato fin dalla scuola.

La prima parte dell'opera, "La soluzione al problema della democrazia", definisce la struttura politica libica e il rigetto teorico della democrazia parlamentare, mentre la seconda parte, "La soluzione al problema economico - Socialismo", critica tanto il capitalismo quanto il comunismo sino-sovietico. Nel 1981 venne poi introdotto un terzo capitolo, forse il documento più ricco, che tratta una vasta gamma di temi ideologici, quali il ruolo del nazionalismo o la condizione della donna. Gheddafi intitolò questa sezione del Libro Verde "Terza Teoria Universale".

Gli anni '80 furono caratterizzati invece dall'inasprimento dei rapporti diplomatici con gli USA, che costarono allo stesso Gheddafi un mandato di morte da parte del presidente Ronald Reagan nel 1986. Tuttavia, il tentativo di uccisione fu sventato, così come altri in seguito, ed egli poté restare al potere fino alla normalizzazione dei rapporti avvenuta a metà degli anni '90.

Dopo oltre 40 anni alle redini del suo paese, il Raìs fu catturato e ucciso durante la guerra civile del 2011, senza ricevere un regolare processo. Il suo potere sconfinato e personalistico non fu rimpiazzato da un nuovo leader bensì dal caos di una guerra civile sotto traccia, combattuta da generali, milizie d'ogni tipo e seguaci dello Stato Islamico.