L'incidente nucleare di Cernobyl

GLORIA ROSINA

L'INCIDENTE NUCLEARE DI ČERNOBYL'

L’esplosione di Černobyl', classificata con il massimo livello della scala INES (International Nuclear Event Scale), è uno dei più gravi incidenti mai verificatisi in una centrale nucleare.

La centrale era situata nel nord ovest dell'Ucraina, a 16 km dal confine con la Bielorussia, nei pressi dell'insediamento di Pryp'jat', edificato negli anni Settanta appositamente per i lavoratori della centrale nucleare. La città esisteva da soli 16 anni ed al momento della tragedia e contava una popolazione di circa 40'000 abitanti.

L'impianto era composto da quattro reattori, che insieme producevano circa il 10% dell'elettricità ucraina per uso civile, oltre a plutonio per uso militare. Per aumentare l'efficienza del sistema erano state adottate alcune soluzioni tecniche che ne diminuivano la sicurezza: ad esempio la scelta della grafite come moderatore abbinata all'uso dell'acqua leggera come refrigerante.

Nel pomeriggio del 26 aprile del 1986, un gruppo di ingegneri stava effettuando un test di sicurezza. Scopo dell’esperimento era quello di verificare se il sistema di raffreddamento del reattore numero 4 potesse funzionare in caso di carenze di energia elettrica. Simili condizioni non erano infatti da sottovalutare nel teso clima che caratterizzava la guerra fredda.

Il test fu però interrotto da un guasto imprevisto occorso a una centrale elettrica regionale, per cui non fu possibile ridurre ulteriormente la fornitura di energia.

L’esperimento venne dunque posticipato all’una della stessa notte, anche se gli operai notturni non erano stati sufficientemente formati.

Per effettuare la prova, sarebbe stato necessario diminuire notevolmente la potenza del reattore, ma senza scendere mai al di sotto di una soglia minima: in quel caso il reattore sarebbe diventato eccessivamente instabile. Nonostante questo, si decise di procedere con una potenza molto più bassa di quella prevista dal regolamento. Il personale si rese responsabile della violazione di svariate norme di sicurezza, portando a un brusco e incontrollato aumento della potenza del nocciolo del reattore numero 4.

All’1:23, nel cuore della notte, a causa del calo di energia della turbina, l’acqua che serviva a raffreddare il reattore evaporò. Gli ingegneri tentarono di attivare il dispositivo di emergenza, che era però stato precedentemente spento. Persero così il controllo del reattore: la potenza aumentò fino diventare circa cento volte superiore rispetto alla norma. Si determinò la scissione dell'acqua di refrigerazione in idrogeno e ossigeno a pressioni tanto elevate da provocare la rottura del sistema di raffreddamento. Il contatto dell'idrogeno e della grafite incandescente con l'aria innescò a sua volta una fortissima esplosione, che provocò lo scoperchiamento del reattore, e di conseguenza causò un vasto incendio.

Il contenuto, composto da circa 50 tonnellate di carburante nucleare, si diffuse nell’atmosfera rilasciando una quantità elevatissima di radiazioni che, spinta dal vento, contaminò, oltre alle immediate vicinanze, anche paesi lontani, arrivando a toccare anche la costa orientale del Nord America.

Gli abitanti di Prip”jat’ rimasero esposti alle radiazioni per circa 36 ore. Soltanto nel pomeriggio del 27 aprile venne comunicato l'ordine di evacuazione di tutta la popolazione. La zona intorno a Chernobyl venne abbandonata da più di 350.000 persone, ma molti altri abitanti decisero di non evacuare la zona, e qualche centinaio la abita tutt’ora.

Il disastro di Černobyl' causò oltre trenta morti accertate, che secondo le stime dell’ONU salirebbero a oltre 4000 se si considerano i decessi dovuti a tumori provocati dalla catastrofe.

Tra gli effetti più gravi sull’ambiente, c’è la contaminazione del suolo con materiali pesantemente radioattivi, che rende impraticabile all’uomo la zona circostante alla centrale.

Ma, nonostante l’elevata contaminazione dell’area, lupi, cinghiali, linci e uccelli stanno lentamente ripopolando la zona, subendo però conseguenze fisiche anche gravi dovute alle radiazioni.

Per tentare di riconvertire la zona il governo ucraino ha oggi ideato un progetto volto a destinare l’area alla produzione di energia rinnovabile, ponendo varie distese di pannelli solari sul sito dell'ex centrale.