Franklin Delano Roosevelt

GABRIELE PATO

FRANKLIN DELANO ROOSEVELT

Unico presidente americano ad essere eletto più di due volte e primo a viaggiare in aereo e comunicare via radio alla popolazione (attraverso le famose “fireside chat”), Franklin Delano Roosevelt (comunemente FDR) nacque ad Hyde Park, New York, il 30 gennaio 1882, da una delle famiglie più antiche e in vista dello Stato: il capostipite, Philippe de la Noye Van Rosenvelt (poi anglicizzato in Delano Roosevelt) fu tra i primi ugonotti a sbarcare nel 1621 e partecipò alla fondazione di Nieuw Amsterdam, diventata in seguito New York. Due secoli e mezzo dopo, la grande dinastia Roosevelt non aveva perso smalto ed il piccolo Franklin crebbe in un ambiente straordinariamente ricco e altolocato. Studiò ad Harvard e alla Law School della Columbia University, dove si laureò nel 1908, ed intraprese immediatamente la carriera di avvocato in uno degli studi più importanti di Wall Street. Mentre studiava ad Harvard cominciò a frequentare una lontana cugina, Eleanor Roosevelt, a quel tempo nipote del presidente Theodor Roosevelt. Soltanto tre anni dopo, nel 1905, i due si sposarono formando quella che sarebbe stata la coppia presidenziale più famosa della storia del paese.

Nel 1910 Roosevelt abbandonò la carriera forense per dedicarsi alla politica. Saltò completamente la gavetta e venne candidato al Senato dello Stato di New York per il Partito Democratico. La campagna elettorale si concentrò sui problemi delle classi basse e delle aree rurali. Raccolse uno straordinario consenso, venne eletto nel '10 e poi rieletto nel '12. In seguito alla seconda nomina, il neo presidente Wilson gli offrì il ruolo di viceministro alla Marina. Grazie alle sue capacità e alla grande eloquenza, nel 1920 venne candidato alla vicepresidenza, ma la campagna democratica non convinse il popolo americano: la sconfitta fu bruciante e Roosevelt decise di ritirarsi dalla vita politica.

L'anno seguente, mentre era in vacanza in Canada, FDR subì un grave attacco di poliomielite che lo costrinse per tutta la vita alla sedia a rotelle. Nonostante ciò, egli tentò di nascondere al grande pubblico la propria disabilità fino alla fine dei suoi giorni grazie ad una complessa intelaiatura che gli permise di mostrarsi in pubblico sulle proprie gambe. Dopo lo scoramento iniziale, dovuto alla sconfitta elettorale e alla malattia, egli riprese a frequentare gli incontri del Partito Democratico e nel 1928 venne convinto – anche grazie all'appoggio della moglie Eleanor – a candidarsi come governatore dello Stato di New York. Fu eletto e, pochi mesi dopo l'insediamento, dovette far fronte alla più grave crisi economica mai vissuta dal paese. La sua politica si diresse subito nella direzione del welfare, riuscendo a far approvare al parlamento a maggioranza repubblicana provvedimenti di assistenza a poveri e disoccupati che gli regalarono grandi consensi.

Il 1932 fu l'anno del grande passo: decise di correre per la presidenza. Egli proponeva di dare un nuovo corso (“New Deal”) agli USA, sottolineando gli errori del presidente repubblicano Hoover nella gestione della grande depressione e sostenendo la necessità di uno “strappo”. Per tutta la campagna si mosse da un lato all'altro del paese, trasmettendo energia, vitalità e vicinanza agli elettori. Ottene una vittoria plebiscitaria, vincendo in 42 stati su 48 con oltre il 57% delle preferenze. I suoi primi provvedimenti furono volti a creare benessere attraverso una maggiore distribuzione della ricchezza. Optò per un intervento statale nell'economia, sulla base degli insegnamenti del suo consigliere John Maynard Keynes, allo scopo di frenare le speculazioni ed indirizzare le spese verso grandiose opere pubbliche, svalutando il dollaro e limitando il potere delle banche verso i debitori. Inoltre, liberalizzò le organizzazioni sindacali, introdusse un sistema sanitario pubblico ed un'assicurazione per i piccoli risparmiatori. Per quanto riguarda la politica estera, tentò di rompere l'isolamento degli USA, concedendo l'indipendenza a Cuba e riconoscendo l'Unione Sovietica come legittimo interlocutore.

Nel 1936 la vittoria fu ancor più schiacciante di quattro anni prima: ottenne il voto di 523 grandi elettori contro gli 8 di Landon, il candidato Repubblicano. Il Partito Democratico ebbe il 75% dei seggi al Senato ed oltre l'80% alla Camera. All'inizio del secondo mandato, si dovette scontrare fortemente con il Congresso per una riforma della giustizia ed emanò il primo provvedimento proibizionista rivolto alla marijuana. Dopo poco tempo però la politica estera prese il sopravvento sul resto: venti foschi spiravano dall'Europa e dall'Asia. La posizione di Roosevelt fu chiara fin da subito: vietare o limitare la vendita di petrolio armi ai paesi aggressori, e favorire i paesi aggrediti. Il 5 ottobre 1937 a Chicago egli affermò pubblicamente la necessità di “prendere provvedimenti per circoscrivere il contagio”, ovvero la violenza internazionale creata da Giappone, Germania ed Italia.

L'8 dicembre 1941, dopo l'attacco nipponico alla base navale di Pearl Harbour, gli USA entrarono nel secondo conflitto mondiale al lato di Francia e Gran Bretagna. Proprio a questo momento si deve una delle più gravi macchie nella sua carriera politica: l'Ordine esecutivo 9066, che stabilì l'internamento in campi di concentramento di oltre centomila persone – anche cittadini americani – di origine giapponese. Durante la guerra, si recò numerose volte in Europa e Asia per incontrare i presidenti alleati, partecipando agli incontri di Teheran e Yalta. Nel 1944, con la guerra ancora in pieno svolgimento, venne rieletto per la quarta ed ultima volta. Pochi giorni prima della conclusione del conflitto, il 12 aprile 1945, Franklin Delano Roosevelt si spense all'età di 63 anni, debilitato dalla paralisi, dallo stress e da una malattia cardiaca.