Charles De Gaulle

GABRIELE PATO

CHARLES DE GAULLE

Ufficiale decorato nella prima guerra mondiale e nella guerra polacco-sovietica, professore di storia militare, capo della Francia Libera e condannato a morte dal regime di Vichy, leader del Comitato francese di Liberazione, presidente del Governo provvisorio, primo ministro e poi Presidente della Repubblica durante la guerra d'Algeria e durante i moti del '68, scrittore di grande talento e sensibilità, figura politicamente discussa e controversa: Charles de Gaulle fu anche, ma non solo, tutto questo.

Nato a Lille il 22 novembre 1890, a 19 anni entra nella scuola ufficiali di Saint-Cyr. Durante la grande guerra combatte a Verdun e viene insignito della Croix de Guerre, ma nel '16 cade prigioniero dai tedeschi e viene liberato soltanto nel '18. Dal 1922 lavora come professore di storia militare e al ministero della Difesa.

Allo scoppio della seconda guerra mondiale è capitano e nel '40 venne promosso a generale di brigata e sottosegretario alla Difesa del governo Reynaud; oppostosi all'armistizio con la Germania è costretto a lasciare il paese per rifugiarsi in Inghilterra il 15 giugno 1940. Tre giorni dopo la BBC trasmette il suo famoso appello ai francesi affinché resistano all'invasione tedesca e al governo Pétain: in Francia, nel frattempo, viene condannato a morte per tradimento. Dal '40 al '45 è il comandante in capo e il rappresentante della Francia libera davanti alle grandi potenze e – costante della sua visione politica fino alla morte – concentra la propria azione politica verso la salvaguardia degli interessi e dell'onore francese in vista della fine del conflitto.

Finita la guerra e liberata la Francia, all'inizio del 1946 De Gaulle non approva la costituzione della IV Repubblica, rinuncia al mandato di presidente provvisorio e confida che il paese faccia ancora appello a lui. Nel 1947 da vita al suo movimento, l'RPF (Rassemblement du peuple français), che inzialmente raccoglie consensi (35% alle municipali, 42% al senato) ma viene emarginato dagli altri partiti e perde progressivamente peso politico fino alla “messa in sonno” del 1955.

De Gaulle viene richiamato all'azione politica e il 1° giugno 1958 è eletto Presidente del Consiglio. Come annunciato, egli usa questi grandi poteri per modificare l'ordinamento della Repubblica, concentrando il potere nelle mani dell'esecutivo a discapito del Parlamento. La nuova costituzione è approvata con il 79% dei voti a favore e segna il passaggio alla V Repubblica – tutt'ora in vigore. Il 21 dicembre De Gaulle viene eletto Presidente della Repubblica.

Si impegna ad affermare la Francia come leader della Terza via, sviluppando un arsenale nucleare, rinunciando al ruolo di leader nella NATO e riconoscendo la Cina di Mao.

Nel 1961 concede l'indipendenza all'Algeria e nel 1962 compie un altro passo verso la totale riforma dello Stato volta all'accentramento del potere, introducendo l'elezione diretta del Presidente della Repubblica. Nel 1965 ottiene un secondo mandato settennale ma, durante i moti del '68, scioglie l'Assemblea nazionale e stravince le nuove elezioni. Sconfitto ad un referendum pochi mesi dopo, rinuncia all'incarico e si ritira dalla politica.

Tra il 1969 ed il 1970 lavora al suo capolavoro letterario, Mémoires de guerre, che rimarrà interrotto a causa della sua morte naturale sopravvenuta il 9 novembre 1970.