di Veronica Saletti

Lo IOR e gli scandali Vaticani


Il Vaticano è conosciuto in tutto il mondo come lo Stato della Chiesa, la Santa Sede, tuttavia esso non è riuscito a sottrarsi a quelle debolezze terrene che caratterizzano tutti gli altri Stati sovrani, e come essi, è stato soggetto di scandali legati a giochi di potere, corruzione e riciclaggio di denaro.

L'istituto che nel corso dei decenni si è sempre più allontanato dai precetti religiosi per prendere parte attiva nel mondo materiale è l'Istituto per le Opere Religiose (IOR). Lo IOR venne fondato allo scopo di gestire le entrate della Chiesa e le offerte dei fedeli, in modo tale da poterle smobilizzare con maggior facilità per compiere opere religiose in tutto il mondo. L'Istituto è un organismo finanziario vaticano - secondo una definizione data dal cardinale Agostino Casaroli - ma non è una banca nel senso comune del termine. Lo IOR infatti opera con modalità proprie, non è mai stato tenuto a nessun tipo di informativa né, tanto meno, a pubblicare un bilancio o un consuntivo sulle proprie attività, almeno fino al 2013. Di conseguenza, è sempre stato molto semplice qualsiasi trasferimento di denaro senza limiti né di quantità né di distanza, con la garanzia dell'assoluta riservatezza. I clienti dello IOR possono essere solo esponenti del mondo ecclesiastico ed il conto può essere aperto in euro o in valuta straniera: caratteristica che lo contraddistingue nuovamente dalle altre banche. Aperto il conto, il cliente può ricevere o trasferire i soldi in qualsiasi momento da e verso qualsiasi banca estera, senza alcun controllo. I suoi bilanci sono noti a una cerchia ristrettissima di cardinali e nonostante l'Istituto operi attivamente sul mercato finanziario internazionale, in borsa, investendo e raccogliendo capitali, esso, come istituto estero, non è sottoposto ad alcun controllo da parte delle autorità italiane. L'Istituto rappresenta il vero potere temporale della Chiesa, lontano dal mondo spirituale e ben radicato in quello del profitto.

Il suo precursore fu la Commissione Ad pias causas fondata nel 1887 da Leone XII ma fu con Benito Mussolini e la risoluzione della questione romana che la Chiesa iniziò ad accumulare risorse considerevoli. Lo Stato infatti garantiva al Vaticano una sovranità limitata ma un sussidio di 3.250.000 lire annue. Tuttavia, con la firma dei Patti Lateranensi nel 1929, alla Santa Sede venne riconosciuto la condizione di Stato, denominato «Città del Vaticano», nonché l'esenzione dalle tasse e dai dazi sulle merci importate e un cospicuo risarcimento per i danni finanziari subiti precedentemente. L’art. 1 quantificava il risarcimento in una «somma di 750 milioni di lire e di ulteriori azioni per un valore nominale di un miliardo di lire». Il patrimonio del Vaticano necessitava però una vera e propria amministrazione, che venne affidata al laico Bernardino Nogara, ex Amministratore Delegato della Società Commerciale d'Oriente - emanazione della Banca Commerciale Italiana - nominato direttamente dal pontefice Pio XI. Nogara trasformò i beni vaticani in un vero e proprio impero edilizio, industriale e finanziario. Grazie alla sua gestione, il Banco di Roma, il Banco di Santo Spirito e la Cassa di Risparmio di Roma entrarono ben presto sotto l'influenza del Vaticano. Egli non si limitò ad estendere il potere religioso in ambito finanziario, ma investì in diversi settori industriali tra i quali spiccano le partecipazioni nelle Officine Meccaniche Reggiane, nella Breda e nella Compagnia Nazionale Aeronautica, che nel 1935 fornirono armamenti e munizioni per la Guerra d'Etiopia. Il 27 giugno 1942 Pio XII istituì ufficialmente lo IOR: il più importante ente bancario vaticano dotato di una personalità giuridica e totale indipendenza dallo Stato italiano, al quale il ministro delle Finanze del governo italiano Paolo Thaon di Revel concesse immediatamente l'esenzione dello IOR dal pagamento delle imposte sui dividendi. Nogara, che nel frattempo aveva anche ricoperto il ruolo di tesoriere per il Comitato di Liberazione Nazionale, mantenne la direzione sino al 1954 e alla sua morte il cardinale Francis Spellmann di New York pronunciò queste famose parole: «Dopo Gesù Cristo, la cosa più grande che è capitata alla Chiesa cattolica è Bernardino Nogara».

