Il conflitto russo-georgiano

ANDREA BERNABALE

IL CONFLITTO RUSSO-GEORGIANO

Il conflitto russo-georgiano fu un breve confronto militare tra Russia e Georgia consumato nell'estate del 2008.

La disputa tra i due paesi riguarda il controllo di due regioni: la sud Ossezia e l'Abcazia.

Tutto comincia quando nei primi anni '90 l'URSS collassa e in queste due regioni, che facevano parte della Georgia - a sua volta parte dell'URSS - iniziano ad emergere dei movimenti separatisti. Le tensioni ben presto sfociarono in un conflitto che si concluse con una dichiarazione di indipendenza dell'Abcazia e dell'Ossezia.

La Russia, a questo punto, iniziò a giocare un ruolo ambiguo ma di chiaro sostegno ai movimenti separatisti, dichiarandosi come un intermediario imparziale ma schierando comunque sul territorio delle due regioni truppe militari allo scopo di evitare nuove ostilità militari tra le due regioni e la Georgia.

Nel 2004, il Presidente georgiano Mikheil Saakashvili rese chiaro il suo obiettivo di riportare sia l'Abcazia che l'Ossezia sotto il diretto controllo del governo georgiano, ma le vere ostilità si aprirono solo 4 anni dopo, nell'estate del 2008.

Già nell'aprile 2008 la Russia intensificò i suoi rapporti diplomatici con l'Abcazia e l'Ossezia e fu ben chiaro l'obiettivo della Russia di annettere le due regioni al proprio territorio. Infatti, negli ultimi giorni dell'aprile 2008 il governo russo decise anche di aumentare la quantità di truppe militari russe in Abcazia.

La tensione continuò ad aumentare fino ai primi scontri armati, nel luglio 2008, al confine tra la Georgia e la Sud Ossezia e l'Abcazia.

La Russia intervenne cercando un dialogo con il governo georgiano al fine di trovare un accordo di pace, che tuttavia non fu trovato. Si riuscì, però, a raggiungere un cessate il fuoco tra le milizie georgiane e i separatisti, che durò soltanto fino alle ore 22 del 7 agosto 2008, quando il presidente georgiano Saakashvili ordinò un attacco militare contro le basi russe in Sud-Ossezia. La Russia rispose alle ostilità militarmente, sancendo l’inizio di un conflitto armato che durò fino al 10 agosto 2008, giorno in cui fu raggiunto un cessate il fuoco tra i due paesi. La Georgia iniziò a ritirare le sue truppe che giorni prima avevano fatto il loro ingresso nel territorio separatista dell'Ossezia. Le truppe russe, invece, avanzarono fino alla città georgiana di Gori, mentre detenevano il pieno controllo nella regione dell'Abcazia.

Solo il 12 agosto, il presidente russo Medvedev (Putin era primo ministro), ordinò alle milizie russe di cessare le ostilità, viste anche le pressioni statunitensi e britanniche.

Il breve conflitto tra Georgia e Russia terminò ufficialmente il 16 agosto 2008, quando i governi russo e georgiano firmarono un trattato di pace sotto la supervisione dell'allora presidente francese Nicolas Sarkozy. Il trattato prevedeva il completo ritiro delle truppe russe e georgiane nelle posizioni in cui erano prima dell'inizio delle ostilità. Tuttavia, alcuni report hanno dimostrato che la Russia non rispettò pienamente l'accordo visto che non ritirò completamente le sue truppe dalla Sud-Ossezia e dalla Georgia, come conferma un'indagine che mostra, nel settembre 2008, truppe russe ancora presenti nella città portuale georgiana di Poti.

Nonostante il trattato di pace, la Russia riconobbe formalmente la Sud Ossezia e l'Abcazia come Stati indipendenti, e nel settembre successivo stipulò un trattato con le due regioni per mantenere le proprie truppe e basi militari nel territorio.

Si stima inoltre che 850 persone siano rimaste uccise in questo breve conflitto, tra cui 170 soldati georgiani e 65 russi. Inoltre, si stima anche che oltre 100'000 persone siano state costrette ad abbandonare le loro abitazioni a causa del conflitto.