di Lorenzo Bonaguro

LA CONFERENZA DI ALGECIRAS

«Per noi non c'è nulla da fare, il Marocco è destinato a diventare francese… La nostra politica marocchina si è finora rivelata un fallimento»

(Kaiser Guglielmo II)

La Conferenza di Algeciras, dal nome della città spagnola affacciata sullo stretto di Gibilterra, fu il congresso internazionale svoltosi nel 1906, in cui le potenze europee trovarono l’accordo diplomatico in merito al controllo del Marocco, all’epoca regno in totale decadenza. Già da decenni Spagna e Francia avevano grande influenza sul Sultanato di Mulay 'Abd al-'Aziz, ma a inizio Novecento la Germania cercò di inserirsi nel gioco, a scapito della Francia. Le tensioni tra i due paesi toccarono l’apice con la crisi di Tangeri (31 marzo 1905), detta anche “prima crisi marocchina”: il Kaiser Guglielmo II sbarcò in città e sostenne pubblicamente la necessità di tutelare il commercio e gli investimenti europei in Marocco, senza discriminazione. La visita senza preavviso e l’aggressività del discorso misero in allerta il governo di Parigi.

Alla conferenza, iniziata il 15 gennaio 1906 ed organizzata principalmente per volontà della diplomazia tedesca, parteciparono tredici nazioni: tutti i paesi d’Europa, più gli Stati Uniti. Furono coinvolti anche paesi non direttamente interessanti, poiché in ballo non c’era solo l’egemonia sul paese africano, ma anche il rischio di un ennesimo conflitto tra Francia, in piena fase revanscista e Germania, ansiosa di espandersi. La prima era sostenuta dall’Inghilterra, cui era legata dall’Entente Cordiale, l’alleanza siglata nel 1904, mentre la seconda dall’Impero Austro-ungarico, cui era vincolata dalla Triplice Alleanza. Anche l’Italia era alleata dei due imperi, tuttavia, nel 1902 aveva raggiunto un’intesa con la Francia in base alla quale i due paesi si sarebbero disinteressati alle reciproche zone di influenza, il Marocco per Parigi e la Libia per Roma: già questi anni si possono intravedere le dinamiche diplomatiche che porteranno alla Prima Guerra Mondiale.

Le trattative si indirizzarono rapidamente contro Berlino, a cui restò soltanto il sostegno Austroungarico. Per rompere l’isolamento diplomatico, il Cancelliere tedesco Von Bülow inviò varie proposte al governo italiano, presieduto al momento da Alessandro Fortis e rappresentato dal ministro degli Esteri Antonino di San Giuliano, che però scelse di mantenere la propria linea per non mettere a rischio la posizione riguardo alla Libia. L’atteggiamento assunto dall’Italia irritò profondamente i politici tedeschi, i quali definivano la diplomazia italiana come un «giro di valzer». Vedendosi isolata, la Germania fu costretta al compromesso; l’eventualità di una guerra aperta con l’Intesa era all’epoca assolutamente insostenibile. Il testo finale, composto da 123 articoli e firmato il 7 aprile 1906, segnò di fatto la vittoria francese e spagnola, anche se in misura minore. Alle due potenze fu assegnato il controllo della polizia in varie città portuali, mentre Tangeri e Casablanca vennero internazionalizzate, il controllo delle dogane al confine con l’Algeria venne affidato alla supervisione dei consoli francesi; mentre la Banca di Stato fu affidata a esponenti delle potenze europee.

Questi articoli, e altri più specifici, svuotarono quasi del tutto la sovranità marocchina, ma arrestarono la penetrazione senza però soddisfare del tutto la Francia che infatti si impegnò negli anni seguenti a svuotare il senso del testo e a rendere il Marocco di fatto un protettorato francese: cosa che fu tentata nel 1911, causando così la “seconda crisi marocchina” quando l’incrociatore tedesco Panther occupò il porto di Agadir. Una cosa però divenne ben chiara a tutti, soprattutto alla Germania, ossia che l’ostilità fra le potenze era ormai irrefrenabile: «per la mia generazione non si potranno mai sperare buone relazioni con la Francia… Inghilterra e Francia insieme sono state insultate dalla stampa tedesca e ora si sono messe insieme, e la Francia è sotto l'influenza inglese… l'Italia si è unita a loro» commentò il Kaiser.

LETTURE ED APPROFONDIMENTI:

- Michael Balfour, “Guglielmo II e i suoi tempi”, Il Saggiatore, 1968.

- Luigi Albertini “Le Origini della guerra del 1914”, Vol. I, Libreria Editrice Goriziana, Pordenone, 2010.

- Margareth MacMillan, “1914 – Come la luce si spense sul mondo di ieri”, Rizzoli, 2013.