di Francesco Mele

LA BATTAGLIA D’INGHILTERRA

«Mai, nel campo dei conflitti umani, così tanti dovettero così tanto a così pochi».

(W. Churchill)

“Battaglia d’Inghilterra” è il termine con il quale il primo ministro britannico Winston Churchill designò nel 1940 i violenti scontri aerei tra Luftwaffe e Royal Air Force (RAF), consumatisi, con diversa intensità, nei cieli britannici tra l’estate del 1940 fino alla fine dell’anno successivo. Tale evento storico si colloca in una fase molto delicata del Secondo conflitto mondiale, poiché la Gran Bretagna, in seguito alla resa della Francia, si trovò completamente sola nel fronteggiare la minaccia nazista in Europa. Tuttavia, dopo la vittoria ottenuta sul suolo francese, Hitler non aveva in mente di procedere ad un’invasione delle Isole Britanniche, bensì sperava di giungere ad un compromesso con il governo britannico che garantisse la momentanea la chiusura del conflitto. Il Primo ministro Churchill, appoggiato dalla grande maggioranza dell’opinione pubblica, era totalmente convinto che invece bisognasse proseguire e combattere la tirannide nazista sui campi di battaglia. Dunque il Regno Unito rifiutò ogni tipo di accordo o trattato proposto dal governo di Berlino, mandando in fumo gli iniziali progetti di Hitler, e soprattutto spingendo quest’ultimo a dover elaborare un piano d’invasione, reso esplicito per la prima volta il 2 luglio 1940, e denominato Fall Seelöwe (Operazione Leone marino).

Tale operazione prevedeva un ruolo da protagonista per la Luftwaffe di Göring, che aveva l’arduo compito di eliminare definitivamente la RAF e lasciare quindi la Royal Navy priva di supporto aereo e incalzata dai colpi congiunti dell’aeronautica e della marina tedesca, in modo da impedirle di controllare il canale della Manica, aprendo definitivamente le porte dell’isola all’avanzata nazista.

La Battaglia d’Inghilterra può essere divisa in cinque fasi principali: la prima, tra il 4 luglio e il 7 agosto 1940, ovvero la battaglia della Manica (Kanalkampf), nella quale la Luftwaffe avrebbe dovuto concentrarsi sul colpire i convogli navali inglesi che attraversavano il canale; poi, dall’8 al 23 agosto, il cosiddetto “attacco delle aquile”, fase in cui Göring ordinò alla Luftwaffe di concentrare i propri sforzi sull’annichilimento degli impianti radar inglesi. L’apice dei bombardamenti cadde il 15 agosto, quando vennero schierate tutte e tre le divisioni aeree della Luftwaffe e vennero attaccati i principali aeroporti inglesi. La terza fase ebbe luogo tra il 24 agosto e il 6 settembre, in cui vennero presi di mira esclusivamente gli aeroporti, puntando alla loro totale distruzione. Dal 7 al 30 settembre ebbe inizio quella che forse è la fase più conosciuta e più tragica: i bombardamenti su Londra, inizialmente diurni e in seguito, per tutto il mese di ottobre, notturni.

La costante che si mantenne inalterata durante tutto lo svolgimento della Battaglia, compromettendo i piani di Hitler, fu la quasi perfetta organizzazione della RAF, che, nonostante le gravi perdite, riuscì sempre a mantenere il controllo dei propri cieli impedendo così il concretizzarsi della temuta invasione tedesca dell’isola.

Ma quale fu l’elemento che condusse la RAF alla vittoria? Innanzitutto, dal punto di vista tecnologico, gli Spitfire e gli Hurricane inglesi da un lato e gli Stuka tedeschi dall’altro erano aeromobili pressoché alla pari; inoltre, va sottolineato che la Royal Air Force, alla vigilia della Battaglia, si trovava in una situazione di svantaggio numerico rispetto alla Luftwaffe. Dunque, a fare la differenza in questo conflitto fu principalmente il Sistema Dowding (dal nome del comandante del Comando caccia Hugh Dowding), che, grazie all’elaborazione di ogni tipo di informazione proveniente dalle stazioni radar e ad una rete di comunicazioni rapida ed efficace con tutti gli aeroporti britannici, riuscì ad intercettare ogni attacco della Luftwaffe vanificando i vantaggi su cui si basava la strategia tedesca.

LETTURE ED APPROFONDIMENTI

- A. Martelli, La Battaglia d’Inghilterra, Il Mulino, Bologna 2011;

- R. Collier, Il giorno dell’aquila. La Battaglia d’Inghilterra, Odoya, 2018.