di Luca Mattei

ENRICO MATTEI

«L'ingegno è vedere possibilità dove gli altri non ne vedono»

(Enrico Mattei)

Il Novecento è stato ricco di personalità importanti: uomini e donne che hanno combattuto, e molto spesso sono morti, per i loro ideali. Tuttavia, solo alcuni di essi possono essere reputati come figure chiave della nostra storia contemporanea. Tra questi ultimi spicca il nome dell’italiano Enrico Mattei.

Vera e propria eminenza grigia della rinascente Repubblica Italiana del Secondo Dopoguerra, Enrico Mattei nasce nel 1906 ad Acqualagna, nelle Marche. Figlio di un carabiniere, dopo un primo momento di simpatia per il regime di Mussolini aderisce alla lotta antifascista. Le sue straordinarie capacità organizzative e il suo indubbio carisma lo portano ben presto al centro del movimento partigiano milanese, ma anche sotto i riflettori della polizia politica della Repubblica di Salò, dalla quale venne arrestato e confinato in una struttura di detenzione vicino Como.

Dopo due mesi riuscì ad evadere e a tornare alla lotta partigiana. Nel 1945, con la fine della Seconda Guerra Mondiale e con la cacciata degli invasori tedeschi, Enrico Mattei assunse l’importante ruolo di commissario liquidatore dell’Agenzia Generale Italiana Petroli (AGIP), istituto secondo molti da smantellare in quanto espressione dell’economia fascista. Mattei, tuttavia, si oppone: intravedendo un’opportunità per l’economia italiana, guidato dal suo proverbiale intuito, decide di non ottemperare al mandato. L’oramai fatiscente AGIP venne riattivata e si ricominciano le trivellazioni a Caviaga, in Lombardia. Da questo momento comincia una serrata lotta lobbistica tra Enrico Mattei e le cosiddette “sette sorelle”, ovvero l’oligopolio, prevalentemente statunitense e britannico, che gestiva il petrolio su scala mondiale. Quest’ultime, temendo una lesione dei propri interessi, non vedono di buon occhio il palese tentativo di Enrico Mattei di creare una forte azienda italiana del petrolio. In un primo momento furono proprio le compagnie petrolifere straniere ad avere la meglio: Enrico Mattei perse la presidenza dell’AGIP e il pozzo di Caviaga fu venduto alla British Petroleum. L’intraprendente Mattei tuttavia non si arrende: con il supporto della Democrazia Cristiana riuscì a riottenere la vicepresidenza dell’Azienda Generale Italiana Petroli e ad affidare, la presidenza al suo mentore e amico Marcello Boldrini.

Nel 1952, dopo un travagliato iter legislativo, l’AGIP viene inglobata nel neocostituito ENI (Ente Nazionale Idrocarburi). Enrico Mattei si rivelò essere un attore politico intelligente e astuto: tramite diversi mezzi, alcuni non propriamente leciti, riuscì a controbilanciare l’attività lobbistica sotterranea delle “sette sorelle”. Sul fronte internazionale sono famosi i colloqui tra Mattei e i leader dei paesi africani e del medio-oriente, nel tentativo di strappali all’influenza delle potenze coloniali. Fra i successi di questa novella politica energetica italiana si annoverano le buone relazioni con l’Iran (Enrico Mattei trattò personalmente con lo Shah di Persia), con il Marocco, con la Libia e con l’Egitto. Ai leader di questi paesi Enrico Mattei piaceva, sia perché - si dice - fosse particolarmente rispettoso della cultura locale; sia perché i contratti dell’ENI, differentemente da quelli delle “sette sorelle”, erano più vantaggiosi.

Il successo, tuttavia, chiama nemici e, a questo punto, l’ENI e il suo fondatore se ne erano fatti molti. Tra di essi ovviamente le “sette sorelle”, ma anche gli Stati Uniti, l’Inghilterra, la Francia e persino diversi esponenti politici italiani, che mal digerivano il grande potere extra-parlamentare dell’imprenditore marchigiano. Il punto finale della vicenda arriverà nel 1962, nei pressi di Bascapé, vicino a Pavia, dove l’aereo privato che trasportava Enrico Mattei esploderà misteriosamente in volo, uccidendo lui, il pilota e un giornalista statunitense che era accorso ad intervistarlo. La vicenda rimase opaca per molto tempo e avrà tremende ripercussioni sugli equilibri della politica italiana. Solo nel 2012 verrà ufficialmente dichiarato nel procedimento collegato di Mauro de Mauro che l’evento non era stato frutto di un incidente, ma di un vero e proprio attentato. Ciononostante, ad oggi, i responsabili della morte di Enrico Mattei continuano ad essere sconosciuti e il mistero rimane come uno dei più oscuri gialli italiani.

LETTURE ED APPROFONDIMENTI:

- Benito Li Vigni, "Enrico Mattei, l'uomo del futuro che inventò la rinascita italiana", Editori Riuniti, 2014.

- Ricordo di Enrico Mattei, dall’archivio ENI: https://www.youtube.com/watch?v=Ayog5Wte9z4