Le origini dell'IRA

MARCO BERTUCCIO

LE ORIGINI DELL'IRA

(IRISH REPUBLICAN ARMY)

Nata dalle ceneri della rivolta di Pasqua del 1916, l’Irish Republican Army (IRA) fu uno dei protagonisti indiscussi della storia del Regno Unito per circa 80 anni. Se la sua nascita ufficiale è datata 1919, le sue origini possono essere fatte risalire già a qualche anno prima.

Nel maggio 1914 veniva approvato dal parlamento britannico il Government of Ireland Act, che intendeva dare all’Irlanda un governo autonomo all’interno del Regno Unito. Ciò portò alla formazione di milizie armate unioniste e nazionaliste, rispettivamente i Volontari dell'Ulster e i Volontari Irlandesi. Nonostante l’assenso reale nel settembre dello stesso anno, lo scoppio della Grande Guerra portò al rinvio di quello che era già noto con il nome di Third Home Rule Act, per paura che le tensioni tra unionisti del nord e secessionisti del sud potesse sfociare in aperta guerra civile.

Non tutti erano però pronti ad accettare le promesse britanniche circa una futura concessione dell’Home Rule, e così il fronte dei Volontari Irlandesi si divise in due: i National Volunteers, guidati dal leader del partito parlamentare irlandese John Redmond; e i Irish Volunteers, riuniti nella segreta Fratellanza Repubblicana Irlandese, guidati da Eoin MacNeill. Mentre i primi erano pronti ad accettare le promesse britanniche, e ben 20.000 di essi servirono in guerra per l’esercito inglese, i circa 12.000 volontari di MacNeill si rifiutarono di unirsi allo sforzo bellico britannico. Anche all’interno della Fratellanza esistevano però delle spaccature. Se MacNeill credeva che andasse usata la forza solo per resistere all’imposizione della costrizione in Irlanda, la frangia più violenta dell’organizzazione intendeva lanciare una ribellione armata per conseguire l’indipendenza. Nel mentre un’altra organizzazione, la Irish Citizen Army di James Connolly, stava progettando indipendentemente una rivolta. Quando la Fratellanza optò per cooperare con l’ICA, si decise di tenere MacNeill all’oscuro di tutto. Fu così che si arrivò alla famosa Rivolta di Pasqua.

La questione irlandese attirò le attenzioni della Germania, in quel momento impegnata nel fronte occidentale anche con il Regno Unito. Vedendone un’opportunità per indebolire le forze dell’Intesa, la Germania decise si sostenere la ribellione inviando armi ai rivoltosi. Il 21 aprile del 1916 il piano venne infine scoperto e la Aud, la nave che trasportava le armi, affondata. Nonostante ciò si optò per attuare lo stesso il piano, e così il 24 aprile 1916, lunedì di Pasqua, la rivolta scoppiò. Eoin MacNeill, informato all’ultimo dei piani di rivolta, emise un contrordine alle unità di Volontari sparse per il paese. Per effetto di ciò meno di 2.000 volontari su 12.000 parteciparono alla ribellione. Il piano dei rivoltosi era di prendere il controllo di un'area circoscritta del centro di Dublino e di lanciare rivolte simultanee in tutto il paese, ma i ribelli si dovettero infine arrendere alle forze soverchianti dell’esercito inglese, che non si fecero scrupoli ad utilizzare ben 16.000 uomini e una cannoniera navale per sedare la rivolta. L’evento fu molto impopolare tra gli irlandesi, che incolparono principalmente i ribelli per le morti e le distruzioni causate nei combattimenti.

Fu solo nei due anni successivi che l’opinione pubblica si spostò dalla parte dei ribelli. Ciò fu principalmente provocato da due eventi: le esecuzioni sommarie perpetrate ai danni di quelli che la Corona giudicò come i capi della rivolta, tra cui quella di James Connolly; e dal tentativo britannico di imporre la coscrizione in Irlanda. Tornati dalla prigionia, i reduci della rivolta presero il controllo del Sinn Féin, un piccolo partito nazionalista guidato da Arthur Griffith. Il Sinn Fein crebbe rapidamente, fino a conquistare la maggioranza dei seggi irlandesi nelle elezioni generali del 1918. Il 21 gennaio 1919 i membri del Sinn Féin si ritirarono dal parlamento britannico e dichiararono la nascita della Repubblica Irlandese nella Mansion House di Dublino, dove si riunirono dando vita al primo Dáil Éireann, un “Assemblea d’Irlanda” indipendente. In quella sede gli Irish Volunteers vennero riorganizzati sotto la guida di Micheal Collins con il nome di Irish Repubblican Army, diventando l’esercito della neoproclamata Repubblica.

Tra il 1919 e il 1921 l’IRA condusse una campagna di guerriglia contro l’esercito inglese, in quella che viene tutt’oggi considerata dagli irlandesi come una vera e propria guerra d’indipendenza. I circa 3 anni di conflitto furono caratterizzati da attentati dell’IRA contro le forze della Corona, con le caserme come bersaglio principale, a cui seguirono sistematiche e brutali repressioni britanniche. Nel dicembre del 1921 si giunse ad un trattato di pace tra le due parti. Da questo trattato prese vita lo Stato Libero d’Irlanda, non come repubblica indipendente, ma con lo status di dominion all’interno del Commonwealth. La ratifica del trattato da parte del Dail creò una grande spaccatura in seno all’IRA. La parte dell'IRA a favore del trattato divenne ben presto il nucleo del nuovo Irish National Army creato da Collins e Mulcahy. Coloro che erano contrari si staccarono invece dal controllo del Dail, dichiarando tramite uno dei suoi leader, Rory O'Connor, che l'IRA non avrebbe più obbedito al Dail, in quanto questo aveva violato il suo giuramento di fedeltà alla Repubblica Irlandese. Era tutto pronto per lo scoppio di una guerra civile, e così fu.

Per circa un anno la guerra insanguinò il paese, fino a quando nel maggio del 1923 Frank Aiken, capo del’IRA, dichiarò un cessate-il-fuoco, ordinando a tutte le unità di mettere da parte le armi. L’IRA sembrò lentamente dissolversi, tenuta appena in vita dalla tenacia di una piccola minoranza. Ma la sua storia era tutt’altro che finita.