di Gabriele Pato

DENG XIAOPING

«Non importa che sia un gatto bianco o un gatto nero, finché cattura topi è un buon gatto»

Deng Xiaoping fu un importante politico cinese, massimo leader della Repubblica Popolare durante gli anni Ottanta e Novanta e fondamentale ideologo della liberalizzazione dell’economia socialista, attraverso l’insieme di riforme chiamato “socialismo con caratteristiche cinesi”.

Deng, il cui vero nome era Xīxián, nacque nel 1904 a Paifang, un piccolo paese del Sichuan, figlio di una famiglia di etnia hakka. Suo padre era un piccolo proprietario terriero e, grazie alle poche rendite, riuscì a permettere al figlio di studiare frequentando una scuola francese che preparava i giovani cinesi a proseguire gli studi universitari in Francia, dove già risiedeva un suo zio. Nel 1920 salpò da Shanghai e raggiunse Marsiglia. Durante il soggiorno francese conobbe Zhou Enlai, futuro primo ministro della Repubblica Popolare Cinese, il quale lo avvicinò al socialismo. Nel 1922 si iscrisse al Partito Comunista dei Giovani Cinesi in Europa e, una volta tornato in patria nel 1924, si affiliò al Partito Comunista Cinese.

Partecipò prima alla guerra civile del 1930-1934, in cui le truppe comuniste furono brutalmente sconfitte dai nazionalisti di Chang Kai-shek, e poi alla Lunga Marcia, fino alla creazione di una nuova base comunista nel Yenan. In questa fase appoggiò la corrente di Mao e quando quest’ultimo prese la testa del movimento nel 1935, Deng divenne un suo stretto collaboratore. Nel conflitto sino-giapponese del 1937-1945, Deng ricoprì il ruolo di commissario politico militare, sviluppando una fitta rete di relazioni con i più alti gradi dell’esercito. A guerra conclusa entrò nel Comitato Centrale del PCC e tra 1954 e 1955, a rivoluzione conclusa, divenne prima vicepresidente del Governo, poi segretario generale del Partito e infine membro del Politburò.

All’interno delle élites comuniste cinesi, Deng Xiaoping si distinse fin dai primi tempi come leader moderato e pragmatico, prudente di fronte al radicalismo maoista del Grande Balzo in Avanti (1958-1965) e contrario al dogmatismo ideologico del presidente. Nel triennio 1962-1965 si dedicò anima e corpo a tentare di rimediare alle catastrofiche politiche economiche di Mao e, proprio a causa di ciò, nel 1966 divenne uno dei principali obiettivi individuati dalla Rivoluzione Culturale. Accusato di promuovere politiche capitaliste e borghesi, fu destituito da ogni incarico, obbligato a fare pubblica autocritica dei propri errori e mandato a lavorare come operaio non specializzato nel 1970.

Nel 1973 gli vennero finalmente restituiti gli incarichi ufficiali, ma il suo potere reale si limitava esclusivamente alla politica estera, dal momento che quello centrale era controllato da Mao e dalla Banda dei Quattro, formata dalla moglie di quest’ultimo e da tre stretti collaboratori. Alla morte di Mao (1976), Deng venne riabilitato tanto dal Partito quanto dalle masse popolari. Grazie all’ampio consenso, riuscì a fare fuori la fazione continuista – quella capeggiata dalla moglie di Mao, che insisteva per proseguire con la Rivoluzione Culturale – e diede l’avvio all’audace politica delle «quattro modernizzazioni»: agricola, industriale, tecnico-scientifica e militare.

Liberalizzò parzialmente l’economia, aprendo spazi per l’iniziativa privata e per gli investimenti stranieri; ciò lo obbligò a tessere relazioni con le potenze occidentali, scendendo a compromessi riguardo alla politica estera. Il PIL cinese crebbe ad un ritmo stupefacente e nuove classi sociali, sostanzialmente i grandi imprenditori e la classe media, si fecero spazio all’interno della società cinese. La sua apertura comunque non si estese mai al terreno politico interno, in cui sostenne con forza la dittatura del partito unico, la restrizione delle libertà individuali e la repressione violenta dei dissidenti, cui massima espressione fu la mattanza di piazza Tienanmen del 1989.

Nel 1992 Deng si ritirò definitivamente dalla vita politica, per qualche anno restò attivo in comizi e conferenze nelle quali si occupava di spiegare alla popolazione la propria strategia economica e morì, malato di Parkinson, nel 1997. Nel 2014 Xi Jinping decise di inserire la Teoria di Deng all’interno dei «Quattro Onnicomprensivi», ovvero i capisaldi di governo della Repubblica Democratica Cinese.

LETTURE ED APPROFONDIMENTI:

- Ezra Vogel (2013), Deng Xiaoping and the Transformation of China: https://www.youtube.com/watch?v=yI01S6bfooU