di Lorenzo Bonaguro


Klemens Von Metternich


«Ebbi a lottare con il più grande dei soldati, Napoleone. Giunsi a mettere d'accordo tra loro imperatori, re e papi. Nessuno mi dette maggiori fastidi di un brigante italiano: magro, pallido, cencioso, ma eloquente come la tempesta, ardente come un apostolo, astuto come un ladro, disinvolto come un commediante, infaticabile come un innamorato, il quale ha nome: Giuseppe Mazzini.»

(Metternich, “Memorie”)


Klemens von Metternich è stato senza dubbio uno dei più importanti uomini dell’Ottocento, le cui azioni come politico e diplomatico della corte di Asburgo ebbero conseguenze decisive sulla storia d’Europa. Di famiglia aristocratica e formatosi intellettualmente negli anni della Rivoluzione all’Università di Strasburgo, subito rimase sconvolto dai disordini e dal caos in Francia: la sua visione del mondo era fondata sull’ordine sociale all’interno degli Stati e sull’equilibrio fra gli Stati in Europa, garantiti solo dalle istituzioni dell’Ancien Regime e dal concerto delle potenze, minacciato però dai cambiamenti rivoluzionari e dall’espansionismo francese. Secondo Metternich, la Rivoluzione peccava in velocità: i cambiamenti sociali e istituzionali per funzionare necessitano di tempo, mentre le rivoluzioni sono moti veloci e violenti per natura.

La sua carriera politica e diplomatica ebbe inizio in contemporanea all’ascesa di Napoleone. In più di un’occasione si oppose all’imperatore dei francesi, ma la sua non fu un’opposizione rigida e assoluta: da vero diplomatico, Metternich era pronto sempre a trovare un compromesso, anche nelle situazioni più difficili e con il suo peggior nemico. Di formazione renana, non fu mai un rigido antifrancese come molti nobili austriaci. Nel 1809, dopo l’ennesima sconfitta della coalizione antifrancese nella battaglia di Wagram, in qualità di ministro degli esteri arrangiò il matrimonio fra Maria Luisa d’Asburgo e Napoleone. Un colpo da maestro che trasformò la Francia da acerrima nemica in alleata, anche se solo per poco tempo. Negli anni successivi cercò sempre di mediare fra Parigi e le potenze europee, coerentemente ai valori di equilibrio e ordini nello scacchiere europeo che sempre gli furono cari. Questo fino all’incontro di Dresda del 1813, dopo la disfatta in Russia, quando Bonaparte rifiutò ogni possibile compromesso con i suoi nemici. A questo punto l’Austria abbandona la Francia e si dichiara neutrale.

Il Congresso di Vienna (1814-1815) può essere considerato il capolavoro della diplomazia di Metternich. In questa occasione furono ribaditi i principi tanto cari ai sovrani europei, e a Metternich stesso: il principio di legittimità dinastica, ossia il ritorno sul trono dei sovrani cacciati dalla rivoluzione e da Napoleone, e quello di equilibrio tra le potenze per evitare l’egemonia di una nazione sulle altre. La pace ritornò così in Europa, una pace senza vincitori né vinti, senza rappresaglie o vendette. Qualche mese dopo, fu istituita la Santa Alleanza fra Austria Prussia e Russia per proteggere la stabilità di questa nuova, o restaurata, Europa. In mano a Metternich, l’Alleanza diviene una sorta di “polizia internazionale” in grado di sedare ogni moto rivoluzionario dei primi decenni dell’Ottocento.

Più passavano gli anni più il malcontento verso lo status quo aumentava. I liberali e nazionalisti di tutta Europa vedevano, a buon ragione, in Metternich l’emblema di un mondo che non esisteva più, di un sistema che reprimeva i popoli e le loro aspirazioni, celebre la sua frase «l’Italia è solo un’espressione geografica». Il suo magnifico disegno di un Europa restaurata crollò sotto i colpi dei moti della Rivoluzione di Luglio in Francia e del 1848. Morì nel 1859 lontano dalla scena politica viennese, che lo aveva disconosciuto e da un giovane imperatore, Francesco Giuseppe, che lo disdegnava. Simbolo del tentativo di fermare le lancette della Storia e di mantenere una tanto agognata pace fra le nazioni, ancora oggi il giudizio su Metternich divide gli storici.


LETTURE E APPROFONDIMENTI:

  • Luigi Mascilli Migliorini, Metternich. L'artefice dell'Europa nata dal Congresso di Vienna, Collana Profili, Roma, Salerno Editrice, 2014