Il Kuomintang

GABRIELE PATO

IL ZHONGGUO KUOMINTANG E LA REPUBBLICA DI CINA

Il Kuomintang o KMT – letteralmente “Partito Nazionalista Cinese” - è uno dei partiti politici più anziani ed influenti della storia asiatica contemporanea. Fondato dai leader nazionalisti Song Jiaoren e Sun Yat-sen in conseguenza della rivoluzione Xinhai del 1911. La creazione del partito fu l'atto di passaggio alla politica ufficiale della società segreta Tongmenghui (o Alleanza Cinese Unita), creata dagli stessi Song e Sun a Tokyo nel 1905 e protagonista della rivoluzione antimonarchica. Il gruppo clandestino era a sua volta nato dalla convergenza di vari movimenti rivoluzionari e riuniva socialisti, repubblicani e nazionalisti allo scopo di «espellere i barbari del Nord, [… ] stabilire una repubblica e distribuire la terra in parti uguali». In seguito alla detronizzazione di Pu Yi il partito raccolse un vasto consenso e Sun Yat-Sen venne acclamato presidente della Repubblica di Cina. La generale svolta militarista del paese e la crescita smisurata dei signori della guerra frenarono rapidamente le spinte repubblicane. Nel 1912 il generale Yuan Shikai tentò di sciogliere il parlamento e fondare una nuova dinastia. La ferma opposizione del KMT fu liquidata grazie all'assassinio di Song e la restaurazione imperiale fu fermata soltanto dalla morte di Yuan, lasciando la Cina nell'anarchia.

Scomparsa l'anima democratica rappresentata da Song, la fazione più severa e conservatrice di Sun prese il controllo del partito, creando nel 1914 un “Partito rivoluzionario semiclandestino”, dai tratti spiccatamente militarizzati, all'interno al KMT e questo provocò la spaccatura in due fazioni autonome. Cinque anni dopo, il partito venne riunito sulla base della dottrina dei Tre principi del popolo. Questa filosofia politica sviluppata da Sun Yat-sen, è fondata su sulle idee di Mínzú (governo del popolo), Mínquán (governo dal popolo) e Mínshēng (governo per il popolo), interpretate secondo una lente socialdemocratica e nazionalista. Inizialmente al fianco dei maoisti con l'obiettivo della riunificazione nazionale, dopo la morte di Sun Yat-sen nel 1925, il controllo del KMT passò sotto il controllo del comandante in capo Chiang Kai-schek. Questi assestò l'esercito nell'area di Canton e, dal 1927, ruppe i rapporti con i comunisti, guidando le forze nazionaliste nella ventennale guerra civile, da cui uscì sconfitto nel 1949.

Fuggiti dalla Cina continentale, Chiang e i suoi uomini si rifugiarono nella loro roccaforte, l'isola di Taiwan, 120 km dalla costa del Fujian, portando con sé le riserve auree nazionali. Dal 1925 la Repubblica di Cina guidata dal Kuomintang aveva ottenuto il riconoscimento internazionale e, dopo la resa giapponese del 1945, l'UNRRA concesse loro anche il governo dell'isola di Taiwan. Nel 1947 una manifestazione contro la corruzione, organizzata dagli abitanti di Taipei venne repressa nel sangue e diede l'inizio al Terrore Bianco, durante il quale il KMT eliminò fisicamente migliaia di oppositori. Dal 1947 al 1988 il Kuomintang controllò la vita politica di Taiwan come partito unico di Stato, guidato fino al 1975 da Chiang Kai-schek, poi, alla sua morte, per un triennio dal suo vice e per un ulteriore decennio dal figlio di Kai-schek, Chiang Ching-kuo.

In seguito alla scomparsa di Chiang Ching-kuo si aprì una fase di scontri interni al KMT, tra le nuove generazioni di politici nativi taiwanesi e la “Fazione del Palazzo”, ovvero i vertici militari fuggiti dal continente negli anni cinquanta). Nello stesso anno Lee Teng-hui, primo presidente della Repubblica nativo taiwanese, assunse le redini del partito e, formato un comitato centrale, governò il KMT ed il paese per i 12 anni seguenti. In seguito a massicce proteste studentesche nel marzo 1991, Lee promise una svolta democratica e abolì le limitazioni delle libertà individuali stabilite durante il Terrore Bianco. Contemporaneamente, egli avviò un programma di “localizzazione”, tentando di riportare in auge la storia e la cultura taiwanesi a discapito di quelle continentali, rinunciando così informalmente alle pretese territoriali sull'intera Cina. Nel 1995 Lee annunciò le prime libere elezioni per il presidente della Repubblica e l'anno seguente le vinse con il 54% dei voti. Nel 2000 diede le dimissioni, rispettando il limite costituzionale di due mandati ed il Kuomintang perse le sue prime elezioni in favore del Partito Progressista Democratico. Accusato di aver progettato la sconfitta del KMT e di sostenere una politica volta all'indipendenza di Taiwan (anziché alla riunificazione di tutta la Cina, insita nell'ideologia del partito), Lee diede le dimissioni e fu espulso dal paese.

Con l'inizio del nuovo millennio il Kuomintang ha mutato nuovamente faccia; è considerato un partito liberal-conservatore, fa parte dell'Unione Democratica Internazionale e appoggia, nei confronti della Repubblica Popolare Cinese, la politica dei Tre No: no alla riunificazione, no all'indipendenza, no all'uso della forza.