1914: il continente diviso

1914: IL CONTINENTE DIVISO

Quando la Prima Guerra Mondiale scoppiò, l’Europa era divisa in due schieramenti ben definiti. Mai c’è stata una simile precisione nel dividere le nazioni, soprattutto un mantenimento costante delle posizioni fino al termine del conflitto (con la sola Italia come eccezione).

Da una parte l’armoniosa e ponderata Triplice Alleanza, dall’altra la casuale Triplice Intesa. Diverse su tutto a partire dalla semantica: alleanza e intesa, “alleanza” richiama bene una natura concreta e precisa. “Intesa”, invece, ricorda proprio un gentlemen agreement dell’Intesa.

La prima a sorgere è la Triplice Alleanza le cui origini si collocano negli anni ‘70 del XIX secolo all’indomani dell’unificazione della Germania. Il protagonista è il potentissimo cancelliere del Reich (ed ex cancelliere prussiano) Otto Von Bismarck.

Bismarck ha da poco piegato definitivamente il Secondo Impero bonapartista isolando militarmente ed economicamente la Francia.

Ma non gli basta: vuole isolarla anche diplomaticamente.

Bismarck non bussa né a Madrid né a Londra: gli spagnoli sono ormai un lontanissimo ricordo del vecchio siglo de oro mentre gli inglesi, nel pieno dell’epoca vittoriana, non solo nutrono sentimenti poco conciliati coi francesi ma sono anche felicemente isolati nella loro isola protetti da una delle più potenti flotte del continente.

Non bussa nemmeno alla giovane Italia, che non ha alcun rapporto con la Francia, Bismarck guarda ad oriente e col “Patto dei Tre Imperatori” del 1875 lega a sé l’Impero Russo e l’Impero Austro-Ungarico allo scopo di non lasciare possibili alleati alla Francia.

Il patto durerà poco, le tensioni austro-russe sulle questioni balcaniche spinge Bismarck a disarticolare l’accordo e rimodularlo rimanendo legato a Russia e Austria con accordi separati.

Nel 1882 l’accordo con l’Austria si evolve nella Triplice Alleanza, dentro cui entra anche l’Italia in cerca di partner internazionali forti nonostante la polemica dell’opinione pubblica sul firmare un accordo in cui c’è l’Austria.

La Triplice Alleanza è un accordo che si definisce d’attacco e di difesa, ogni paese firmatario ha il compito di andare in difesa degli altri in caso di minaccia.

Negli anni ‘90 il nuovo kaiser di Germania Guglielmo II decide di concedere il foglio di via al vecchio Bismarck, fortemente criticato in patria. Senza più il potentissimo cancelliere molte delle sue azioni politiche vengono sciolte, fra esse anche l’accordo coi russi.

Guglielmo II era consapevole di cosa avesse spinto Bismarck a firmare con Mosca, ma è altrettanto convinto che le profonde differenze fra Francia e Russia impediranno comunque un accordo fra i due paesi.

In effetti Francia e Russia non potrebbero essere più diversi: repubblicana, democratica e culla di una delle più importanti rivoluzioni della storia la Francia. Arretrata, poco industrializzata e ancora legata all’assolutismo da ancien regime la Russia.

Eppure esiste un punto in comune: il timore della Germania. La paura nel vedere questo paese sorto nel cuore dell’Europa che anno dopo anno non solo accresce il proprio potere economico e militare, ma si organizza in senso offensivo proprio verso la Francia e la Russia. Il timore di un attacco è grande, la corsa agli armamenti e la necessità di non mostrarsi immobili fanno il resto e portano entro breve a creare un canale di comunicazione fra Mosca e Parigi.

A loro si unisce la Gran Bretagna mossa dalla stessa identica motivazione: il timore della Germania.

Infatti il nuovo kaiser Guglielmo II era fin da piccolo un appassionato di navi e marina, nella sua biblioteca svettavano opere come quella di Mahan sul sea power e non appena sul trono diede ordine di costruire una flotta potentissima e moderna.

Agli inglesi, da secoli dominatori incontrastati dei mari, ciò non piacque e decisero di iniziare a parlare con la Francia e la Russia.

I dialoghi furono sempre più fitti e nel 1907 si giunse alla Triplice Intesa: non vincolava nessun paese a niente, ci si proteggeva a vicenda dalla minaccia della Germania.

E così quando la guerra si avvicinò l’Europa si trovò perfettamente divisa in questi due schieramenti, con le nazioni più piccole o non europee (tipo l’Impero Ottomano) che decisero da che parte porsi. Una divisione che ha alimentato ancor di più le tensione fra gli stati, in particolare nell’area balcanica dove si concentrarono due potenti nazioni schierati su fronti diversi e desideri nazionali pronti ad infiammarsi.