Un altro importante quanto discusso direttore dello IOR fu Paul Marcinkus. Nel 1982, a seguito del fallimento del Banco Ambrosiano, di cui lo IOR era azionista di maggioranza dal 1946 al 1971, furono infatti trovate delle lettere di patronage concesse nel 1981 da Marcinkus al direttore del Banco, Paolo Calvi, con le quali egli confermava che lo IOR esercitava il controllo di società fantasma con sedi in noti paradisi fiscali, e che attraverso queste era stato possibile il drenaggio di 1.200 miliardi di lire dalle casse del Banco Ambrosiano. Il 20 febbraio 1987 fu emesso un mandato di cattura contro i vertici dello IOR, tuttavia Marcinkus godeva di passaporto diplomatico vaticano: per il fatto di aver agito in qualità di organo o di rappresentante di un ente centrale della Chiesa cattolica, ai sensi dell'art. 11 dei Patti Lateranensi, era coperto da immunità penale. Pur non ammettendo mai nessun coinvolgimento con lo scandalo del Banco Ambrosiano lo IOR versò 406 milioni di dollari a titolo di "contributo volontario" a favore dei creditori. A seguito della liquidazione del Banco Ambrosiano ci furono diverse morti sospette, tra queste quella dello stesso direttore Roberto Calvi, la sua segretaria e Michele Sindona, coinvolto in affari finanziari con lo stesso IOR. Secondo dichiarazioni del pentito di mafia Vincenzo Calcara, lo IOR era coinvolto nel riciclaggio di denaro di Cosa Nostra. Mentre un altro pentito, Francesco Marino Mannoia rivelò nel 1998 che Licio Gelli investiva nella banca del Vaticano poiché garantiva investimenti e discrezione. Durante l'intera vicenda sorsero numerosi dubbi riguardo la possibile partecipazione dello IOR nel riciclaggio di denaro sporco, tangenti e supporto finanziario alla mafia.

Marcinkus fu sostituito da Angelo Caloia nel 1989, con il compito di fare pulizia all'interno dell'Istituto e terminare un'era di scandali. Tuttavia, lo stesso Caloia fu indagato nello scandalo Enimont. Nel mirino della magistratura vi erano operazioni immobiliari che portarono alla svendita quasi totale del patrimonio immobiliare dell'Istituto, comprato e rivenduto anche al doppio del prezzo da società off-shore per un totale di circa 60 milioni di euro. Nonostante ciò, i dirigenti dello IOR, tra cui il presidente Angelo Caloia, rimasero immuni da processo o arresto a motivo del sopracitato articolo 11 dei Patti Lateranensi. Vent'anni dopo, un nuova inchiesta coinvolge nuovamente i vertici dello IOR, in questo caso il Presidente Ettore Gotti Tedeschi e il Direttore Paolo Cipriani, i quali saranno costretti alle dimissioni nel 2013. Entrambi sono stati indagati nel 2010 per il riciclaggio di 23 milioni di euro, i sospetti sono iniziati a seguito di strani spostamenti di denaro da un conto IOR presso una filiale Unicredit. Lo IOR avrebbe parlato di soldi per missioni religiose, ma senza fare riferimento alla natura e allo scopo delle operazioni. Tuttavia, dopo pochi mesi il conto sospetto fu però chiuso dallo stesso Cipriani poiché non poteva più garantire «la riservatezza dei clienti». Cipriani fu inoltre coinvolto in un'altra famosa inchiesta contro Monsignor Nunzio Scarano, soprannominato "Mister 500", poiché pagava generalmente con banconote di grosso taglio. Il Monsignore aveva accesso a svariati conti correnti aperti presso lo IOR che mostravano però entrate e uscite «fuori bilancio» ed era titolare di un conto presso la già sopracitata filiale Unicredit. Nel dicembre 2009 Scarano decise di estinguere il primo contratto e lo fece attraverso sessantuno assegni circolari di importi che oscillano tra i 2.000 e i 20.000 euro, emessi da diciassette banche diverse, tutti intestati ad amici e parenti e con la causale «donazione». A far la differenza durante questa inchiesta furono le intercettazioni telefoniche, attraverso le quali si riuscirono anche a capire i trucchi che Monsignor Scarano utilizzava per eludere i controlli quando parlava di soldi. Generalmente i milioni erano chiamati «i libri della Treccani».

A seguito di queste ultime vicende giudiziarie riguardanti infrazioni della normativa antiriciclaggio, il 30 dicembre 2010 il Vaticano si è impegnato a dare piena applicazione alla convenzione monetaria firmata con l'Unione europea nel 2009, introducendo leggi volte alla lotta al riciclaggio ed entrate in vigore nel 2011. Papa Francesco ha inoltre dichiarato nel 2013 che «Lo IOR è necessario fino a un certo punto» e che «la Chiesa non è un'organizzazione burocratica, quando la Chiesa vuol vantarsi della sua quantità e fa delle organizzazioni, e fa uffici... la Chiesa perde la sua principale sostanza». L'inchiesta Scarano si concluse con tre arresti, tra i quali quelli dello stesso Monsignor Scarani, condannato a tre anni di reclusione all'inizio del 2019. Tuttavia, i vertici dello IOR non vennereo mai posti sotto processo, sfuggendo alla legge e cavandosela con dimissioni forzate.

Sicuramente anche la Santa Sede necessita di un' organizzazione finanziaria e burocratica, al pari di tutti gli altri Stati; tuttavia, la sua posizione privilegiata le ha garantito negli anni un'indipendenza e autonomia tali da tentare molti dei uomini del Signore che non hanno saputo resistere alla tentazione di beneficiare personalmente di questo grande potere di cui gode il Vaticano.