Aleksandra Kollontaj

ALEKSANDRA MICHAIJLOVNA KOLLONTAJ

«Ricordo come Lenin rise allegramente e a lungo quando lesse che Martov aveva detto: “In Russia ci sono solo due comunisti: Lenin e la Kollontaj.”

(Maksim Gor’kij)

Aleksandra Michajlovna Kollontaj, nacque a San Pietroburgo il 31 marzo 1872, figlia di un generale dell’esercito zarista, fu una rivoluzionaria e diplomatica russa.

Autrice di numerosi scritti sull’emancipazione femminile e sul pacifismo, divenne rappresentante delle donne al Comitato centrale del Partito comunista sovietico e Commissario del popolo per l’assistenza sociale, la prima donna della storia eletta a un’alta carica governativa.

Il prezioso contributo di Aleksandra Kollontaj portò la Russia postrivoluzionaria all’attuazione di riforme innovative e progressiste: il matrimonio religioso fu abolito ufficialmente e la nuova legislazione equiparò dal punto di vista giuridico uomo e donna. La separazione, fino ad allora ammessa solo in casi eccezionali, poteva essere disciolta anche su richiesta di una sola delle parti, permessa a tutti, senza discussione di colpa e gratuitamente.

Infine venne promulgata l’uniformazione giuridica dei figli legittimi e illegittimi.

Successivamente, Aleksandra Kollontaj mise in discussione il dogma comunista secondo il quale la liberazione della donna sarebbe giunta esclusivamente tramite mutamenti economici. In La nuova morale e la classe operaia, si ricollegò a una tematica attribuita al movimento borghese: la questione dell’identità e della morale sessuale. Caratterizzò il genere di “donna nuova” sulla base di esempi tratti dalla letteratura, si confrontò con Grete Meisel-Hess, sua contemporanea, riguardo la morale sessuale borghese e illustrò l’idea di sessualità e sentimento proletario.

Una società rivoluzionaria come quella sovietica aveva il compito di sviluppare una “donna nuova”, in grado di affrontare i compiti sociali che le venivano affidati.

Una donna indipendente interiormente, autonoma esteriormente che si sottraeva a tutte le norme tradizionali.

Tentò di sviluppare una nuova morale sessuale, adeguata alle trasformazioni rivoluzionarie, estranea a pregiudizi e diseguaglianze.

La “libertà” precedeva la “proprietà”, questo era secondo Aleksandra Kollontaj il codice di morale sessuale che doveva sorgere nella classe operaia.

Aleksandra Kollontaj, comunista ortodossa, sostenne che la liberazione della donna poteva riuscire a patto che essa sviluppasse un’identità indipendente dall’uomo. Suo grande merito fu quello di aver evidenziato che nella ricerca di se stessa, una donna non dovesse fissarsi esclusivamente al contesto familiare.

Una rivoluzionaria, fino all’ultimo fedele al suo ottimismo libertario e militante. Quando fu accolta nella classe dei diplomatici, lo considerò un successo sulla strada dell’uguaglianza di genere, in rappresentanza di tutte le donne.