Emmeline Pankhurst

SARA ELEONORI

EMMELINE PANKHURST

«Non siamo qui per infrangere le leggi, siamo qui con l'impegno di diventare legislatori!»

(Emmeline Pankhurst, deposizione in tribunale,1908)

Emmeline Punkhurst, Goulden da nubile, nacque a Manchester nel 1858 all'interno di una famiglia politicamente molto attiva. Nel 1879 sposò Richard Punkhurst, avvocato impegnato nella lotta per il diritto di voto alle donne e autore del “Married Women’s Property Act” del 1882, primo intervento legislativo che consentì alle donne sposate di possedere proprietà e beni ed essere considerate indipendentemente dal coniuge. La morte del marito, avvenuta nel 1889, scosse profondamente Emmeline ma non le impedì di proseguirne le battaglie che Richard portava avanti da anni; così declinò la propria esistenza alla lotta per il suffragio universale femminile in Inghilterra.

Nel 1889, prima della scomparsa del marito, i due fondarono la "Women’s Franchise League”, associazione dedicata alla sensibilizzazione delle donne su temi quali suffragio elettorale femminile, reclamando con forza il diritto di voto alle elezioni locali per le donne sposate. Quattordici anni dopo, nel 1903, Emmeline fondò insieme ad altre compagne, la “Women’s Social and Political Union” (WSPU), ottenendo maggiore visibilità, attraendo vasti consensi ed aumentando considerevolmente la partecipazione pubblica alle proprie iniziative.

Le militanti dell’associazione presero il nome - che passò alla storia - di “suffragettes” derivato dal termine "suffrage", a sottolineare l’impegno politico delle donne per ottenere il diritto di voto. Il loro motto era «Deeds, not words» («Fatti, non parole») che rispecchiava a pieno le modalità di lotta, non esenti da critiche, che l’associazione adottò. Le loro proteste, tipicamente, erano manifestazioni che sfociavano in violenza, vetrine rotte e incendi dolosi che terminarono sovente soltanto con l'intervento della polizia. Molte militanti, tra cui la stessa Emmeline, vennero più volte incarcerate ma la repressione non le intimorì: nonostante non potessero prendere parte direttamente alle manifestazioni, utilizzarono gli scioperi della fame per far sentire la propria voce dietro le sbarre, dimostrando grande devozione alla causa. Gli scioperi della fame divennero così frequenti che il governo dovette adottare il così detto “Cat and Mouse Act”, che permetteva agli scioperanti di essere scarcerati per il periodo necessario al recupero delle forze.

Un episodio drammatico della lotta delle suffragette fu la morte di Emily Daveson, la quale fu travolta dal cavallo del Re durante un Derby nel 1913. Non è chiaro se l’attivista politica avesse volontariamente scelto di farsi travolgere in nome della lotta al diritto di voto o se l’evento sia stato un incidente causato dall'imprudenza della suffragette.

Con lo scoppio della prima guerra mondiale la lotta delle suffragette dovette momentaneamente arrestarsi. Molte donne furono reclutate per svolgere mansioni e lavori che di norma spettavano agli uomini, i quali erano impegnati al fronte. Questa parentesi rappresentò un passo fondamentale nel processo di emancipazione delle donne, in quanto poterono dimostrare di essere in grado di svolgere le medesime mansioni degli uomini.

Nel 1917 Emmeline Pankhurst sciolse il WUSP e creò il Women’s Party, un vero e proprio partito impegnato per la parità dei sessi nella vita pubblica dell'Impero britannico. Dopo la fine della guerra, venne concesso il diritto di voto alle donne - anche nubili - che avessero compiuto il trentesimo anno di età, attraverso il “Rapresentation of the People Act”.

Emmeline morì il 14 giugno del 1928, poco prima che il diritto di voto venisse esteso alle donne al raggiungimento della maggiore età, esattamente come per gli uomini, a 21 anni compiuti. L’obiettivo per cui tante donne come Emmeline Pankhurst lottarono per tutta la vita veniva finalmente raggiunto.